di Walter Sirsi
Riva del Garda, 29 novembre 2023
Stagione teatrale 2023-24
Aria Teatri Evié teatro
Tre sull’altalena
di Luigi Lunari
regia Alberto Giusta
con Emanuele Cerra, Denis Fontanari,
Christian Renzicchi, Marta Marchi
Una commedia dell’assurdo, una commedia come si mettevano in scena negli anni settanta-ottanta, una commedia (e spero che a chi ha partecipato recitato e messo in scena faccia piacere), alla Jonesco o alla Buzzati. Piacevole e coinvolgente come una giostra, battute e scoppi di doppi sensi, ottimi i quattro protagonisti, sempre veloci nell’ inserirsi con le battute La regia è attenta al ritmo, ai movimenti, gradazioni di toni, luci e ombre sono ben rese. Gli attori, bravi a rendere vive non solo le parole, ma anche le emozioni, le sfumature dei personaggi. Ogni gesto è studiato. Una serata di teatro d’altri tempi quando era la parola l’essenza del teatro. Del resto è un testo con una larga circolazione anche tra le compagnie di teatro amatoriali che voglio cimentarsi con il teatro di parola nella sua essenzialità. Non dimentichiamoci dell’autore Luigi Lunari (1934-2019), drammaturgo, saggista, traduttore e sceneggiatore molto importante per l’ambiente teatrale italiano contemporaneo. Inizia ad occuparsi di teatro a partire dal 1960 e le sue prime e importanti collaborazioni avvengono all’interno del frizzante ambiente culturale del Piccolo Teatro di Milano. Qui collabora soprattutto con Paolo Grassi e Giorgio Strehler. Per il secondo ha tradotto moltissime opere di Bertolt Brecht, William Shakespeare e Anton Cechov, divenendo poi lui stesso autore di teatro.
La trama è abbastanza semplice, tre uomini, un commendatore, un capitano dell’esercito e un professore si trovano nello stesso luogo per tre ragioni diverse: il commendatore per un incontro galante, il capitano per trattare un acquisto di materiale bellico, il professore per ritirare un pacchetto. Ma cos’è esattamente quel luogo? Un discreto e comodo albergo, un luogo di affari, o una casa editrice? È possibile che tutti e tre abbiano avuto l’indirizzo sbagliato? Entrando nella stanza da altrettante porte differenti, si accorgeranno, in un secondo momento, che potrebbero uscire unicamente dall’unica porta dalla quale sono entrate. La strana situazione accresce il mistero, anche perché l’allarme per un’esercitazione anti-inquinamento impedisce ai tre uomini di uscire. Durante la notte che sono costretti a passare insieme, i tre giungono a sospettare che la stanza possa essere davvero un’anticamera per l’aldilà e che probabilmente loro sono già morti, e in attesa del Giudizio.
I tre reagiscono a questa prospettiva secondo le rispettive caratteristiche psicologiche: il commendatore è spaventato ed ansioso, il capitano non trova niente di misterioso nella situazione e resta assolutamente indifferente, il professore usa tutta la sua logica filosofica per spiegare il fenomeno come un fatto naturale e logico. Ne risulta un dialogo umoristico centrato sui temi importanti di vita e morte, destino, predestinazione e libero arbitrio, esistenza di Dio ed ateismo.
Improvvisamente una donna delle pulizie entra nella stanza e dice cose talmente ambigue da far nascere nei tre malcapitati un nuovo grande enigma: è realmente un’addetta delle pulizie? E cercano costantemente credibili spiegazioni alla loro presenza in quel luogo, un “non luogo” che possa essere l’anticamera di una dimensione onirica se non addirittura trascendente, a cui ciascuno da le proprie spiegazioni. Le domande sul senso dell’esistenza prevalgono sulle risposte, le battute di spirito hanno in molti casi risolto situazioni che sembravano senza possibilità d’uscita, introducendo alcune chiavi interpretative che, sotto la lucente vernice dell’umorismo, nascondevano Verità dai toni seri e misteriosi. Non esiste comicità anche se su alcune battute il pubblico ride, ma non è una commedia comica . Un lungo suono della sirena indica che l’allarme per l’emergenza inquinamento è finito, ma la scena finale regalerà una sorpresa, ossia la donna delle pulizie che si trasforma un una signora elegantemente vestita conduce tutti fuori dall’unico accesso possibile, fuori dal palcoscenico: la commedia è finita. Ma davvero?