Canale di Tenno (Tn), Casa artisti
Arte in Viaggio
dal 9 aprile al 19 giugno 2022
Casa Artisti nel borgo medievale di Canale di Tenno riprende la sua attivi espositiva e lo fa con una importante iniziativa che coniuga arte pittorica e storia del territorio complesso, quello dell’antica Judicaria che si estende dalle sponde settentrionali del Lago di Garda per le delle Giudicarie e il Bleggio, fino alle pendici dell’Adamello.
Fino al 19 giugno protagonista è la vicenda storica e artistica dei una nobile dimora estiva, palazzo d’Arco-Trentini a Villa di Bleggio, che mostra una parte dei suoi oggetti d’arte e collezzione, per la prima volta alla visione del pubblico, per un percorso espositivo che rappresenta un viaggio attraverso diversi momenti della storia dell’arte, dal Cinquecento al Novecento. Inaugurata sabato 9 aprile alla presenza degli assessori competenti alla cutura dei comuni a cui fa capo la gestione (Riva del Garda, Arco, Tenno) assieme alle autorità delle comunità di Drena e Dro territori di competenza della giurisdizione feudale dei Conti d’Arco, la mostra è stata presentata dalla curatrice assieme ai curatori del catalogo Graziano Riccadonna, Gabriella Maines, presente il proprietario  prestatore delle opere d’arte.

Le stanze vuote del palazzo, già dimora estiva dei conti d’Arco, dopo l’acquisto dell’attuale proprietario Gian Marco Trentini hanno preso colore attraverso nuove opere scelte in funzione della storia del palazzo. Un accurato restauto di un edificio nobile decaduto nel tempo e nelle sue funzioni tal da esere utilizzato come deposito agricolo, da parte dell’architetto di Trento Michelangelo Lupo, ha permesso il recupero della sua funzionalità a residenza nobile im preziosita da arredi d’epoca. Le pareti sono state impreziosite dal restauro delle carte da parati originarie francesi del sec. XIX e dalla collezione d’arte del proprietario. Nella mostra a Casa Artristi sono state scelte una trentina di opere pittoriche della collezione del proprietario, Gian Marco Trentini, che delinea efficacemente le diverse stagioni artistiche di questo complesso e denso mezzo millennio. Il titolo «Arte in viaggio» vuole rimarcare la dinamica e i passaggi di luoghi ai quali le opere d’arte sono sottoposte nel corso del tempo: passaggi di eredità, momenti di decadenza, aste, collezionisti concorrono a eternare ciò che è stato realizzato in epoche diverse.

Al riguardo, le due composizioni floreali presenti nella sezione del Seicento attribuite a Francesca Volò detta Vincenzina (Milano, 1657-1700) e alla sorella Margherita Volò Caffi (Cremona, 1647-Milano, 1710) fanno affiorare una storia poco nota. Vincenzina veniva così chiamata in virtù del suo operare nella bottega del padre Vincenzo Volò (Neuchâtel, Francia, 1620-Milano, 1671) che, giunto a Milano in torno alla metà del 1600, creò un fiorente mercato di nature morte, molto in voga nelle famiglie nobili del tempo. La bottega dove si realizzavano le nature morte prese il nome di bottega dei “Vincenzini”, patronimico assunto da tutti i figli per rendersi riconoscibili sul mercato lombardo, quasi una firma di famiglia. La figlia Francesca si guadagnò il titolo di virtuosa pittrice milanese dell’Accademia di San Luca. Della sua maestria e della dedizione alla bottega di famiglia poterono giovarsi la sorella Margherita e il fratello Francesco, che ebbero in vita più fortuna di lei (la sorella anche in conseguenza del matrimonio con il pittore Ludovico Caffi). Il talento pittorico di Vincenzina e della sorella Margherita è stato oggi rivalutato e le opere proposte in mostra contribuiscono a rendere il meritato onore all’avventura pittorica delle Vincenzine.

Nella sezione dell’Ottocento si trovano i ritratti dei coniugi Ambrosoli dipinti da un anonimo pittore di area lombarda, che permettono di incontrare lo sguardo di Filippo Ambrosoli (Milano, 1823-Napoli, 1872) e della moglie Aurelia Belloni. Figlio del letterato Francesco Ambrosoli, Filippo fu un giurista di valore, noto per gli studi sulla redazione di un nuovo codice penale unico per tutto il Regno, in sostituzione di quello toscano e di quello piemontese del 1859. Nel dicembre del 1863 fu chiamato a Torino come sostituto direttore di divisione degli affari penali del Ministero della Giustizia e contribuì all’evoluzione conoscitiva nell’ambito della giurisprudenza nel delicato momento dell’unificazione d’Italia. L’anonimo pittore che ha ritratto Filippo Ambrosoli e la moglie, ha donato l’immagine dei loro volti alla storia.


Nella sezione dedicata al Novecento i racconti si fanno più vicini. Il treno che corre di Roberto Marcello Baldessari fa sentire le scintille dei futuristi incontrati a Firenze al Caffè Giubbe Rosse. La pittorica raffinata di un artista che mai smette di sperimentare, a partire dalla sua formazione alla Scuola Reale Elisabettina di Rovereto per approdare all’Accademia di Belle Arti a Venezia (dove entrò in contatto con il gruppo di Ca’ Pesaro) fino agli incontri con il Dadaismo e l’Astrattismo dell’ultima parte della vita. Tra le opere dei trentini, colpisce un autoritratto di Riccardo Schweizer (Mezzano, 1925-Casez, 2004) in cui l’artista si ritrae in bianco e nero, con un volto senza dettagli come la pittura drammatica dell’artista contemporano altoatesino Karl Plattner.
           

Dialoga con il tema del viaggio anche una stanza dedicata al gioiello etnico, con alcuni preziosi pezzi della collezione di Gian Marco Trentini. Un salto culturale che rende evidente l’animo di viaggiatore del collezionista e che aggiunge al percorso uno sguardo altro.
             

Inoltre, nella saletta delle Lunette è esposta una selezione di lavori a ricamo che riproduce fregi, grottesche e decori in omaggio ai palazzi storici dell’Alto Garda e a Palazzo d’Arco-Trentini, realizzati dall’associazione Arco Ricama. La mostra, curata da Roberta Bonazza. È realizzata in collaborazione con il Centro Studi Judicaria, nella direzione collaborativa che è un faro di Casartisti. Il catalogo correlato alla mostra avrà il contributo del Centro Studi Judicaria, che promuove con Casartisti la mostra.
La Casa degi Artisti «Giacomo Vittone» di Canale di Tenno è gestita dai Comuni di Arco, Riva del Garda e Tenno, quest’ultimo quale ente capofila.
https://www.casartisti.it/homepage

.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui