Firenze | Sala Grande del Teatro del Maggio | 12 maggio 2024, ore 17
86º Festival del Maggio Musicale Fiorentino
W.A. Mozart | Sinfonia n. 35 in re maggiore “Haffner”
F. Schubert | Sinfonia n. 9 in do maggiore “Die Große” (La grande)
Wiener Philharmoniker | Riccardo Muti direttore

Ad arricchire il prezioso programma dell’86mo Festival del Maggio Musicale Fiorentino, la tappa centrale del breve tour italiano dei Wiener Philharmoniker diretti dal maestro Riccardo Muti. La Sala grande del Maggio è stracolma in ogni ordine di posto, straripante di pubblico di ogni età e l’emozione è palpabile persino nel silenzio siderale degli istanti che separano l’accordatura dei Wiener dall’entrata fiera di Muti.

«Dai Wiener ho imparato molto: il senso del fraseggio, specie nel loro repertorio, il timbro, il colore, la cultura mitteleuropea. Un tipo di suono che, unito alla mia cultura italiana, ha dato vita a quella combinazione che sempre ho cercato di trasmettere a tutte le orchestre che ho diretto». Da quando, nel lontano 1971, venne chiamato a dirigerli a Salisburgo, il legame di Riccardo Muti con i Wiener non si è mai interrotto, fino a trasformarsi in salda amicizia nutrita di stima profondissima. Non è un caso se nel 2025 dirigerà il suo settimo Concerto di Capodanno, e se sullo stesso podio è toccato a lui celebrare i 200 anni della Nona sinfonia di Beethoven. L’orchestra è stata fondata a Vienna nel 1842 per iniziativa di un gruppo di intellettuali, fra cui il poeta Nikolaus von Lenau e il direttore d’orchestra Otto Nicolai, che ne diresse i primi concerti alla Redoutensaal. Formata in un primo tempo da professionisti appartenenti alle orchestre teatrali della città, iniziò a tenere stabilmente stagioni di concerti a partire dal 1860, dapprima nel Teatro di Porta Carinzia, poi nella sala del Musikverein. Nel corso di più di 180 anni si è strettamente legata alla storia e alla tradizione della musica classica europea, diventandone ambasciatrice in tutto il mondo. Dopo la seconda guerra mondiale si è trasformata in organismo totalmente autogestito e si è confermata come una delle principali orchestre del mondo, famosa per la pastosità e la ricchezza del suono, soprattutto nelle sezioni degli archi e dei legni. I pilastri su cui si fonda “l’ideale dei Filarmonici”, validi a tutt’oggi, sono l’organizzazione democratica, che pone l’intero processo decisionale in ambito artistico e organizzativo nelle mani dei musicisti stessi, e la strettissima simbiosi con con l’orchestra della Staatsoper (solo i membri della Staatsoper possono far parte dei Wiener Philharmoniker).  Due i capolavori in programma, dall’inconfondibile sapore viennese. In apertura sui leggii, la “Haffner” di Mozart, originariamente una serenata commissionata da Sigmund Haffner, già borgomastro di Salisburgo. Il primo movimento mette certamente in mostra lo spirito dell’orchestra, attraverso un’esecuzione ardente ma curata in ogni minimo dettaglio. Una lenta ma breve introduzione si trasforma rapidamente in un insieme di melodie e armonie contrastanti, veloci e in continuo movimento. La notevole semplicità del soggetto rende il movimento un po’ monotematico, ma incessantemente divertente, non solo perché si esibisce la migliore orchestra del mondo, ma perché Mozart gioca abilmente con le regole musicali, come l’assenza di ritornello dopo l’esposizione o la ripresa leggermente modificata. Una delle numerose ragioni per cui la musica di Mozart è percepita come difficile da eseguire è la sua trasparenza, che ne rende cruciale il mantenimento di un intonazione cristallina. Così è per i Wiener che, divertendosi, interpretano la colorata sinfonia come se il compositore stesso fosse tra il pubblico.

È dir poco affermare che la musicalità della Filarmonica di Vienna è impressionante e lo dimostra senza ombra di dubbio in pagine come “La Grande” di Schubert.
Siamo di fronte alla stretta sintesi di tutto ciò che è classico e romantico, mostrato attraverso le sue melodie e armonie, le espressioni musicali ed emotive, i dettagli e i colori. La maestosità del brano è narrata in ogni misura e in ogni suono e solo un ensemble maturo di altissimo livello è in grado di ricreare quest’arte in modo convincente. In un certo senso, ogni movimento può quasi essere considerato un pezzo a sé stante per la sua ampiezza. Certo, sul palco compaiono più musicisti rispetto alla Sinfonia di Mozart, ma non è il volume o il numero di orchestrali a far colpo, piuttosto, l’assoluta compattezza dei Wiener Philharmoniker, capaci di suonare come un unico enorme strumento.  Il loro suono rotondo e pieno di corpo, che riempie la sala, è semplicemente Bello, ti ammalia e ti conquista. La direzione energica ma essenziale, emotiva e “chirurgica” del maestro Muti è una lezione di stile, anche nella scelta di lasciar suonare fermando il gesto o di sottolineare alcuni fraseggi nascosti e rende inequivocabile l’amicizia musicale che lo lega alla compagine, poi confermata dalle parole che precedono il bis ancora viennese, il Kaiser-Walzer di Strauss, che fa pregustare il prossimo Concerto di Capodanno dal Musikverein premiando un pubblico più che entusiasta.

 

 

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Nato a Trento nel 1989, ha compiuto gli studi musicali e si è diplomato in direzione d’orchestra al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, sotto la guida di Daniele Agiman. Ha seguito corsi di perfezionamento e masterclass presso la Riccardo Muti Italian Opera Academy, l'Accademia Chigiana di Siena e l’Accademia del Rossini Opera Festival, intitolata al Maestro Alberto Zedda. Ha diretto numerose orchestre esibendosi in Italia, Austria, Germania, Spagna, Georgia, Croazia, Lituania, Lettonia, Belgio e Repubblica Ceca. Una sua edizione de Le Carnival des Animaux di Camille Saint-Seans è inserita nel percorso didattico "C'é musica per tutti", libro di testo e DVD delle Edizioni Scolastiche Mondadori, Pearson Italia. Fondatore e Direttore Artistico dell’Associazione culturale Ad Maiora e direttore principale dell’orchestra I Filarmonici di Trento é, inoltre, autore e conduttore di trasmissioni radiofoniche di approfondimento culturale, corrispondente per la rivista di informazione culturale ArtesNews e collabora da diversi anni con TEDxTrento e con il centro EURAC Research di Bolzano. Dal 2020 è assistente musicale alla direzione artistica della Società Filarmonica di Trento.

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