Trento, Società Filarmonica  | 23 ottobre 2024, ore 20
Lilya Zilberstein pianoforte
F. Schubert Sei Momens musicals op. 94 D. 780
F. Schubert – F. Liszt Quattro Lieder S. 558
C. Czerny Introduction, variations brillantes et rondeau de chasse op. 202
S. Rachmaninov 13 Preludi op. 32

La serata di mercoledì ha regalato un momento speciale al numeroso pubblico della Filarmonica di Trento, che da anni porta in città la crème de la crème della musica da camera internazionale e anche questa volta non si è smentita, invitando Fräulein Musika: la grande Lilya Zilberstein.Lilya Zilberstein è salita alla ribalta internazionale nel 1987, vincendo il Concorso Busoni di Bolzano. Fu una vittoria sensazionale e ci vollero cinque anni prima che il Premio fosse nuovamente assegnato. Da allora la pianista, moscovita di nascita e tedesca d’adozione, non ha smesso di girare tutta l’Europa, l’America del Nord e del Sud e l’Asia, suonando con le migliori orchestre al mondo. Nel 1991 è invitata dai Berliner Philharmoniker diretti da Claudio Abbado, e comincia una stretta collaborazione che si completa con la celebre registrazione per Deutsche Grammophon dei Concerti n. 2 e n. 3 di Rachmaninov. Negli ultimi anni, oltre ad aver suonato da sola o con orchestra negli USA, Asia, Sud America, Italia, Gran Bretagna, Francia, Svezia, Spagna, Polonia e Islanda, Lilya ha anche suonato in tutto il mondo con il violinista Maxim Vengerov, ospite regolare dei grandi Festival Internazionali. Nel 2009 ha festeggiato i suoi primi vent’ anni di carriera con una lunga tournée europea in duo con Martha Argerich e la collaborazione con cui suona regolarmente ogni anno. In Italia ha debuttato con immediato successo al Maggio Musicale Fiorentino del 1988, e da allora ha tenuto più di 250 concerti per tutte le più importanti istituzioni musicali, tra cui il Teatro alla Scala di Milano. Da molti anni si dedica con passione alla formazione e alla promozione di giovani pianisti ed è oggi titolare della cattedra di pianoforte alla prestigiosa MDW-Universität für Musik und darstellende Kunst di Vienna, all’Accademia Chigiana di Siena.
Ad aprire il ricco programma della serata, i Momens Musicals di Schubert. Ognuno di questi brani cristallizza un particolare temperamento pianistico e la pianista interpreta queste sei composizioni con grande dinamismo, giocando sui cambi di tempo e dando l’impressione di un racconto spontaneo.
A seguire, Zilberstein si è cimentata nell’interpretazione di quattro dei 12 Lieder von Franz Schubert di Franz Liszt. Der Wanderer racconta la storia di un viandante che viene esiliato dalla sua patria e si ritrova su una riva fredda. Shakespeare scrisse un verso nel Cymbeline in cui un amante si rivolge alla sua amata mentre l’allodola inizia la sua serenata. Schubert mise in musica una traduzione tedesca di questo verso con il titolo Standchen. Il celebre Gretchen è tratto dal Faust di Goethe e descrive la passione della giovane donna risvegliata dalle attenzioni romantiche di Faust. Liszt rispetta molti dettagli della canzone di Schubert, intensificando le figurazioni e i climax per il pianoforte solo. Auf dem Wasser zu singen paragona le gioie passeggere della vita a una barca che scivola sull’acqua scintillante. Musica piena di virtuosismi, che la pianista risolve con incredibile maestria, il suo tocco è deciso e drammatico, arricchito da passaggi energici e passaggi incrociati delle mani. Molti conoscono Carl Czerny come il pedagogo dei primi anni del diciannovesimo secolo che sfornava infiniti esercizi noiosi che continuano a essere inflitti agli studenti di pianoforte ancora oggi. È vero che compose moltissimo – 861 opere numerate e altre senza numero – ed è vero, gli esercizi sono “leggermente” ripetitivi. Ma Czerny ha composto molto altro che decisamente non è noioso. Ne abbiamo avuto prova con la sua Introduction, variations brillantes et rondeau de chasse. L’interpretazione della Zilberstein ha lasciato senza parole: ogni passaggio, per quanto complesso e virtuosistico, scorre con naturalezza ed eleganza, come se le mani dell’interprete danzassero sui tasti senza sforzo.

Dopo l’intervallo, Zilberstein ha proposto i 13 Preludi dell’opera 32 di Rachmaninov. Complessi componimenti che variano nella forma e nella sostanza, esplorando i più vasti mondi sonori. Ad esempio, il secondo Preludio presenta un ritmo punteggiato e un’atmosfera piuttosto malinconica ma poi nel terzo i richiami delle trombe evocano una sorta di folle marcia. E ancora, alla calma eterea del n.5, arricchito da ornamenti delicati come il cinguettio degli uccelli, segue una tempesta, cupa e aggressiva. Qui la Zilberstein riesce ad esprimersi nella sua totalità, mostrando un livello di padronanza e intensità che rapisce il pubblico in silenziosa ammirazione per l’intera mezz’ora. La pianista interpreta ogni frase con una sicurezza rara, frutto di un rapporto profondo con queste opere. Ogni nota è al suo posto, creando un flusso narrativo coerente e avvincente. Rachmaninov le fornisse il teatro perfetto in cui esibire l’intera gamma dei punti di forza che l’hanno resa famosa: virtuosismo esplosivo, sensibilità interpretativa, coerenza ed equilibrio nei temi. Spicca la coerenza e la coesione della compatta fluidità armonica, senza striature e interruzioni, a cui applica senza timore, progressivamente, coerentemente e intelligentemente i pilastri drammatici del flusso melodico. In generale, Lilya Zilberstein rivela nel suo concerto il fascino e il rigore di un’artista realizzata, la cui arte non solo suscita il tuo interesse ma, attraverso la naturalezza, ti stupisce per la sua bellezza. La platea, che riempie tutte le poltrone della storica Sala, è conquistata e tributa applausi entusiasti, portando l’artista a regalare un ultimo bis più che gradito.

 

 

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