di Francesca Bernardi
Ritual Denim: Elena Monzo e i suoi miti contemporanei a Robecchetto con Induno (MI
L’ultima moda degli addetti ai lavori del settore arte parrebbe essere quella del decentramento. Lo abbiamo visto con Milano Scultura, la fiera d’arti plastiche che, alla sua ottava edizione, ha abbandonato la centralità meneghina per la periferia di Villa Bagatti Valsecchi a Varedo (MB).
Chissà se Nicoletta Candiani quando nel 2019 ha aperto il suo SAC – SPAZIO ARTE CONTEMPORANEA, a 54 km da Milano, aveva già previsto questa che sembra essere la nuova tendenza dell’arte. Non possiamo saperlo, ma ciò che è certo è che questo progetto spiccatamente ambizioso persegue un obiettivo ben chiaro, che è quello di diffondere l’arte contemporanea grazie a solide radici familiari e d’intenti.

Siamo a Robecchetto con Induno, in un ex sala telai completamente ristrutturata, ma che mantiene lo stile industriale della fabbrica di tessuto denim nata nel 1938 dalla lungimirante intuizione di Luigi Candiani, bisnonno di Nicoletta, qui, in mostra fino al 14 dicembre 2024, c’è Elena Monzo. Classe 1981, Elena si diploma in Pittura all’Accademia di Brera nel 2005, si specializza in tecniche grafiche come Mastro Incisore ma già nel 2002 partecipa alla Permanente di Milano. Molte le personali e le mostre collettive a cui partecipa; si può dire, però, che le esperienze che più segnano lei e la sua opera sono le residenze d’artista in giro per il mondo. Da ogni viaggio Elena porta a casa usanze, sapori, odori, colori ma soprattutto carta. Tanta carta. Carta di tutti i tipi: carta con fibre sintetiche da Shanghai, washi dal Giappone. Ne va alla ricerca, la colleziona, la osserva cambiare con il tempo e poi la usa a strati nelle sue opere. Sì, a strati.

L’opera di questa artista è a strati: carta su carta, carta su colore, colore su stampo e  glitter, e penna biro, e perle e gioielli, e così via. Eppure è ben evidente dalle opere in mostra qui come nel corso di questi anni di stratificazioni l’opera di Monzo si sia schiarita, alleggerita e illuminata. Aggiunge togliendo. Ritual Denim è il titolo di questa sua personale curata da Nicoletta Candiani e presenta gli ultimi 10 anni di lavoro di Elena. Si contano 30 opere quattro di queste sono inedite e vedono Monzo alle prese con il tessuto jeans Candiani che sperimenta sia per la realizzazione delle cornici, che come “tela” per incisioni a laser, quest’ultime utilizzate poi per il confezionamento di capi della capsule collection per SAC. Tantissime le collaborazioni oltre a questa: con il sarto Vasco Inzoli, che ha realizzato tre capi da lavoro, con i gioielli di Luiss Perlanera, e con la seta e i tulle di Cristina Battistella.

I soggetti di Elena sono miti contemporanei, icone moderne, che esplorano una ritualità perduta attraverso i temi cari all’artista come il viaggio e il doppio. Ibridi simbolici, abitano uno spazio onirico-asettico imbastendo un dialogo che affonda le radici in un passato nostalgico. Corallion, Rugiada, Cassandra, Paturnia alcune delle opere che presentano come protagonista una femminilità forte ma dallo sguardo dolce. Eppure, le regine di Monzo non hanno pupille.
ELENA MONZO. Ritual Denim           
Robecchetto con Induno, SAC – Spazio Arte Contemporanea (Via Umberto I 108, ingresso da via Carducci 2)    
Dal 19 ottobre al 14 dicembre 2024
Inaugurazione: sabato 19 ottobre ore 17.30
Orari: Mercoledì-domenica, ore 14.30 – 19.30

spazioartecontemporanea.com

2 Commenti

  1. Una precisazione, il bisnonno che ha iniziato l’attività manifatturiera era Luigi Candiani. Gianluigi è il padre di Nicoletta che ha portato l’azienda produttrice di denim a divenire leader a livello mondiale.

    • grazie per la precisione. l’articolo è stato redatto dalla collaboratrice che frequenta lo spazio. Grazie per l’attenzione.
      Federica Fanizza, coord. del blog

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