Firenze, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino,
Sala Zubin Mehta, 12 settembre 2024, ore 20
Vincenzo Bellini
I Capuleti e Montecchi, sinfonia
Da La sonnambula: “Ah! non credea mirarti… Ah! non giunge uman pensiero”
Gaetano Donizetti
Da Emilia di Liverpool: “Madre! Deh placati!… Ah! di contento…”
Roberto Devereux, Sinfonia
Da Lucia di Lammermoor: “Il dolce suono… Ardon gl’incensi… Spargi d’amaro pianto”
Vincenzo Bellini
Da I puritani: “O rendetemi la speme… Qui la voce sua soave… Vien diletto è in ciel la luna”
Gaetano Donizetti
La Favorite, ouverture
Da Linda di Chamounix: “Nel silenzio della sera… No, non è ver, mentirono”
Direttore Riccardo Frizza
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Soprano Jessica Pratt
Mezzosoprano (in Emilia di Liverpool e Lucia di Lammermoor)
Aleksandra Meteleva (Accademia del Maggio Musicale Fiorentino)
Non il solito recital è quanto è capitato di assistere nella sala Mehta del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, con protagonista il soprano Jessica Pratt. Si corre il rischio di giocare proprio sul doppio senso della parola “delirio”! Qui a Firenze Delirio è stato il titolo del concerto che il soprano ha presentato in recital che raccoglie tutta una serie di arie tratte da opere del belcanto ottocentesco le cui eroine sono interconnesse con le grandi scene di pazzia. Come “delirio” è la parola che meglio descrive l’accoglienza del pubblico, che ha riempito l’auditorium: un lungo tributo alla protagonista, al termine dell’esibizione, fatto di acclamazione entusiaste, ovazioni, ripetute chiamate alla ribalta per una durata di 12 minuti, conclusa alla fine con un bis che è stato anche questo parte integrante dello spettacolo che l’artista ha saputo ben congegnare per i suoi estimatori.
Il soprano Jessica Pratt, poco importa se australiana o inglese o italiana, visto che la sua carriera si è consolidata in Italia e qui ha una solida residenza tra le colline fiorentine, ha porta in scena le arie contenute nel Cd “Delirio” (leggi recensione al link) inciso con gli organici del Maggio Musicale, per l’etichetta Tancredi srl, suo progetto editoriale. Un progetto nato ancora nel 2019 quando, in quell’estate assieme al maestro Riccardo Frizza, decise di fissare alcuni punti fermi del suo repertorio dopo un concerto nel marzo dello stesso anno a Bilbao con quel titolo, replicato poi a Palermo 2021, e approdato alla fine a Sidney 2023. Concerti con locandine che terranno ben fissi alcuni punti quale la triade Sonnambula, Puritani, Lucia di Lammermoor con alcune incursioni sul repertorio francese sempre dedicato alla follia, allora esemplificato dall’Ofelia dell’Hamlet di Thomas, che poi sono state omesse per giungere all’essenzialità di una antologia che rappresentasse la sua personalità artistica di interprete del belcanto romantico italiano con protagoniste le vicende drammaturgiche e vocali di quelle eroine tali che ne esaltassero anche le sue caratteristiche vocali di estremo virtuosismo vocale e di poter esplicare una forte intensità drammatica.
Esigenza anche di fissare su documento sonoro anche una testimonianza interpretativa che non fosse solo affidata al web e di cui mancava riscontro oggettivo; manca infatti a tutt’ora una sua registrazione ufficiale della Lucia di Lammemoor, come dei Puritani. Il recital fiorentino non si è presento, quindi, come come una pedissequa copia del Cd: prima di tutto presentava l’inserimento di brani strettamente orchestrali magistralmente diretti da Riccardo Frizza alla guida degli organici strumentali e corali, diretti da Lorenzo Fratini, del Maggio Musicale quali sinfonia da I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini, la sinfonia da Roberto Devereux di Gaetano Donizetti e l’ouverture di La favorite sempre di Donizetti che hanno fatto da sipario alle varie scene in cui è intervenuta la Pratt per dar modo all’artista di “tirare fiato” e di cambiare abiti di scena.
Si è trattato anche di spettacolo la sapiente gestione delle entrate in scena con cui la Pratt si è presentata in ciascuna delle scene liriche, con i abiti di scena appositamente realizzati dal costumista Giuseppe Palella, raffigurati nel libretto a corredo del CD, e portati in scena come emblema di ciascun personaggio sia essa Elvira, Emilia, Lucia, Amina, Linda. Non si contano più le sue volte di Lucia di Lammermoor (più di 100 rappresentazioni), acclamata Elvira nei Puritani di Bellini come Amina nella Sonnambula sempre di Bellini, portate in ogni angolo del mondo; a lei si deve la riproposizione della donizettiana Linda di Chamounix che stenta ancora a prendere il suo posto nel repertorio lirico, come la totalmente sconosciuta ai più Emilia di Liverpool, opera giovanile di Gaetano Donizetti che segnò il debutto a Napoli del compositore bergamasco, affidata alla sua aria di sortita.
Donne vulnerabili nel loro intimo, perdute nei loro amori contrastati, persi e ritrovati: solo Lucia di Lammermoor si trascina nel delirio mentale di un omicidio e della sua morte, per le altre esiste un riannodarsi del filo della mente che per un momento è risultato essersi tranciato. Sono Deliri i vocalizzi della Patt capace di espandersi nell’ampia sala dell’auditorium e di coinvolgere il pubblico ad ogni singolo passaggio e respiro, non risparmiandosi in quello che è anche una sua caratteristica della sua personalità di artista, quella di andare oltre a quanto viene fissato sulla carta dalla musica capace di espandere la voce nelle ampie volute del sopracuto senza perdere smalto e lucentezza vocale, conservando sempre la morbidezza dell’emissione. Certo, ad una certa critica, performata sul filologicamente corretto, questo approccio all’interpretazione emozionale e partecipata non sempre gusta, ma deve prendere atto che questo andare oltre le righe del dettato musicale da parte della Pratt piace al pubblico che la sostiene, che si esalta con le sue performance liriche capaci di dare anima a personaggi spesso complessi nella loro ambiguità narrativa. Qui a Firenze si è avuta ampia dimostrazione di come lei abbia un ampio seguito che va oltre la stima ma che si fa affetto e ammirazione, proprio per quella particolare capacità di far entrare l’ascoltatore dentro le storie che lei porta in scena. Capace anche di scherzare quando, esaurito il programma, la richiesta di bis si è fatta sempre più insistente, ecco che con un colpo di scena lei si sveste del pesante abito di scena di Linda di Chamounix e presentarsi in lungo lamè nero pronta a gettandosi nelle funamboliche note Glitter and be gay dal Candide di Bernstein.
E qui è stata capace di condurre un sottile gioco di ammiccamento tra pubblico e orchestra coinvolgendo il primo violino Domenico Pierini, in uno scambio di gags. Dominando il palcoscenico, sotto la gestione sicura e attenta di Riccardo Frizza e, con accanto una giovane e promettente allieva dell’ Accademia di canto del Teatro Aleksandra Meteleva, Jessica Pratt ha saputo dare prova di una sua unicità vocale, prossima ancora a lanciarsi in nuove avventure.