La Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova, oltre a mettere in cartellone una stagione di teatro musicale e una di musica sinfonica, promuove la ricerca storico-artistica e scientifica in campo musicale, anche attraverso la collaborazione con università, accademie, conservatori, istituzioni concertistiche, centri musicali ed altri teatri lirici, italiani e stranieri. Organizza e gestisce percorsi di formazione artistica nei settori del teatro, della musica e più in generale in quello culturale, tra quali primeggia l’Accademia di alto perfezionamento vocale e di inserimento professionale per cantanti, fondata nel 2020, che ogni anno propone un percorso formativo ad hoc, i cui allievi sono protagonisti di un titolo nel cartellone lirico. Ne è direttore artistico Francesco Meli, tenore di chiara fama, che nell’attuale stagione del Teatro alla Scala ha cantato col ruolo del titolo nel “Don Carlo”; la coordinatrice è Serena Gamberoni, soprano di origini trentine, conosciuta sulle scene internazionali per bravura, bellezza ed eleganza. L’Accademia ha lo scopo di offrire un ciclo formativo completo, così da valorizzare le nuove generazioni di cantanti dando loro concrete opportunità professionali, soprattutto attraverso il debutto nelle stagioni liriche genovesi. In coincidenza con l’inizio dei corsi dell’Accademia, fissato per il 15 gennaio abbiamo intervistato Serena Gamberoni e Francesco Meli, in un breve intervallo tra i loro numerosi impegni artistici.
Cominciamo col parlare delle novità di quest’anno.
Abbiamo incrementato il numero di allievi e allieve: sono quattordici cantanti e tre pianisti; la più giovane è nata nel 2002 e la più grande ha 30 anni. Sono tanti, soprattutto se si considera il notevole impegno del Teatro nel sostenerli: in pratica sono tutti stipendiati, cioè titolari di una borsa di studio, oltre a essere spesati di vitto e alloggio. Siamo perciò molto contenti di aver potuto aumentarne il numero. Per regolamento non possono lavorare nei ruoli minori di altre produzioni, come avviene nelle accademie di altri enti lirici, ma si dedicano solo allo studio: su questo punto il sovrintendente Claudio Orazi è stato d’accordo con noi fin dal primo giorno. Le accademie dei grandi teatri solitamente garantiscono solo la borsa, che spesso è insufficiente per mantenersi per tutta la durata dei corsi. Con noi le giovani voci compiono un percorso accademico a costo zero.
Su quali titoli si prepareranno?
Canteranno in una doppia stagione: per la prima parte dei corsi saranno impegnati in operine quali “Il maestro di cappella”, due titoli di Donizetti, “Il Conte Ugolino” e “Pigmalione”, la cantata “Giovanna d’Arco” di Rossini e “Phaedra” di Britten. Sono previste quattordici “alzate”; le opere sono di breve durata e verranno rappresentate accoppiate, al Teatro della Gioventù. Sono lavori interessanti, ad esempio “Phaedra” è poco eseguita; “Il maestro di cappella” sarà rappresentata anche sul territorio, grazie alla convenzione con il Conservatorio di Genova che ci mette la sua orchestra e con l’Accademia di Belle arti, che realizza le scene e i costumi. La seconda parte del corso sarà dedicata alla preparazione del “Barbiere di Siviglia”, che concluderà la stagione lirica, con la regia di Damiano Michieletto, i costumi di Carla Teti e Giancarlo Andretta alla direzione dell’Orchestra e del Coro del Teatro Carlo Felice.
Quanto durano i corsi?
Durano cinque mesi, dal 15 gennaio al 15 maggio, comprensivi della produzione del “Barbiere”. Allievi e allieve mettono in pratica ciò che hanno appreso in una produzione vera, con prove di regia, inserita in una vera stagione, in un teatro che ospita 2000 spettatori. I giovani cantanti si trovano a essere colleghi di professionisti di grande esperienza, messi alla pari con loro. Teniamo a sottolineare che la produzione è completo appannaggio dell’Accademia, i ruoli sono coperti solo da allievi e allieve dell’Accademia.
Tutti gli iscritti arriveranno a cantare nella stagione?
Vengono messi a bando i ruoli di un’opera, per il “Barbiere” sono tredici, suddivisi in due cast, per cui tutti gli allievi e le allieve canteranno in teatro. Quest’anno abbiamo ammesso una persona in più, una ragazza sarda particolarmente meritevole, che ha accettato l’ammissione senza ruolo; per lei abbiamo ottenuto una borsa, ma farà un’esperienza di solo studio.
Probabilmente la preselezione che operate è molto severa.
Effettivamente lo è, richiediamo degli standard alti. Ci basiamo su registrazioni video, in modo da non costringere candidati e candidate a intraprendere un viaggio che può non avere esito positivo; se abbiamo dei dubbi convochiamo la persona e la ascoltiamo dal vivo. Finora le aspettative sono state sempre confermate, siamo orgogliosi degli allievi dell’Accademia.
Vogliamo parlare un po’ dei docenti?
Avremo Davide Cavalli quale direttore musicale; per le voci, i docenti sono scelti in base all’opera che si allestirà, cioè cantanti che l’hanno interpretata, la conoscono bene e sono perciò in grado di guidare al meglio i giovani. Quest’anno, oltre a noi, ci saranno pertanto degli interpreti rossiniani di prim’ordine, quali Daniela Barcellona, Paolo Bordogna, Roberto De Candia; poi Michele D’Elia, preparatore per l’Accademia della Scala e, per la regia, Fabio Sparvoli, collaboratore di Hugo De Ana. Gli allievi curano anche il benessere fisico con la gyrokinesis, una tecnica per togliere la tensione muscolare e permettere al fisico di rispondere al meglio. Hanno inoltre a disposizione un foniatra per cinque mesi: possiamo far loro iniziare la carriera in perfetta forma.
Con quali istituzioni vi relazionate?
Con il Conservatorio e con l’Accademia di Belle Arti, come già detto. Il Sovrintendente del “Carlo Felice” Claudio Orazi ci è vicino, abbiamo avuto carta bianca per organizzare i corsi. Abbiamo iniziato nel periodo del Covid, in un momento sfavorevole, ma abbiamo costruito tanto e sviluppato tantissimo, con uno sforzo non indifferente; cerchiamo sempre di espanderci e di migliorare.
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