Archivio Storico Ricordi | Milano – Palazzo di Brera
Definito da Luciano Berio “una cattedrale della musica”, l’Archivio Storico Ricordi è comunemente considerato il più importante archivio musicale privato al mondo. Fondata nel 1808, la Ricordi fu – fino ai primi decenni del ‘900 – una straordinaria impresa familiare, profondamente legata alla personalità del suo fondatore Giovanni (1785-1853), di suo figlio Tito I (1811-1888), del nipote Giulio (1840-1912) e del bisnipote Tito II (1865–1933). Questa forte impronta dinastica ha favorito la permanenza nel tempo di prassi aziendali consolidate, e la conservazione di una documentazione d’impresa sicuramente percepita anche come patrimonio familiare. Prima dell’invenzione del telefono, la stragrande maggioranza delle transazioni di un’impresa avveniva per iscritto, e per nostra grande fortuna Casa Ricordi ha scrupolosamente conservato molte delle lettere ricevute da compositori, librettisti, cantanti, direttori, impresari o semplici clienti, così come ha ordinato le lettere spedite in una monumentale serie di copialettere.
Nell’ordine dei faldoni sono conservati, ovviamente, i manoscritti originali di 23 delle 28 opere di Giuseppe Verdi, tutte le opere di Giacomo Puccini (con la sola eccezione de La Rondine), di compositori come Bellini, Rossini e Donizetti fino ai contemporanei come Nono, Sciarrino e Bussotti. Si tratta non soltanto di opere, ma anche di musica da camera e sinfonica. Tra le pagine più antiche troviamo i 24 Capricci di Niccolò Paganini, tra le più recenti la trascrizione per orchestra de L’arte della fuga di Bach, del 1992 di Franco Donatoni (tra cui la trascrizione per orchestra de L’arte della fuga di Bach, del 1992). Inoltre un gran numero di romanze, tuttora eseguite in Italia, di Francesco Paolo Tosti e altri autori, trascrizioni, adattamenti e riduzioni, nonché una serie di testi di didattica musicale.
L’Archivio vanta un ricchissimo patrimonio iconografico legato alle prime rappresentazioni, composto da bozzetti scenici, figurini dei costumi, schizzi e piante sceniche, il fondo fotografico e quello epistolare oltre ad una ricchissima documentazione aziendale, che permette di ricostruire la genesi di grandi capolavori operistici e lo sviluppo dell’editoria musicale dell’800 e del 900. La sezione iconografica dell’Archivio dà la possibilità di conoscere un patrimonio che non è solo legato all’attività strettamente musicale, ma si estende a quello pittorico, scenografico, e delle arti minori (si pensi alla storia del costume, all’arte orafa), aziendale (ricostruendo i rapporti che intercorrevano fra editore e artista, fosse musicista, poeta o grafico), e al mondo del teatro (dall’impresario ai cantanti, ai direttori d’orchestra).
Lo straordinario prestigio dell’Archivio risiede nella varietà dei documenti conservati, che offrono una visione completa della cultura, dell’industria e della società negli ultimi due secoli di storia italiana. L’Archivio, ospitato presso la Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, raccoglie circa 8.000 partiture, oltre 31.000 lettere di musicisti, librettisti e cantanti, circa 13.500 bozzetti e figurini, più di 10.000 libretti, 6.000 foto d’epoca, manifesti Art Nouveau firmati da alcuni dei grandi artisti della grafica.
La collezione permette di ripercorrere la vita umana e professionale di molti compositori, partendo dalle loro primissime opere, ad esempio Oberto Conte di San Bonifacio di Verdi e Le Villi di Puccini, fino ad arrivare ai loro ultimi capolavori, come il verdiano Falstaff e l’incompiuta Turandot di Puccini.
E proprio a quest’ultimo, nel centenario dalla sua scomparsa, sarà dedicata la mostra multimediale Opera Meets New Media – Puccini, Ricordi and the Rise of the Modern Entertainment Industry. La mostra, che è stata aperta al pubblico fino al 16 maggio nella sede Bertelsmann di Berlino e ha ispirato oltre 10.000 visitatori, arriverà in Italia il prossimo autunno con il titolo Puccini – Opera Meets New Media e sarà allestita presso il Museo Teatrale alla Scala di Milano dal 24 ottobre al 10 gennaio 2025.
La mostra racconta la storia della straordinaria simbiosi tra attività commerciale e creazione artistica già praticata da Puccini e dal suo editore Ricordi nel secolo scorso. Essa ripercorre la rapida ascesa delle registrazioni sonore e dei film come concorrenti dei teatri d’opera e dell’attività tradizionale degli editori musicali. Altri temi spiegano le nuove, moderne ed efficienti strategie di marketing sviluppate da Casa Ricordi per commercializzare il proprio repertorio operistico, il “branding” del compositore di maggior successo della casa editrice e della sua attività in espansione a livello globale. Grazie al vasto patrimonio dell’Archivio Storico Ricordi, che ripercorre l’intera attività compositiva di Puccini attraverso una ricca documentazione della genesi delle sue opere – lettere, documenti commerciali, registri compositivi, pubblicazioni e molte altre testimonianze contemporanee – i materiali esposti e le installazioni descrivono le sfide dei nuovi media dell’epoca sul diritto d’autore e sullo sfruttamento dei diritti di esecuzione. Tra i documenti inediti, gli abbozzi per il duetto finale di Turandot, che il Maestro aveva portato con sé a Bruxelles, dove era andato nella speranza di trovare una cura per la sua malattia. Lontani dall’offrire una chiara traccia completa di quanto avesse in mente per il finale dell’opera, rappresentano tuttavia un commovente scorcio nelle ultime espressioni del processo compositivo di Puccini.
Un’opera unica al mondo… un archivio vivo, che tutela, preserva e promuove con energia radiante la conoscenza del nostro patrimonio artistico.
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