mercoledì 28/12 ore 20:30 Brez – Chiesa Parrocchiale
giovedì 29/12 ore 20:30 Vallarsa – Teatro di S. Anna
venerdì 30/12 ore 20:30 Fiera di Primiero – Auditorium intercomunale
sabato 31/12 ore 16:00 Noventa Vicentina – Teatro Modernissimo
domenica 1/01
ore 17:00 Arco – Casinò Comunale
ore 20:40 Ledro – Teatro intercomunale
lunedì 2/01 ore 20:30 Belluno – Teatro comunale
Un Gran Tour di Capodanno dell’Orchestra delle Alpi è stata una vera e propria corsa musicale di sei giorni tra il Trentino e il Veneto tra località minori del territorio provinciale (Brez, Vallarsa, Fiera di Primiero ma anche Arco e Ledro) per espatriare a Noventa Vicentina e toccare un capoluogo di provincia, Belluno, città periferica agli eventi musicali. Il tutto tra le musiche tipiche di un fine e di inizio d’anno: non solo la dinastia Strauss, ma anche un incursione tra le musiche per danza dalle opere di Borodin e Mussorgsky, assieme al valzer da concerto di Glazunov. Si succedevano alla guida del complesso musicate i maestri Stefano Torboli, Giancarlo Guarino e Delio Cassetta.
Interessante è anche il percorso di formazione dell’Orchestra delle Alpi, animata dai fratelli roveretani Giada, Barbara e Klaus Broz, che raccoglie una trentina tra giovani musicisti professionisti trentini e parti da importanti orchestre nazionali. L’orchestra collabora all’Associazione Euritmus di Rovereto che cerca di mantenere la tradizione dell’opera lirica allestita in provincia contribuendo, una volta all’anno, alla messa in scena di un titolo lirico (quest’anno era il Don Pasquale di Donizetti) tessendo collaborazioni con l’ambito della formazione musicale territoriale. Un gran lavoro di fatica e di pazienza, ma che è avvalso all’orchestra il riconoscimento del Ministero della Cultura, unica realtà orchestrale trentina a fregiarsene, assieme all’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Inoltre sta conducendo un progetto di attività concertistiche con province limitrofe, in questo caso Vicenza e Belluno sfondando in una regione, quella Veneto, ricca di eventi, ma assai concentrati nei capoluoghi maggiori (Padova e Venezia) trascurando città decentrate, come nel caso di Belluno, dove hanno portato il loro programma musicale.
E così anche Arco, di tradizione asburgica per essere stata centro della piccola corte dell’arciduca Alberto d’Asburgo, assieme a Ledro, valle limitrofa a Riva del Garda, hanno avuto nell’arco della giornata del 1 gennaio il loro Concerto di Capodanno.
Esauritissimo l’appuntamento pomeridiano nella vasta platea del salone del Casinò di Arco, come gradito quello serale al teatro comprensoriale della Valle di Ledro con un pubblico locale capace di apprezzare la musica colta, avendo l’abitudine di appuntamenti estivi di prestigio.
L’orchestra in questa occasione era diretta dal maestro Giancarlo Guarino,una presenza di prestigio del panorama orchestrale trentino per la lunga esperienza nel creare e dirigere ensemble e orchestre di ambito giovanile. Il programma, brillantemente illustrato da Klaus Broz, primo violoncello e anima dell’organico orchestrale, era suddiviso in due parti con i primi 3 brani che illustravano la tradizione delle danze nell’ambito della musica russa: dalle Danze Polovesiane dall’opera Principe Igor di Alexander Borodin, alle Danze delle schiave persiane dall’opera Khovanshchina Modest Mussorgsky per concluderse con Glazunov e il suo Valzer da Concerto che riassume quanto della tradizione musicale viennese fosse transitato nella cultura musicale russa.
E la musica viennese diventa protagonista con la dinastia Strauss, Johann padre e figlio e Joseph, con i loro Galop e piccole storie del bosco viennese, descrittive di un clima da cartolina antica natalizia di lustrini e paesaggi innevati. Non è mancato il divertimento con le polke variamente assortite (Feuerfest, Auf dem Jagd, e Winter Lust schnell Polka) dove i musicisti, opportunamente scelti per le loro competenze di “stare al gioco” si cimentano tra il battere di incudini, colpi di fucile, sonagli e colpi di frusta. La capacità dell’orchestra e del maestro Guarino è stata quella di aver saputo cogliere il sorriso che traspare da queste composizioni, senza eccedere nella faciloneria interpretativa, pur concendo al pubblico il piacere dell’ascolto de Sul bel danubio blu e la partecipazione collettiva alla Marcia di di Radetzky. Un concerto di capodanno senza tanti clamori mediatici ma confezionato con il gusto della raffinatezza interpretativa.