Verona, Teatro Filarmonico, 22 gennaio ore 15.30
Stagione lirica 2023
Le Nozze di Figaro
Commedia per musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Libretto di Lorenzo Da Ponte
Editore Baerenreiter Verlag, Kassel
Rappresentante per l’Italia Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano
Direttore Francesco Ommassini
Regia, scene e costumi Ivan Stefanutti
Luci Claudio Schmid
Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Arena di Verona
Maestro del Coro Ulisse Trabacchin
Allestimento Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine
Personaggi e interpreti
FIGARO Giulio Mastrototaro
SUSANNA Sara Blanch
IL CONTE D’ALMAVIVA Alessandro Luongo
LA CONTESSA D’ALMAVIVA Gilda Fiume
CHERUBINO Chiara Tirotta
MARCELLINA Rosa Bove
DON BARTOLO Salvatore Salvaggio
DON BASILIO Didier Pieri
DON CURZIO Matteo Macchioni
BARBARINA Elisabetta Zizzo
ANTONIO Nicolò Ceriani
UNA CONTADINA Manuela Schenale
UNA CONTADINA Tiziana Realdini

Le nozze di Figaro.W.A.-Mozart al Teatro Filarmonico di Verona (Foto Ennevi)

Domenica 22 gennaio il Filarmonico di Verona ha dato inizio alla stagione Lirica con una rappresentazione di Le nozze di Figaro di grande successo, sfiorando il sold-out ed ottenendo ampio apprezzamento da parte del pubblico. Due secoli e mezzo fa, nel gennaio del 1770, un Mozart non ancora quindicenne iniziava il suo primo viaggio in Italia, soffermandosi per qualche settimana nella sua tappa iniziale, Verona. Qui avrebbe regalato al pubblico scaligero ben due esibizioni: un concerto organistico nella chiesa di San Tomaso Cantuariense, ed uno pianistico nella Sala Maffeiana del Teatro Filarmonico. Nello stesso teatro, in occasione della quarta edizione della rassegna concertistica dedicata al compositore salisburghese, la Fondazione Arena di Verona inaugura la stagione d’Opera 2023 con il primo dei titoli frutto della fortunata collaborazione con Lorenzo Da Ponte: Le nozze di Figaro. L’articolata vicenda, tratta dal secondo capitolo della Trilogia di Figaro di Beaumarchais, fu tradotta ed adattata da Da Ponte proprio su richiesta di Mozart, e da lui musicata 15 anni dopo quel primo viaggio italiano. Viaggio che – insieme ai successivi – condizionò culturalmente e stilisticamente il compositore, la cui commedia buffa è allo stesso tempo un tributo alla tradizione operistica italiana ed un rivoluzionario punto di innovazione rispetto alle convenzioni liriche settecentesche.
L’allestimento proposto viene dalla Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine, e porta la
firma di Ivan Stefanutti per regia, scene e costumi. Il lavoro, curato con l’assistenza di Filippo Tadolini, è una lettura pulita ed ordinata di una storia il cui intreccio è già sufficientemente controverso. Luoghi e tempi ricalcano l’originale collocazione della vicenda, e circondano i protagonisti scene tutto sommato semplici, ma ben curate, che si completano del lavoro di Claudio Schmid alle luci. La linearità e la funzionalità degli spazi creano un ambiente ottimale per i movimenti scenici, piacevoli e mai eccessivi, e caratterizzano un’interpretazione registica che – pur senza grandi momenti di stupore o sorpresa – è nel complesso molto apprezzabile e ben posta a servizio dell’azione musicale.
La direzione musicale è di Francesco Ommassini, che si conferma un’ottima guida per le
maestranze del teatro veronese proponendo una lettura scrupolosa dell’Opera.

Le nozze di Figaro.W.A.-Mozart al Teatro Filarmonico di Verona (Foto Ennevi)

Si percepisce infatti un certo lavoro di cura nell’interpretazione dei meravigliosi passaggi
musicali di cui queste pagine sono colme, e le scelte agogiche – sempre pertinenti –
conferiscono all’esecuzione la gradevole spigliatezza che merita. Ottimo il suono, merito di un’orchestra della fondazione Arena particolarmente in forma, che padroneggia la partitura e conferma di possedere tutti i mezzi per affrontare senza compromessi anche questo repertorio. Un po’ meno decisi gli interventi del coro, preparato da Ulisse Trabacchin, che penalizzato forse da una scomoda collocazione a ridosso del fondale fa il suo, ma senza dimostrare la grande capacità musicale che possiede. Bene il rapporto tra la buca e il palco, grazie anche all’attenzione che Ommassini pare prestare alla scena, e buono il rapporto sonoro tra i due, a meno forse di una leggera disproporzione iniziale, a favore dell’orchestra, andata poi ad assestarsi.
Altrettanto valido il contributo del cast, abbastanza giovane e con molti artisti al debutto nel ruolo, che dopo un inizio leggermente incerto trova presto sia una sicurezza musicale, sia quell’intesa necessaria a rendere appieno la personalità di ogni soggetto. Nel ruolo del titolo, Giulio Mastrototaro dimostra di possedere un importante strumento vocale ed una divertente capacità di dar vita al personaggio. L’interpretazione musicale è abbastanza lineare,  convincente, e il risultato complessivo è un Figaro che conquista presto l’apprezzamento del pubblico. Al suo fianco, Susanna è interpretata dal soprano Sara Blanch, che un annuncio prima dell’inizio dello spettacolo comunica essere indisposta, ma decisa ad affrontare comunque l’esibizione. Di piacevole presenza scenica, mette in campo tecnica e gusto, con una performance che parte un po’ in sordina e migliora ad ogni aria, convincendo presto quanti potrebbero essersi fatti, dopo le primissime scene, un’idea sbagliata sulle capacità vocali e musicali.

Le nozze di Figaro.W.A.-Mozart al Teatro Filarmonico di Verona (Foto Ennevi)

Il Conte e la Contessa di Almaviva sono, rispettivamente, Alessandro Luongo e Gilda
Fiume, uno consolidato nel ruolo, l’altra al debutto. Luongo si dimostra presto uno dei
personaggi meglio riusciti della produzione, grazie ad una scintillante combinazione tra
l’interpretazione, simpatica e vivace, e l’indubbia capacità vocale e musicale. Stessa
capacità che pare non mancare alla Contessa, forse un po’ meno coinvolgente come
personaggio, ma dalla vocalità ricca e dalla tecnica ammirevole. Ottimo anche il Cherubino
di Chiara Tirotta, appassionato e coinvolto nella vicenda e di simpatica presenza scenica, la cui prova vocale è come sempre di qualità. Ultima coppia sul palco, Marcellina e Don Bartolo sono interpretati da Rosa Bove, ben calata nel personaggio e di interessante vocalità, e Salvatore Salvaggio, forse un po’ più incerto, ma nel complesso riuscito. Completano il cast Didier Pieri nei panni di Don Basilio, Matteo Macchioni in quelli di Don Curzio, Elisabetta Zizzo nel ruolo di Barbarina, Nicolò Ceriani in Antonio e le due contadine, Manuela Schenale e Tiziana Realdini.

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