Domenica 6 ottobre presso il Teatro Nuovo di Verona si è tenuta la finale della 12a edizione del concorso Verona International Piano Competition.  Dopo tre giorni di prove una giuria composta da Violetta Egorova, presidente del Premio Rachmaninov Mosca, Francesco Libetta, compositore e pianista, insegnante all’Accademia di Piano Festival di Miami, Radomir Melmuka, insegnante al Conservatorio di Praga, Roberto Pegoraro, pianista veronese, creatore del concorso e direttore artistico e insegnante al Conservatorio di Verona, Edoardo Strabbioli, concertista e insegnante pianoforte al Conservatorio di Verona, ha selezionato, tra i 130 pianisti iscritti,  i tre concorrenti finalisti chiamati a sostenere la prova con l’Orchestra della Fondazione Arena di Verona diretta da Bruno Cinquegrani: l’italiana Michelle Candotti (28 anni), Roman Fediurko dall’Ucraina (19 anni) assieme al russo Evgeny Konnov (31 anni).

Già attivi nel mondo del concertismo tutti erano accomunati dall’avviamento precoce allo studio dello strumento, Michelle Candotti si è diplomata a 14 anni per poi specializzarsi a Londra, vincitrice di concorsi pianistici internazionali, è stata finalista al Concorso pianistico Busoni del 2023. Evgeny Konnov all’età di 7 anni è stato ammesso alla famosa Gnesin School di Mosca e vanta un ricco curriculum concertistico, Roman Fediurko è risultato vincitore del 1° Premio – International Horowitz Competition Kyiv-Geneva 2023 e presente ai concerti correlati al Concorso Busoni di Bolzano di quell’anno. Tutti si confrontavano con due tra le più impegnative composizioni per pianoforte e orchestra: il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in si bem min, op. 23 di Pëtr Il’ič Čajkovskij era presentato sia dalla Candotti che da Konnov, mentre il giovanissimo Fediurko si cimentava nel Concerto n. 3 in re min op.30 di Sergej Rachmaninov.

Il confronto tra due finalisti sullo stesso brano avrebbe costituito motivo di interesse anche in relazione con i  brani che i due candidati avevano presentavano nelle varie sessioni del concorso: più spinta su un repertorio novecentesco la Candotti indicava, oltre ai classici di repertorio, Enescu, Bartok, come una ricercata Helene De Mongeroult. Di contro il russo Konnov si cimentava con una selezione tipica dei recital, da Bach a Listz e Rachmaninov. E questa differenziazione di percorsi musicali si sono subito evidenziati nella gestione dei due concerti di Čajkovskij concepiti in due modi distinti. La giovane italiana fin dalle prime battute si è presenta con una sua narrativa, accentuando gli incipit di frase, alla ricerca di un proprio percorso destabilizzante della scrittura pianistica anche svincolato dall’orchestra, spesso costringendola ad una posizione di attesa rispetto la pianoforte, ripiegata ad una funzione da cuscino più che in dialogo. La lettura della Candotti tendeva ad ottenebrare la struttura del concerto e metteva in risalto i passaggi virtuosistici a cui donava una loro autonomia rispetto all’insieme del concerto. Alla fine il risultato è pervenuto, con una interpretazione accolta con calore dal pubblico. Di contro Konnov si è espresso come da tradizione con tutti passaggi riconoscibili e con l’orchestra che si metteva in dialogo con la parte pianistica lavorando sulla restituzione letterale della scrittura pianistica. Del resto lo stesso Konnov, nella breve intervista di presentazione, dichiarava che si sarebbe presentato come ad un concerto più che ad un concorso. E di questo la platea folta, con una vasta rappresentanza di studenti delle istituzioni musicali veronesi, assegnatari di un loro riconoscimento, gliene ha dato merito accogliendo il termine della sua esibizione con una vera e propria ovazione. Come ovazione è stata salutata l’esibizione del giovanissimo Roman Fediurko alle prese con Rachmaninov con una lettura anche questa rassicurante, professionale molto istintiva e di forza.

Tempi veloci per la designazione del vincitore con la proclamazione di Evgeny Konnov vincitore dell’edizione 2024 del Concorso Piano Internazionale di Verona e con  il 2°ex aequo a Michelle Candotti e Roman Fediurko.
Altre premi speciali in palio suddivisi tra i vari finalisti con la parte del leone fatta da Konnov che ha meritato anche il Premio Liceo Musicale “Carlo Montanari”Giuria Junior – Finalista scelto dagli studenti.

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Laureata in Filosofia all'Università di Bologna e curatrice degli archivi comunali di Riva del Garda, ha seguito un corso di specializzazione in critica musicale a Rovereto con Angelo Foletto, Carla Moreni, Carlo Vitali fra i docenti. Ha collaborato con testate specializzate e alla stesura di programmi di sala per il Maggio Musicale Fiorentino (Macbeth, 2013), Festival della Valle d'Itria (Giovanna d'Arco, 2013), Teatro Regio di Parma (I masnadieri, 2013), Teatro alla Scala (Lucia di Lammermoor, 2014; Masnadieri 2019), Teatri Emilia Romagna (Corsaro, 2016) e con servizi sulle riviste Amadeus e Musica. Attualmente collabora con la rivista teatrale Sipario. Svolge attività di docenza ai master estivi del Conservatorio di Trento sez. Riva del Garda per progetti interdisciplinari tra musica e letteratura. Ospite del BOH Baretti opera house di Torino per presentazioni periodiche di opere in video.

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