Bolzano Festival Bozen 2023 | Teatro Comunale di Bolzano | 3 settembre 2023, ore 10
Grand Finale 64° Ferruccio Busoni International Piano Competition
S.Prokif’ev Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in Do magg., op. 26
Anthony Ratinov pianoforte
S. Rachmaninov Rapsodia su tema di Paganini, op. 43
Arsenii Mun pianoforte
P.I. Cajkovskij Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in si bem. min., op. 23
Ryota Yamazaki pianoforte
Orchestra Haydn Orchester di Bolzano e Trento | Arvo Volmer direttore
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Dopo aver superato le prime selezioni (più di 600 candidati iniziali) ed essersi esibito nel Glocal PIano Project insieme ad altri 110 giovani pianisti da tutto il mondo, entrando a far parte dei 35 candidati finalisti approdati a Bolzano per affrontare le serrate prove finali del concorso (due fasi solistiche, una prova cameristica e la Finalissima con orchestra) Arsenii Mun (24 anni) trionfa nella 64° Edizione del Concorso Pianistico Internazionale “Ferruccio Busoni”.
Il giovane pianista russo si aggiudica insieme al primo premio anche il prestigioso Premio Michelangeli, assegnato solo in caso di verdetto unanime della giuria (non veniva conferito da più di dieci anni!), il tradizionale Premio del Pubblico e, per completare l’en plein il Premio Alice Tartarotti, il Premio Keyboard Career Development e il Premio della Senior Jury. Già Yamaha Artist nel 2019, Mun ha ottenuto riconoscimenti importanti in numerosi altri concorsi e attualmente è iscritto alla Juilliard School of Music di New York, dove prosegue la sua formazione con Sergei Babayan. La matinée (ore 10 del mattino per permettere la visione in diretta streaming oltre i confini nazionali e sulla piattaforma Deutsche Grammophon Stage+ e Amadeus.TV) inizia con un saluto del raggiante direttore artistico Peter Paul Kainrath che annuncia l’assegnazione del sesto premio a Zitong Wang (da tenere d’occhio, vince il Premio speciale per la migliore interpretazione di musica pianistica contemporanea), del quinto a Ron Maxim Huang (Premio Marisa Windisch – più giovane tra i finalisti) e del quarto ad Antonio Chen Guang (Premio per la migliore interpretazione di un’opera di Ferruccio Busoni). A questo punto la finale può iniziare, l’orchestra è schierata con diversi nuovi volti e musicisti aggiunti, ed entrano sul palco anche il direttore Arvo Volmer (direttore principale della compagine regionale dal 2014 al 2020) e il primo candidato, Anthony Ratinov (26 anni).
Il giovane statunitense offre un’ottima lettura dello “spinoso” Concerto di Prokif’ev, interpretato in maniera molto sobria, senza alcun tipo di retorica o spettacolarità, con un gusto altamente misurato e
un’ impressionante consapevolezza e resa dell’ architettura complessiva del brano. L’orchestra dal canto suo riesce a sostenere il solista, purtroppo in alcuni momenti non asseconda le sue inflessioni dinamiche e arriva (almeno dalla platea) a coprirne alcuni passaggi delicati. Dopo un cambio di gran coda (prezioso l’apporto del leggendario Giulio Passadori – concessionario Steinway & Sons), saltella sul palco il secondo candidato, Arsenii Mun. Ricco di personalità, riesce a ricreare il suo mondo interiore usando le note di Rachmaninov, interpretandone le frasi forse in maniera corretta, forse no, sicuramente rischiando il tutto e per tutto sul momento, sulle proprie dita. La sua tecnica è indiscutibile, come la sua giovane età è un dato di fatto, colpisce la sua palese fame di musica e di vita, che permea ogni originale sfumatura della sua entusiasmante lettura.
L’ultimo round della competizione internazionale spetta a Ryota Yamazaki (25 anni). L’entrata sul palco è di certo più disciplinata di quella del collega Mun così come la sua interpretazione del concerto di Cajkovskij risulta presente e convinta nei passaggi più virtuosi, seppur con qualche sbavatura, ma meno credibile in quelli più lenti e lirici, realizzati con un suono elegante e piacevole ma poco efficace. Ottimo il solo del flautista aggiunto Yuri Guccione. Il vincitore del Premio Busoni oltre ad aggiudicarsi un premio in denaro di 30.000€ offerti dalla Città di Bolzano, ha anche diritto a due anni di management artistico gestito dalla Fondazione Busoni-Mahler, con la possibilità di esibirsi in molte importanti istituzioni concertistiche a livello mondiale. Quest’anno, inoltre, al vincitore sarà offerto un programma di mentoring che include concerti ed incontri con importanti partner del mondo musicale cinese, un orizzonte in costante sviluppo per chi si occupa a livello artistico ed imprenditoriale di musica classica. Anche la collaborazione con STAGE+, la piattaforma di streaming lanciata recentemente dalla Deutsche Grammophon, avrà dei benefici per il vincitore del concorso, includendolo nella serie Rising Star con una produzione che comprenderà una presentazione audiovisiva del concerto e delle pubblicazioni audio digitali. Un plauso alla giuria, presieduta dalla pianista argentina Ingrid Fliter, affiancata non solo da illustri pianisti ma anche da operatori culturali come l’italiana Fulvia de Colle (direttrice artistica – Fondazione Musica Insieme) e Clemens Trautmann (CEO – Deutsche Grammophon).
Un plauso a tutti i selezionati arrivati alla Finale di un percorso che richiede non soltanto un enorme talento musicale e spiccate capacità tecniche ma anche nervi saldi, costanza e molto coraggio.
Si conclude così la 64° edizione del Concorso Pianistico Internazionale Busoni, confermando la costante crescita di questa importante manifestazione musicale. Le fasi finali del concorso si possono rivedere sul sito: https://competition.busoni-mahler.eu/