Serena Gamberoni, soprano di origine trentina, che ha acquisito fama internazionale, attesa Contessa nelle Nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart, prossime in scena al Maggio Musicale Fiorentino in questo giugno 2019 per la regia di Sonia Bergamasco.
Presentazione: Nome e cognome e provenienza
Eccomi qui, mi chiamo Serena Gamberoni e vengo da un piccolo paesino che si chiama Marco (vicino a Rovereto in provincia di Trento) ma vivo a Genova.
Ti consideri di Mare o di Montagna?
Sono nata in mezzo alle montagne ma adoro e vivo al mare. Potersi svegliare e vederlo tutti i giorni è un po’ come essere sempre in vacanza.
Professione?
Sono una cantante d’opera, soprano lirico leggero. Ma se avessi potuto scegliere avrei adorato essere un soprano drammatico!
Hai seguito un percorso di studi tra superiori tecniche commerciali e musicali al Conservatorio, tra Riva del Garda e Trento. Dapprima hai seguito i corsi in violino e poi, come da leggenda metropolitana si dice, il direttore del coro del conservatorio ti assegnò quasi d’ufficio alla classe di canto. Ti abbiamo sentito in un saggio (esattamente 20 anni fa) di debutto nella classe di canto (era una Italiana in Algeri). Pensavi di riuscire fin dove sei arrivata?
Il saggio di canto del conservatorio! Che ricordi, avevo solo 17 anni! Sì è vera la leggenda che l’idea me l’ha data il mio insegnante di canto corale di allora, io non pensavo minimamente di poter diventare una cantante d’opera, per me esisteva ancora il violino, ma sapevo già allora che la musica avrebbe avuto un ruolo fondamentale nella mia vita. In realtà il mio sogno più ambito era poter cantare la Regina della notte al Teatro Zandonai della mia città. Né una né l’altra cosa si sono avverate, però devo dire che non pensavo proprio di poter arrivare dove sono adesso, in realtà non conoscevo nemmeno le dinamiche per poter fare questo lavoro e l’ho sempre fatto con la massima ambizione ma con grandissima umiltà. Pur di poter fare di parte di questo mondo avrei accettato anche di fare la corista.
Compagna di artista lirico Francesco Meli. Tre figli (Melissa 18 anni, Giovanni di 10 già al violoncello e Leonardo di 5) Come concili famiglia e lavoro?
Casa e lavoro? In realtà a casa lavoro e al lavoro sono in vacanza! Ho una famiglia molto comprensiva e un marito che mi aiuta molto. In realtà a parte tantissima organizzazione da parte mia è un grande lavoro di squadra dove tutti hanno il loro ruolo fondamentale perché gli ingranaggi non si inceppino. I bambini accettano di buon grado le nostre assenze, noi appena possiamo torniamo a casa anche nei pochi giorni di pausa del lavoro e appena si può si viaggia tutti assieme. Loro sono cresciuti facendo questa vita e per loro è normale che sia così.
Ti costa la lontananza dalla famiglia?
Ovviamente quando sono lontana da sola mi mancano tutti terribilmente, il teatro è spietato, ti riempie la vita finché il sipario non si chiude e poi ti trovi da solo in qualche città che non conosci ad aspettare che inizi la prossima recita. Sapere di farlo per qualcuno sicuramente acquista un significato diverso.
Ti sei imposta nel personaggio di Oscar del Ballo in Maschera di G. Verdi, poi Norina in Elisir d’Amore, Lauretta nel Gianni Schicchi, Medora nel Corsaro, e tanti altri personaggi adatti alla tua vocalità, abile a gestire il Mozart di Così fan tutte e la Susanna delle Nozze di Figaro. adesso debutto di un personaggio complesso come la Contessa nelle nozze di Figaro. Come ti sei posta davanti alle scelte di carriera?
Per quanto riguarda il mio repertorio, ho sempre scelto ruoli congeniali alla mia voce in accordo con la mia insegnante e personaggi che potessero riflettere la mia personalità, ad esempio mai avrei potuto cantare Capuleti e Montecchi, perché il tipo di scrittura non avrebbe reso appieno quello che sono, ma invece lo stesso personaggio di Giulietta nel francese Romeo et Juliette di Gounod era perfetto per me, le arie spumeggianti e la celebre aria del veleno dopo potevo essere decisa e risoluta in una maniera forte, mi facevano vivere il personaggio appieno attraverso la musica e la sua scrittura. Oscar è stato un personaggio importante per me, Alida Ferrarini (la mia insegnante), me l’ha insegnato nota per nota, regalandomi un personaggio super, facendomene conoscere le sfaccettature e come hanno detto spesso lasciandomi in realtà un testimone. È un personaggio che amo e ho molto amato, diciamo il mio portafortuna, quello che mi ha aperto i grandi teatri e mi ha in qualche modo consacrata al pubblico. Nel frattempo crescendo le esigenze fisiche e l’eta anagrafica hanno richiesto una rivisitazione del repertorio, quindi anche in caso di Nozze era sempre più difficile essere scelta come Susanna e sono arrivate le prime proposte come Contessa.
Nozze di Figaro, ossia, la folle giornata. La vicenda si svolge in un intreccio serrato e folle, in cui donne e uomini si contrappongono nel corso di una giornata di passione travolgente, piena sia di eventi drammatici che comici, e nella quale alla fine i “servi” si dimostrano più signori e intelligenti dei loro padroni. L’intera vicenda può anche essere letta come una metafora delle diverse fasi dell’amore: Cherubino e Barbarina rappresentano l’amore acerbo, Susanna e Figaro l’amore che sboccia, il Conte e la Contessa l’amore logorato e senza più alcuna passione, Marcellina e don Bartolo l’amore maturo. Tu che sei passata da Susanna alla Contessa, cosa ti porti dentro dietro da quella esperienza di personaggio a confronto con la maturità sia vocale che di personaggio della Contessa d’Almaviva.
L’ho fatta la prima volta due anni fa, studiandola con Lella Cuberli e lei mi disse: perché no? Devo dire che mi sento ancora molto Susanna dentro anche se pian pianino anche nella mia vita personale, l’irruenza e la spensieratezza di Susanna, stanno iniziando a lasciare spazio ad una donna più riflessiva e matura.
Sonia da questo punto di vista ha creduto in me e nel mio personaggio prima che lo facessi io, guidandomi in un percorso che alla fine mi ha fatto sentire pienamente a mio agio e senza rimorsi per aver lasciato Susanna. E’ come se per diventare Contessa, il passaggio da Susanna fosse obbligato, per essere più completo. Contessa è comunque una ragazza giovane, sposata al Conte da solo 3 anni, quindi considerato tutto ha sulle spalle solo la maturità di un matrimonio difficile, ma non lontana da Susanna, infatti tra loro c’è molta complicità, e nelle scene con Cherubino torna la ragazza spensierata che in realtà è. Anche nell’aria del terzo atto ha voglia di riconquistare il conte e spera di poterlo fare.
Uno spettacolo fatto da donne, Sonia Bergamasco regista Kristiina Poska, direttore; esiste un diverso approccio al femminile nell’opera in generale nel lavoro e nella riflessione sui personaggi?
Sicuramente l’incontro con Sonia è stato molto fortunato, avere la fortuna di poter approfondire un ruolo così con lei ha dato modo di tirare fuori tutta una parte nuova che non ho mai mostrato in scena e lei da donna mi ha guidato in una maniera commuovente e delicata, correggendomi persino la posizione di fronte e labbra, la postura, il modo di camminare, di porgere. È stato un lavoro profondo e che caratterizzerà per sempre la mia Contessa.
Sei contenta di come procede il tuo percorso artistico e di vita?
Sono contenta di tutto quello che ho, di quello che sono, della mia vita personale e della mia vita lavorativa, penso di essere fortunata ad aver avuto questo dono, come lo sono i miei tre figli e mio marito, sicuramente mi sento privilegiata e come ogni tesoro che si ha cerco di preservarlo nel modo migliore possibile.
Ciao e Grazie