di Stefano Torboli
Torino, Teatro Regio, 24 aprile 2024, ore 15.00
Le Villi
Opera Ballo in due atti
Musica di Giacomo Puccini
Libretto di Ferdinando Fontana
Prima rappresentazione assoluta:
Milano, Teatro Dal Verme, 31/05/1884
Riccardo Frizza direttore d’orchestra
Pier Francesco Maestrini regia
Guillermo Nova scene
Luca Dell’Alpi costumi
Michele Cosentino coreografia
Bruno Ciulli luci
Laura Viglione assistente ai costumi
Ulisse Trabacchin maestro del coro
Orchestra e Coro Teatro Regio Torino
Nuovo allestimento Teatro Regio Torino
Personaggi e interpreti
Anna Laura Giordano
Roberto Azer Zada
Guglielmo Gëzim Myshketa

Torino Teatro Regio Le Villi Foto Daniele Ratti

Dal 18 al 26 aprile è andata in scena a Torino l’opera d’esordio di Giacomo Puccini, Le Villi.
Continua quindi il filone pucciniano pensato e prodotto dal Teatro Regio: dopo Fanciulla del West, opera della piena fase matura del compositore, vediamo in scena il battesimo di Puccini al mondo della lirica. Appena venticinquenne, il ragazzo proveniente da Lucca, partecipa al concorso indetto da Sonzogno su un soggetto che doveva essere “idilliaco, serio o giocoso” e che la musica fosse ispirata “alle buone tradizioni dell’opera italiana”.
Nonostante il prognostico vincente, vista anche la presenza in giuria del suo insegnante di
composizione, Amilcare Ponchielli, l’opera non vinse e lasciò il primo premio ex equo alle ormai dimenticate Anna e Gualtiero e La fata del nord, rispettivamente di Luigi Mapelli e Guglielmo Zuelli. Come ipotizzato dal direttore d’orchestra Frizza, la scelta finale del concorso potrebbe essere stata fatta per poter dirottare il giovane Puccini tra le scuderie di casa Ricordi, a cui alcuni giurati erano legati.
L’esperienza de Le Villi porta l’ascoltatore ad avere a che fare con un Puccini alla scoperta di se stesso e che presenta a noi pubblico moderno una fase embrionale del proprio lavoro di compositore: si intravede il melodismo che lo caratterizzerà nelle grandi opere successive; la ricerca dei colori orchestrali che fanno l’occhiolino alle tendenze d’oltralpe di quel periodo; l’ampio spazio dedicato alle pagine sinfoniche che sfoceranno nei grandi intermezzi di Manon Lescaut e Suor Angelica; la profondità psicologica dei personaggi, qui caratterizzata da Anna, “una piccola anima in cui versare grandi dolori”; il tema del ricordo, con il conseguente crudele contrasto tra la disperazione del presente e i sogni del passato, situazione che permeerà la storia di Mimì e Rodolfo in Bohème.
Il cast vocale de Le Villi si riduce a tre personaggi, Anna, l’amato Roberto e il padre di Anna, Guglielmo (unica parte vocale baritonale del repertorio pucciniano ancora legata alla tradizione verdiana). La recita pomeridiana del 24 aprile vede la presenza in palco del soprano Laura Giordano, il baritono Gëzim Myshketa e il tenore Azer Zadra.
Fin dall’inizio della propria performance, la Giordano presenta un bel timbro scuro e amalgamato con una forte tendenza nel cercare i suoni legati. La voce passa bene e viene spesso aiutata nel registro medio grave dalla gestione attenta della buca da parte del maestro Riccardo Frizza. L’aria nel finale del secondo atto, dove Anna, oramai fantasma, regola i conti con Roberto, vale la serata.
Myshketa, al cui ruolo è affidato una bellissima aria da baritono riconducibile allo stile di Verdi con corno inglese obbligato, regala momenti di puro piacere con voce tonante e ricca di armonici che valgono un ascolto attento e emozionato, nonostante una rottura nella voce nell’acuto finale del recitativo che precede l’aria.
Il coro del Teatro Regio, diretto dal maestro Ulisse Trabacchin, si dimostra al pieno delle proprie forze con cura nel suono e nei dettagli ritmici e testuali, proprio come si è potuto gustare in precedenti produzioni. La partitura offre numerosi interventi per la massa corale, sia in scena che in quinta, rendendola a pieno titolo un personaggio che commenta e guida la vicenda.

Torino Teatro Regio Le Villi Foto Daniele Ratti

Il direttore d’orchestra bresciano, Riccardo Frizza, fin dalle prime battute presenta una
concertazione attenta ai colori dell’orchestra, soprattutto nei legni, padroni indiscussi delle
introduzioni ai due atti. La ricerca della sonorità sommesse e intime permeano la buca, lasciando spazio al palcoscenico di risaltare testo e linee melodiche. Le parti sinfoniche son gestite con maestria, soprattutto la Tregenda, dove la scelta del tempo rispecchia esattamente l’indicazione di Puccini, in modo da non rendere questo ballo ultraterreno una corsa perdifiato. Di nota, purtroppo, due situazioni di disagio: ancora una volta un cellulare che per ben due volte ha creato un contrappunto spiacevole alla musica e i sottotitoli che spesso risultavano in ritardo o mancanti completamente all’esecuzione.
La regia di Pier Francesco Maestrini, assieme alla scenografia mozzafiato di Guillermo Nova, seppur risultando abbastanza statica anche nei momenti più concitati, guida l’attenzione del pubblico con grande sapienza grazie all’utilizzo di proiezioni su tulle, ambientazioni naturali in stile vittoriano e giochi di luci (del maestro Bruno Ciulli) che tagliano la scena utilizzando intelligentemente tutta la profondità del palcoscenico. Non mancano gli effetti speciali, per esempio lo sprofondamento di Roberto alla fine dell’opera, avvolto dalle Villi e dal fantasma di Anna che ne divorano il corpo.

Torino Teatro Regio Le Villi Foto Daniele Ratti

Una nota di merito va ai costumi di Luca Dell’Alpi, per la cura ai dettagli degli abiti del primo atto e per l’ideazione delle Villi nel secondo, facilmente riconducibili all’ambiente naturale dal quale provengono e con delle nuances di carattere gotico.

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