Torre del Lago Puccini, Gran Teatro all’Aperto
19 agosto 2022, ore 21,15
68° Festival Puccini
GIACOMO PUCCINI
LA RONDINE
di Giacomo Puccini
Commedia lirica in tre atti,
su libretto di Giuseppe Adami
Prima rappresentazione:
27 marzo 1917, Grand Théâtre de Monte Carlo
Regia, Scene, Luci, Costumi
Denis Krief
Allestimento del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro concertatore e Direttore
Robert Trevino
Personaggi e interpreti
Magda Jacquelyn Wagner
Lisette Mirjam Mesak
Ruggero Ivan Ayon Rivas
Prunier Didier Pieri
Vincenzo Neri
Périchaud Zhihao Ying
Gobin Francesco Lucii
Crebillon Davide Battiniello
Ivette Ginevra Gentile
Bianca Ayaka Kiwada
Susy Eva Maria Ruggieri
Un Maggiordomo Ivan Caminiti
Un Cantore Goar Faradzhian
Adolfo Dario Zavatta
Una Grisette Shiori Kuroda
Una Donnina Valentina Pernozzoli
Un’altra Donnina Taisiia Gureva
Rabbonier Zhihao Ying
Danzatrici Chiara Cinquini e Maya Quattrini
Sound designer Luca Bimbi
Assistente alla regia Pia di Bitonto
Orchestra e Coro del Festival Puccini
Maestro del coro Roberto Ardigò
L’estate di Torre del Lago si riempie anche quest’anno di musica. La sessantottesima
edizione del festival Puccini, dedicato e intitolato al compositore che lì visse e scrisse molti dei suoi capolavori, propone un ricco ed interessante programma. Da metà luglio a metà settembre l’auditorium Caruso e il Gran Teatro Puccini – ampia costruzione all’aperto affacciata sul lago – ospitano molteplici eventi, spaziando dalle più note Opere pucciniane a titoli meno popolari di altri compositori del Novecento, senza farsi mancare appuntamenti sinfonici e convegni.
Frutto della collaborazione tra il Festival Puccini e il Maggio Musicale Fiorentino, un nuovo
allestimento de La Rondine caratterizza la proposta operistica di fine agosto, regalando al pubblico l’occasione di un ascolto di grande qualità di una pagina di musica tanto bella
quanto – forse – sfortunata. Composta tra non poche difficoltà e complicazioni, l’Opera è un trascinante lavoro musicale calato in uno scenario a Puccini assai caro: l’affascinante città di Parigi. Accolta con complessivo apprezzamento dal pubblico del Grand Théâtre de Monte Carlo nel 1917, La rondine non ebbe poi il seguito che la storia ha riservato ad altri titoli del Maestro lucchese, il quale – come ricorda la presentazione ufficiale del Festival – rispose al pubblico meno entusiasta “Vedranno i posteri che bijou!”. La trama, che ricorda l’intreccio di svariate altre Opere, racconta della vita mondana della giovane Magda, stravolta d’un tratto dall’irrefrenabile desiderio di abbracciare un amore romantico e sincero, trovato in Ruggero.
Festival Puccini 2022- La Rondine- foto Lorenzo Montanelli
L’allestimento porta la firma di Denis Krief per la regia, ma anche per luci e costumi. L’ampio palco del Gran Teatro si riempie di imponenti strutture geometriche che ricordano un’architettura moderna e di design, collocando la vicenda in un tempo più recente e portandola – forse – anche più “vicina” all’ascoltatore. La scena si apre con un’elegante cena tra amici in un lussuoso appartamento, che con efficacia si trasforma – per l’atto secondo – negli ampi spazi del Bullier. Il locale pare a tutti gli effetti un club dei giorni nostri, o forse di un passato molto vicino, in cui trovano spazio i movimenti scenici dei solisti e del numeroso coro. L’Opera si chiude poi con la scena dell’atto terzo, una casetta sul mare nella romantica cornice della riviera francese. Per ogni atto, e per ogni relativa scena, un’immagine proiettata dietro agli elementi scenici funge da fondale e precisa il contesto in cui collocare i luoghi, riuscendo ogni volta nell’intento nonostante non sempre la fusione tra gli elementi in primo piano e lo sfondo virtuale risulti perfettamente riuscita. Nel complesso il lavoro è molto bello e vanta di certo una grande praticità, predisponendo spazi allo stesso gradevoli e funzionali alla scena.Convince a pieno anche il cast, internazionale e dalla giovane età media, che vede anzitutto Jacquelyn Wagner nei panni di Magda e Iván Ayón-Rivas in quelli dell’innamorato Ruggero.
La coppia dimostra senza dubbio grandi capacità vocali: i due artisti regalano al pubblico
una performance di grande tecnica e intensità, con importante volume sonoro da parte di entrambi ed un’ottima capacità di interpretare i personaggi. Molto ben calati nel ruolo anche Didier Pieri, un Prunier curato ed elegante sia nella scena che sul piano musicale, e Mirjam Mesak, che impersona una Lisette simpatica ed ironica, mettendo anch’essa in campo notevoli capacità vocali e musical. Riuscito anche il personaggio di Rambaldo, nei panni del quale Vincenzo Neri risulta capace di buona interpretazione e di significativa intensità vocale (a tratti – forse – un po’ esageratamente pronunciata).
A completare la numerosa squadra, molti giovani nomi della Puccini Festival Academy di
quest’anno, i quali danno prova di professionalità e di capacità sia musicali che sceniche.
Sebbene alcune delle performance appaiano leggermente migliori di altre, in generale il
contributo è più che soddisfacente, e concorre alla realizzazione di una produzione di
grande qualità. Nel dettaglio, compaiono sul palco Zhihao Ying (Perichaud), Francesco Lucii (Gobin), Davide Battiniello (Crebillon), Ginevra Gentile (Ivette), Ayaka Kiwada (Bianca), Eva Maria Ruggieri (Suzy), Ivan Caminiti (un maggiordomo), Goar Faradzhian (un cantore), Dario Zavatta (Adolfo), Shiori Kuroda (una grisette), Valentina Pernozzoli (una donnina), Taisiia Gureva (un’altra donnina) e Zhihao Ying (Rabbonier).
La bacchetta è in mano al Maestro Robert Trevino, per la prima volta sul podio del Gran
Teatro Puccini a Torre del Lago. Di origini messicane, è un musicista dalla storia assai
travagliata, trascorsa perlopiù negli Stati Uniti, che si sta decisamente riscattando,
affermandosi una delle figure più interessanti del panorama americano ed internazionale. La sua Rondine è ben curata e di piacevole interpretazione musicale, con trascinanti escursioni dinamiche e scelte agogiche ben pesate, che contribuiscono a mantenere viva e scorrevole la vicenda. Il suono dell’orchestra del Festival è anch’esso piacevole e pulito, di buona amalgama e accurata intonazione, bello da sentire nonostante la complessa acustica di un teatro all’aperto. Anche il coro del festival, preparato da Roberto Ardigò, dà il suo prezioso contributo grazie ad una performance efficace. Nella serata di Venerdì 19 agosto il teatro appare pieno per più di metà della sua ampia capienza, con un pubblico di certo entusiasta di poter ascoltare un titolo che ahimé non gode della popolarità che meriterebbe. Grande apprezzamento per il cast e per l’orchestra – sia al termine delle arie principali che alla fine, con spiccata acclamazione dei due protagonisti.
Che bijou!