Verona | Fondazione Arena di Verona | 5 agosto 2023, ore 20.45
100° Arena di Verona Opera Festival
Tosca
Melodramma in tre atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
Musica di Giacomo Puccini
Floria Tosca Sonya Yoncheva
Mario Cavaradossi Vittorio Grigolo
Il Barone Scarpia Roman Burdenko
Cesare Angelotti Giorgio Manoshvili
Il Sagrestano Giulio Mastrototaro
Spoletta Carlo Bosi
Sciarrone Nicolò Ceriani
Un Carceriere Dario Giorgelè
Un Pastore Erika Zaha
Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Arena di Verona | Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Coro di voci bianche A.d’A.Mus. | Direttore Elisabetta Zucca
Direttore Francesco Ivan Ciampa
Regia, scene, costumi, luci Hugo De Ana
***
L’imponenza vocale è un requisito essenziale per una Tosca, e la voce sontuosa di Sonya Yoncheva riempie senza sforzo le linee svettanti di Puccini. Anche a pieno volume la sua voce non cede mai in termini di bellezza ed elasticità, abilmente ridimensionata dal giovane soprano bulgaro, per accarezzare le melodie morbide e seducenti di Puccini. La sua Tosca è maliziosa quando stuzzica Cavaradossi e piena di ardore e preghiera nella grande aria “Vissi d’arte”, il cui finale è stato gestito in modo squisito. Nel complesso l’approccio della Yoncheva ha reso la sua diva romana commovente e tragica.
Roman Burdenko è uno Scarpia giustamente vile, blasfemo e brutale. Forse la sua voce non è così incisiva, ma il suo ritratto della demoniaca guardia nera di Puccini è ricco di veleno, alimentato da una galante lussuria. Non avrebbe guastato una maggiore presenza vocale per eguagliare i brividi scatenati dall’orchestra e dal coro nel “Te Deum”, uscita nell’atto successivo, quando Burdenko ha tuonato minacciosamente dando voce della conquista di Tosca e della morte del suo amante.
Vittorio Grigolo ha prestato a Cavaradossi un tenore bello e propulsivo, caratterizzato da una presenza scenica molto dinamica. I suoi acuti risuonano con sicurezza e muscolarità. Lo stile “a tutto gas” di Grigolo in “Recondita armonia” ha rivelato il cuore di un rivoluzionario artista; Carico di emozioni il canto morbido delle misure iniziali del terzo atto che il pubblico ha prontamente riconosciuto chiedendo un BIS a scena aperta di “E lucevan le stelle”. Lacerante il suo aggrapparsi disperatamente a Tosca prima dell’esecuzione mortale.
Molto convincente l’interazione tra i tre cantanti. Son volate scintille quando Tosca ha duellato vocalmente e fisicamente con Scarpia. Lui si è avventato su di lei come un leopardo sulla sua preda, mentre lei gli ha dato la pugnalata che serviva. Così come Grigolo si è liberato delle vesti sognanti di artista e si è trasformato in un vero e proprio eroe alla notizia della vittoria di Napoleone in battaglia. L’estasiante espressione finale di amore e trionfo di Tosca e Cavaradossi in “Amaro sol per te m’era il morir” è stata autentica ed emozionante.
La brillantezza canora e attoriale non si è limitata ai tre protagonisti. Giulio Mastrototaro ha interpretato un sacrestano pignolo e officioso, unico sollievo comico dell’opera. Giorgi Manoshvili è stato un Angelotti vigoroso e risonante. Ogni apparizione di Carlo Bosi nel ruolo di Spoletta ha fatto scendere un brivido lungo la schiena. E il canto del pastore della giovanissima Erika Zaha è stato puro e angelico.
Francesco Ivan Ciampa ha condotto un’esecuzione che ha abbracciato sia il dramma della partitura di Puccini che il cast vocale che aveva a disposizione. Ha sostenuto i cantanti impiegando un uso generoso del rubato, rapidi cambi di dinamica e assecondando più volte la volontà di allungare una frase in modo da spremere fino all’ultima goccia di emozione. L’orchestra e il coro dell’Arena hanno risposto al suo tocco con precisione e grande intensità. Da segnalare l’ottima interpretazione del potente “Te Deum”. Piccolissimi gli scollamenti tra orchestra e coro, forse per la disposizione dello stesso. Una Tosca da assaporare!
A fine spettacolo successo caloroso per tutti.
P.S. Accompagnano la rappresentazione un pubblico meno disciplinato del solito e drone alquanto rumoroso!