Venezia, Teatro la fenice, 21 novembre 2020
(festa Madonna della Salute)
https://www.teatrolafenice.it/en/event/la-fenice-choir-concert/

Gioachino Rossini
Petite Messe Solennelle

soprano Carmela Remigio
mezzosoprano Cecilia Molinari
tenore Antonio Poli
basso Alex Esposito
piano Alberto Boischio Raffaele Centurioni
harmonium Roberto Brandolisio
Coro del Teatro La Fenice di Venezia
Maestro del coro e direttore Claudio Marino Moretti

In questo periodo difficile e complesso della vita quotidiana che colpisce anche le attività artistiche e musicali, alla musica viene affidato il messaggio universale di un rituale catartico di liberazione dal dolore collettivo, riconquistando, quindi, la sua funzione di esprimere e dare corpo a sentimenti collettivi. Così il 21 novembre il Teatro la Fenice di Venezia ha voluto celebrare con il rito civile di un concerto la ricorrenza della Madonna della Salute, istituita ai tempi della Serenissima a memoria della pestilenza del 1630, facendo risuonare negli spazi vuoti di pubblico le note della Petite Messe Solennelle di Gioachino Rossini del 1863, nella versione per due pianoforti e harmonium. Protagonisti il Coro e collaboratori del Teatro La Fenice con il maestro Claudio Marino Moretti con solisti di eccezione il soprano Carmela Remigio, il mezzosoprano Cecilia Molinari, Antonio Poli, tenore, Alex Esposito basso con accompagnamento pianoforti Alberto Boischio, Raffaele Centurioni e harmonium Roberto Brandolisio. L’evento musicale è stato messo in onda gratuitamente sul sito www.teatrolafenice.it e sul canale YouTube della Fenice trasmesso anche nella piattaforma digitale dedicata messa a disposizione dall’Anfols: la Fondazione Teatro La Fenice aderisce infatti al progetto “Aperti nonostante tutto” di Anfols, accordo tra le 12 Fondazioni Lirico Sinfoniche italiane le quali hanno deciso di proporre un palinsesto di nuove produzioni da trasmettere in diretta streaming sui propri social. La Petite Messe fu uno degli ultimi lavori musicali di Gioachino Rossini, causticamente chiosata da Rossini stesso: ” Ero nato per l’opera buffa lo sai bene! Poca scienza, un poco di cuore, tutto qua. Sii dunque benedetto e concedimi il Paradiso“; così ebbe a scrivere Gioachino Rossini a Passy, il suo luogo preferito per la villeggiatura, nel 1863; e ancora, “Petite messe solennelle, a quattro parti, con accompagnamento di due pianoforti, e di un armonium. Composta per la mia villeggiatura di Passy. Dodici cantori di tre sessi, uomini, donne e castrati, saranno sufficienti per la sua esecuzione. Cioè otto per il coro, quattro per il solo, in totale di dodici cherubini: Dio mi perdoni l’ accostamento che segue. Dodici sono anche gli Apostoli nel celebre affresco di Leonardo detto La cena, chi lo crederebbe! Fra i tuoi discepoli ce ne sono alcuni che prendono delle note false! Signore, rassicurati, prometto che non ci saranno Giuda alla mia Cena e che i miei canteranno giusto e con amore le tue lodi e questa piccola composizione che è, purtroppo, l’ultimo peccato della mia vecchiaia”. E attorno a progetto di questa Petite Messe si sono ritrovate riunite voci prestigiose dell’attuale panorama lirico nazionale e internazionale, un quartetto di solisti, che ci ha restituito la complessa spiritualità della composizione che comprendeva l’essenzialità del timbro robusto  e cupo del soprano Carmela Remigio con l’espressività  del Crucifixus e del O salutaris hostia. Accanto, il bel colore contraltile di Cecilia Molinari che ha sostenuto pienamente gli assiemi con la sua collega nel Qui Tollis e alla quale è spettato la chiusura della messa con l’Agnus Dei, dove a cercato le note più profonde del canto e dell’anino, sostenuta anche dal coro finale. La correttezza e sicurezza vocale dell’esperto Alex Esposito così come la prestazione del tenore Antonio Poli che grazie alla sua capacità di interprete, ha eseguito con ottimi risultati la sua aria solista, hanno definito un cast interpretativo di eccellenza a spesso non si è abituati nel contesto della musica sacra.


Il tutto sostenuto dai collaboratori harmonium Roberto Brandolisio, al piano Raffaele Centurioni e Alberto Boischio a cui è spettato la parte solista del Prélude religieux, unico brano che non venne orchestrato nella versione completa del 1867.
La direzione del complesso degli organici affidata a Claudio Marino Moretti che ha dato al coro (ridotto nel numero come prevede la dversine originaria) una versione intima e più attenta alle dinamiche della polifonia sacra.

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