Incontro con il soprano bolzano Martina Bortolotti. Tra Lieder e arie d’opera passando dall’operetta di Johann Strauss e Franz Lehar: i mondi vocali della cultura musicale altoatesina.
In questi giorni di intenso traffico sulle reti, il web permette di fare piacevoli incontri con artisti del proprio territorio regionale che mai avresti pensato di conoscere. Mettendo un pò di ordine tra i programmi di sala che ti danno la certezza dell’accumulo degli eventi ai quali hai assistito, ti sovviene poi di averle ascoltate e viste in palcoscenico nelle più diverse situazioni, e si cerca di stabilire un contatto. In questo modo ho fatto conoscenza diretta, ma virtuale, con il soprano Martina Bortolotti di Bolzano, artista con una consolidata carriera artistica, perno delle produzioni liriche delle stagioni del Teatro comunale di Bolzano sotto la direzione del regista Manfred Schweigkofler e del M° Gustav Kuhn con produzioni ospitate nei vari circuiti italiani tra il 2010 e il 2012. La troviamo infatti come Marcellina nel Fidelio di Beethoven nella produzione bolzanina del 2011. Per poi rincontrarla a Venezia nel 2019 come Elvira nella produzione del Teatro La Fenice de L’Italiana in Algeri, direzione di Giancarlo Andretta. In mezzo, una carriera multiforme fatta di concerti nei più diversi angoli del mondo, dagli Stati Uniti con esibizioni a Washington e a New York, in America Latina, in Corea dove ha debutatto in una produzione lirica come Mimì, per approdare in Oman in una esibizione-evento di Lirica on Ice al teatro dell’Opera di Muscat. Costante è la sua partecipazione al Festival di Erl in Tirol sotto la guida di Gustav Kuhn, nei ruoli wagneriani che più si adattano alla sua vocalità di soprano lirico. Ben presente negli eventi musicali della provincia di Bolzano, ai Festival di Musica Sacra regionali come solista di musica sacra, partecipe al laboratorio di operette del Suedtirol Operettenspiele di Bolzano, curato da Othmar Trenner, specializzandosi nella Vedova Allegra (Anna Glawari) ma dove necessita, su chiamata, anche in altri ruoli della famosa composizione di Lehar e, in tal modo, a calcare il palcoscenico della Fenice di Venezia sotto la direzione di Stefano Montanari dopo una audizione a Milano con Donato Renzetti.
Sarà lo stesso Renzetti che la opterà al teatro Lirico Cagliari con partecipazioni nella Campana sommersa e in La bella addormentata nel bosco di Ottorino Respighi.
Questo è quanto leggiamo nella sua cronologia artistica, risultato di un studio approfondito del canto a scavalco tra due mondi linguistici e culturali; il suo repertorio infatti è lo specchio di questa formazione musicale di confine fatta di Lieder e di arie d’opera che le permette di approntare raffinati e curiosi programmi di concerto. Ci tiene a rimarcare che non proviene da una famiglia di musicisti, nata in Alto Adige, bilingue, ha studiato canto al Conservatorio di Bolzano sotto la guida di Luise Gallmetzer per poi approdare ai corsi dell’accademia della Scala di Musica da Camera di Daniela Uccello. Corista alla Scala stessa, per mantenersi agli studi, per poi approdare a quella fucina di voci che è l’insegnamento di Vito Maria Brunetti a Bolzano. Da qui prende coscienza delle sue qualità vocali maturate con la frequentazione alle masterclass di Raina Kabaivanska, Teresa Berganza e Brigitte Fassbaender. Si presenta con un vasto repertorio. Nel dicembre scorso è stata protagonista del concerto di Natale a Trento offerto dalla redazione del quotidiano l’Adige con la direzione del m. Luigi Azzolini. Questo 2020 era iniziato con buoni auspici con la pubblicazione in collaborazione con la NAXOS, l’ Orchestra filarmonica di Sofia diretta da Dario Salvi, dell’operetta di Johann Strauss figlio, Blindekuh (“Blind Man’s Buff”) la composizione meno conosciuta della produzione straussiana. Dimenticata, anche per causa di una trama abbastanza complessa, per oltre un secolo, è stato ripreso da Dario Salvi ed eseguita in una versione da concerto senza dialoghi. E si annunciava una produzione molto ineressante a Malta, con Martina Boltolotti stessa nel ruolo della protagonista annunciata il 16 maggio al Teatro di La Valletta, con la ripoposta del melodramma in tre atti, Edith Cavell, opera del compositore maltese Paolino Vassallo direzione di Dario Salvi. Composta nel 1927 narra le vicende dell’infermiera inglese durate la prima guerra mondiale fucilata dai tedeschi con l’accusa di spionaggio. Tutto sospeso in atteso di tempi migliori e di riprendere il vorticoso giro di impegni tra concerti e opere.
Grazie a Martina Bortolotti per la lunga conversazione telefonica e un arrivederci. A Malta, perchè no? Bolzano è troppo vicina.