Rovereto, Sala Filarmonica, 21 aprile 2022, ore 20.45
Filarmonica Rovereto. 100a Stagione dei Concerti
Classicismo e folclore
Francesca Temporin violino
Bruno Canino pianoforte

Programma
J.S. Bach, Sonata n. 5 in fa minore BWV 1018
L. van Beethoven, Sonata n. 7 in do minore op. 30 n. 2
B. Canino, Piccolo rondò ostinato
C. Saint-Saëns, Havanaise op. 83
E. Grieg, Sonata n. 2 in sol maggiore op. 13

Con un repertorio che spazia dal barocco al contemporaneo, si è presenta al pubblico dell’Associazione Filarmonica di Rovereto il duo composto dalla giovane violinista trentina Francesca Temporin, affiancata per l’occasione da un veterano del camerismo internazionale, il M° Bruno Canino.
Combinazione di competenze artistiche generazionali differenti che conferma anche le scelte artistiche di questa stagione di concerti della Filarmonica di Rovereto: presentare nomi del consolidato concertismo internazianale (Alexander Lonquich, Giuliano Carmignola, Carolin Widmann, Fracesco Maria Sardelli e Sabine Meyer) e nel contempo creare spazi per offrire spazi al concertismo emergente. Così la Filarmonica si è attivata con un concorso per esecuzioni di Quartetti di nuova generazione con la Prima edizione del premio Pietro Marzani, presentando il vincitore del premio Busoni di Bolzano 2021 Jae Hong Park, o dedicando una serata alla giovane pianista veneziana Gloria Campaner. Ecco che la presentazione del duo Temporin – Canino riassume questo intento progettuale tra consolidate esperienze e nuove presenze nell’ambito del complesso mondo della musica da camera.

 
Il programma si presentava intrigante già per il titolo di Classicismo e Folclore, che sottendeva già il progetto musicale che comprendeva brani della letteratura per tale assieme come Johann Sebastian Bach (Sonata n. 5 in fa minore BWV 1018) assieme al Beethoven della Sonata n. 7 in do minore op. 30 n. 2, per staccare con la breve composizione di Canino (Piccolo rondò ostinato per violino e pianoforte), per poi porsi su un’altro piano di ascolto. Con le composizoni di Camille Saint-Saëns (Havanaise op. 83)
Edward Grieg (Sonata n. 2 in sol maggiore op. 13) i concertisti hanno proiettato il pubblico sugli innesi della musica popolare nel repertorio classico. Un programma che non prevede grandi virtuosisrmi accrobatici strumentali ma piuttosto la capacità di sostenere il dialogo costante tra i due strumenti, con un pianoforte di Bruno Canino che non si fa solo accompagnamento ma protagonista esso stesso come nel serrato dialogo a contrappunto in Bach o nelle incursioni pianistiche in Beethoven a risposta dele frasi violinistiche. Nella seconda parte qui il gioco musicale si mostra decisamente più d’agilità lasciando spazio al virtruosismo di impronta etnica sia nell’Havanaise di Saint-Saëns, che nel movimento finale della sonata di Grieg, dove la giovane violinista ha dimostrato di possedere abilità tecnica e capacità interpretative. Calorosi applausi da parte del folto pubblico della Sala Filarmonica che ha accolto la conclusione dell’esibizione.

 

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