Verona, Teatro Filarmonico
28 febbraio ore 15.00, webTV | Youtube
5, 6 marzo ore 15.00, Telenuovo
6 marzo ore 15.00, Facebook
Il Tabarro
Opera in un atto su libretto di Giuseppe Adami tratto da La Houppelande di Didier Gold
Strumentazione per orchestra ridotta di Ettore Panizza
Edizioni Ricordi
Musica di Giacomo Puccini
Direttore Daniel Oren
Regia Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi
Scene Leila Fteita
Costumi Silvia Bonetti
Luci Paolo Mazzon
PERSONAGGI E INTERPRETI
Michele, padrone del barcone, 50 anni Elia Fabbian
Luigi, scaricatore, 20 anni Samuele Simoncini
Il Tinca, scaricatore, 35 anni Francesco Pittari
Il Talpa, scaricatore, 55 anni Davide Procaccini
Giorgetta, moglie di Michele, 25 anni Maria José Siri
La Frugola, moglie di Talpa, 50 anni Rossana Rinaldi
Un venditore di canzonette / Secondo amante Riccardo Rados
Prima amante / Voce di sopranino Grazia Montanari
Voce di tenorino Dario Righetti
Scaricatori, un venditore di canzonette, midinettes, un suonatore d’organetto, due amanti.
ORCHESTRA, CORO E TECNICI DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA
Maestro del Coro Vito Lombardi
Direttore allestimenti scenici Michele Olcese
Allestimento della Fondazione Arena di Verona
Il Parlatore eterno
Scherzo comico in un atto di Antonio Ghislanzoni
Edizione a cura di Angelo Rusconi
Musica di Amilcare Ponchielli
Direttore Daniel Oren
Regia Stefano Trespidi
Scene Filippo Tonon
Luci Paolo Mazzon
PERSONAGGI E INTERPRETI
Lelio Cinguetta, giovane medico innamorato di Susetta Biagio Pizzuti
Susetta, figlia del Dottor Nespola Grazia Montanari
Dottor Nespola Maurizio Pantò
Aspasia, moglie del Dottor Nespola Tamara Zandonà
Sandrina, cameriera Sonia Bianchetti
Egidio, pretendente alla mano di Susetta Salvatore Schiano di Cola
Un Caporale dei gendarmi Francesco Azzolini
Amici e vicini di casa del Dottor Nespola.
ORCHESTRA, CORO E TECNICI DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA
Maestro del Coro Vito Lombardi
Direttore allestimenti scenici Michele Olcese
Nuovo allestimento della Fondazione Arena di Verona

Verona, teatro Filarmonico, Il ParlatoreEterno, FotoEnnevi

Prosegue l’attività della Fondazione Arena di Verona con Filarmonico Open Stream, la messa in onda via streaming sui social dell’ente degli appuntamenti della stagione artistica 2021, secondo un preciso calendario presentato a fine anno passato. Dopo l’impegnativo Barbiere di Siviglia allestito e trasmesso a fine gennaio ecco che il Teatro Filarmonico si presenta all’attenzione del web con un insolito dittico musicale costituito da Il Tabarro, opera in un atto di Giacomo Puccini (1919) estratto dal Trittico e dallo scherzo comico in un atto Il Parlatore eterno di Amilcare Ponchielli (1873). Insolito assemblaggio di atti unici, di cui certamente il dramma pucciniano è il più conosciuto, mentre novità assoluta la farsa di Ponchielli. Dando una scorsa complessiva alle scelte dei programmi musicali della stagione sinfonica e di alcuni progetti di titoli di opere annunciati ma non decollati per pandemia, possiamo farci una idea che è in corso nella direzione artistica l’idea di recuperare un certo repertorio musicale italiano trascurato se non mai praticato. A ottobre nella ripresa del ciclo sinfonio era stato inserito il Concerto per due clarinetti dello stesso Ponchielli, era stata a suo tempo progettata la messinscena dell’Amleto di Franco Faccio (1865) direttore di Verdi e di Ponchielli stesso, a maggio è annunciato Zanetto di Mascagni. Se il repertorio di Puccini è in tutto e per tutto largamente praticato anche nei titoli più reconditi (Le Villi; Edgar; La Rondine), del compositore lombardo Amilcare Ponchielli (1834-1886) conosciamo bene solo la Gioconda, che se non di repertorio, certamente è un’opera rappresentata e conosciuta anche per estratti. Merito quindi di aver recuperato un titolo sconosciuto che mette a fuoco la capacità compositiva di un musicista, noto per lo più per aver portato a termine con alterne fortune, drammi storici complessi come I Lituani o I Promessi Sposi, titoli negletti ai più. Del resto la farsa Il Parlatore eterno su libretto di Ghislanzoni, si inserisce tra la composizione de I Lituani e la Gioconda, e costituisce un episodio a se stante, come un unicum nel panorama dell’opera comica italiana del secondo Ottocento. Si tratta di una sorta di one man show, un pezzo di bravura per baritono: il parlatore eterno, appunto, che con la sua facondia inarrestabile mette a tacere ogni tentativo di interloquire degli altri personaggi. Ci sono in effetti altri personaggi, e numerosi; c’è perfino il coro. Ma, a parte sporadiche battute subito interrotte dal protagonista, possono cantare veramente solo nel finale, quando Lelio Cinguetta, questo il programmatico nome del personaggio, è riuscito a raggiungere il suo scopo: ottenere la mano di Susetta da suo padre, il dottor Nespola, tra concitati monologhi che alla fine si trasforma in un lungo finale in un travolgente concertato. Composizione che rievoca gli stilemi dell’opera buffa di Gioachino Rossini ma con tanto del Donizetti comico nella costruzione vocale del personaggio protagonista, con ritmo incessante delle parti corale e d’assieme. La forma inconsueta del libretto suggerisce anche al compositore soluzioni originali, come il fitto parlante del cantante sulla melodia affidata all’orchestra, presentano un prevalente abbandono ai ritmi di danza, nei quali si riconosce l’esperta mano del compositore della Danza delle ore.  Ma trapelano qua e là melodie legate all’incipiente mondo dell’operetta, fanno capolino walzerini leggeri dall’aurea popolare, motivi ballabili e sinuosi, in un quadro armonico semplice e chiaro, il cui ruolo importante è affidato alla cospicua compagine orchestrale, trattata con brillante finezza. Non dimentichiamo che Ponchielli insegnò composizione al Conservatorio di Milano ed ebbe tra gli allievi Giacomo Puccini.

Verona, Teatro Filamonico, Daniel Oren, FotoEnnevi

Il filo rosso che tiene uniti questi due mondi musicali distanti nel tempo e per genere è stata sicuramente la direzione di Daniel Oren che utilizza, per il Tabarro, la versione per orchestra ridotta di Ettore Panizza. Mettere assieme aspetti musicali tanto differenti in un unico momento d’ascolto non deve esser stato facile, perché se la lettura del Tabarro rientra in una stile consolidato recupero e di accentuazione di quanto c’è di innovativo in questa composizione di Puccini, la penultima, nel recuperare le dissonanze che si celano tra le consolidate melodie, a volte aspre ma sempre armoniche, più complessa risulta la gestione di Ponchielli. E’ un mondo altro, fatto di frivolezze e giochi musicali che Oren ha fatto risuonare allegramente negli spazi del teatro dando brillantezza al suono dell’Orchestra della Fondazione Arena, creando un senso di contrasto con i suoni tenebri del precedente pucciniano. Regia e scene di tradizione contestuali all’epoca riportata dal libretto. Per il Tabarro il barcone in primo piano, con la Senna, le cui sponde cariche di varia umanità, sono le protagoniste nascoste del dramma originario di Didier Gold Regia di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, e condotta sulla scelta di gesti di intensità drammatica, scene d’ambiente di Leila Fteita, con fondale cangiante le parti della giornata, contestuali al libretto insieme ai costumi di vago anni ’30 di Silvia Bonetti. Belle le luci diffuse di Paolo Mazzon che contribuiscono a ricreare quel clima di oscura attesa della dramma finale che recupera per colori il famoso manifesto di Metlicovitz per le edizioni Ricordi. Cosi come festoso e allegri l’allestimento di Stefano Trespidi dell’atto unico di Ponchielli scena unica con il fondale che ricorda la data della prima esecuzione della farsa Lecco, 18.X. 1873, realizzata da Filippo Tonon, che riesce a ricreare un bel gioco di porte e di collocazione del coro suddiviso tra palchi di proscenio e balconata. Merito anche per la compagnia di canto, che ha saputo recuperare i giusti toni per i due titoli. Giustamente caratterizzata nell’impeto lirico quella del Tabarro con il gruppo protagonista costituito da Elia Fabbian, Michele, Maria Josè Siri, Giorgetta, Samuele Simoncini, Luigi.

Verona, Teatro Filarmonico, Il Tabarro, Elia Fabbian, Samuele Simoncini, Maria José Siri, Foto Ennevi

Emerge l’interpretazione del baritono Fabbian, capace di esprimere con il canto i vari livelli di sentimenti dell’anima del protagonista, senza sforzare o cadere del recitare, in un ruolo che è altamente articolato e espressivo. Maria Josè Siri ha dato prova di esprimersi con una linea di canto capace di espandere la voce, senza forzature. Samuele Simoncini, Luigi, ha dato una buona prova in un ruolo per un giovane tenore, cercando di recuperare la giusta intonazione, per una parte complessa per la vocalità quasi spinta che richiede. Tra i personaggi di contorno emerge la Frugola di Rossana Rinaldi, ma adeguati alle parti il resto del cast.

Verona, teatro Filarmonico, Il Tabarro, Elia Fabbian, Samuele Simoncini, Foto Ennevi

Protagonista assoluto nell’atto unico di Ponchielli il baritono Biagio Pizzuti, capace di tenere ben in vista i precedenti stilistici dell’arte comica lirica, come bravo attore nel gestire la situazione di uomo di palcoscenico, benchè coadiuvato dagli interventi scenici del complesso della compagnia.

Verona, Teatro Filarmonico, Il Parlatore Eterno, Biagio Pizzuti, FotoEnnevi

A parte sporadiche battute subito interrotte dal protagonista, il resto del cast riesce a cantare veramente solo nel finale, (Susetta, figlia del Dottor Nespola Grazia Montanari, Dottor Nespola Maurizio Pantò, Aspasia, moglie del Dottor Nespola, Tamara Zandonà, Sandrina, cameriera Sonia Bianchetti, Egidio, pretendente alla mano di Susetta, Salvatore Schiano di Cola, un Caporale dei gendarmi, Francesco Azzolini), mentre compaiono e scompaiono in un gustoso gioco di porte e di affacci. In questo caso il coro nel finale concertato si prende i suoi spazio sempre sotto la sapiente direzione del maestro Vito Lombardi. Ben gestite le riprese televisive tra inquadrature totali che non hanno fanno perdere la visione completa del palcoscenico e campi medi per i momenti più strettamente drammatici. Si spera nell’annuncio della riapertura a fine marzo e nel prossimo appuntamento Dido and Æneas, di Purcell nell’allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Modena con la regia di Stefano Monti e le luci del lighting designer Paolo Mazzon. Lo spettacolo, diretto da Giulio Prandi, sarà trasmesso in streaming sulla webTV e sui canali social il 28 marzo e sarà preceduto dalla cantata “Giusti Numi che il ciel reggete” dalla Didone abbandonata di Niccolò Jommelli.

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