Ancora qualche tempo di attesa e poi verrà disvelato all’attenzione della città di Riva del Garda il Conventino annesso alla Chiesa dell’Inviolata di Riva del Garda, a conclusione di un lungo lavoro non solo di riqualificazione edilizia, ma anche di risoluzione di secolari contenziosi giuridici tra Comune e Curia vescovile per la riconoscibilità di secolari oneri missatici. E nel frattempo prosegue l’indagine storia e architettonica sul Tempio che non lascia mai di sorpendere per la quantità di significati e pregi artistici che custodisce al suo interno e per la sua storia, compendio che fino al 1964 era parte integrante del tessuto educativo cittadino.
Tra le proposte editoriali che il MAG-Muso Alto Garda ha varato in questi primi mesi del 2021, che sicuramente susciterà interesse e curiosità in chi ha cuore i beni monumentali della nostra città, è stato presentato in web, mercoledì 10 marzo la pubblicazione “Il tempio armonico. Musica e architettura all’Inviolata di Riva del Garda e in altre chiese” edito dal MAG , in collaborazione con il Conservatorio F.A. Bonporti di Trento, sez. di Riva del Garda e con l’attiva partecipazione della Soprintendenza per i beni culturali. Ufficio beni architettonici della Provincia Autonoma di Trento che svolge la sua funzione di tutela sul compendio ecclesiastico dell’Inviolata, ente che si è assunto il carico fin dagli anni’80 della manutenzione straordinaria della chiesa, il suo consolidamento e restauro artistico e finalmente il recupero della parte conventuale abbandonata ancora dagli anni ’60. La pubblicazione nasce da un percorso di ricerca iniziato nel 2015 da una giornata di studi “Il Tempio Armonico Musica e architettura all’Inviolata di Riva del Garda e in altre chiese”, promossa dalla sezone di Riva del Garda del Conservatorio Bonporti di Trento, finalizzato all’analisi delle possibili relazioni tra musica e architettura che l’edificio propone. La partecipazione di esperti in diversi ambiti di ricerca hanno messo in luce le connessioni che stanno alla base del lavoro dell’architetto e del compositore in particolare quando spazio e suono si intersecano in bisogni comuni. Sono le tesi al convegno di allora proposte dal prof. Massimo Priori, uno dei membri del comitato organizzativo del Convegno composto tra l’altro dai docenti del “Bonporti” Franco Ballardini, Anna Vildera nonché dal musicologo Antonio Carlini ed a ricercatori nell’ambito deli studi musicali e architettonici.
L’intesa era di trovare delle affinità tra l’architetto e il compositore: due figure accomunate da un percorso progettuale lungo e complesso e il cui risultato, l’edificio, la composizione musicale, rappresentano il vertice di un più ampio lavoro di ricerca e studio, e dove il molteplice diviene il filo conduttore per organismi, architettonici e musicali, caratterizzati da complesse strutture e relazioni. Il contributo del prof. Massimo Priori è stato quello di evidenziare i rapporti di proporzione dell’edificio e gli intervalli musicali che combinati restituiscono la percezione di una perfetta armonia nella percezione dello spazio. L’arch. Cinzia D’Agostino, responsabile dei cantieri di restauro, la definisce una “mirabile macchina di lode” per la perfetta percezione dei rapporti architettonici e decorazione, che facevano della ciesa un luogo di esperienza “anagogica”, ossia vivere una esperienza spirituale dalla forte valenza simbolica.
Ma sopratutto trovare una identità architettonica tra edificili affini nella storia dell’arte di tardo Rinascimento, con similitudini tra edifici di devozione mariana della cerchia degli architetti della famiglia Sangallo e edifici di culto a pianta centrale con i prototipi dei Santuari, quali la chiesa di S. Maria di Loreto a Roma. Nel dicembre 2018 altro focus sull’Inviolata con la Tavola rotonda «Musica e architettura al tempo di Gianangelo Gaudenzio Madruzzo» con la partecipazione Cinzia D’Agostino, Franco Ballardini, Antonio Carlini, Monica Castellani, Mauro Grazioli, Alessandro Paris, Luca Siracusano. L’11 dicembre 1618, muoriva infatti Gianangelo Gaudenzio Madruzzo (1562-1618), capitano della Rocca di Riva, colonnello delle milizie tirolesi, nipote del cardinale Ludovico e parente dei vescovi Carlo Gaudenzio e Carlo Emanuele, amico del Duca di Mantova Vincenzo I Gonzaga e marito di Alfonsina Gonzaga dei Novellara, lei committente della costruzione nel 1603. Il tema centrale era lo studio della vita musicale all’interno del complesso religioso, presentando il ritrovato Il libro di canto di fra Ubaldo Villimpenta da Mantova scritto per la chiesa dell’Inviolata nel 1758. Il Cd in alleato alla pubblicazione testimonia la pratica del canto liturgico praticato in qugli spazi Ma finalmente si concretizza la paternità architettonica dell’edificio. Fin dal 1728 al momento della circolazione della storia dell’Ordine del Gerolimini, custodi del complesso monastico rivano fino alla sua soppressione nel 1810, del Saianello che nella sua storia dell’ordine dei Gerolimini, custodi del complesso, descrive la chiesa rivana ma non menziona alcun progettista se non un generico architetto “portugallo”.
Solo da pochi anni, con l’attenta consultazione del prof. Mauro Grazioli dell’archivio dei Gonzaga di Novellara (ramo di Alfonsina Gonzaga) e con la messa a disposizone di documentazione della famiglia Fiorio di San Cassiano si è riusciti a recuperare i contratti di appalto per l’edificazione del tempio per mano dell’architetto Pier Maria, detto il Bagnadore di Orzinuovi, operativo a Brescia e sul Garda. Da questa paternità si è riusciti a risalire a tutta una serie di relazioni e somiglianze tra edifici architettonici nell’area bresciana e trentina, al complesso di Palazzo Fugger (del Diavolo) di Trento (dello stesso periodo della chiesa di Riva del Garda) con al suo interno la cappella dei Martiri Ananuensi, progetto del Bagnadore stesso, accomunati dalla medesima visione artistica e decorativa.
Spetterà alla città saper gestire al meglio delle sue competenze questo complesso monumentale, nel rispetto della sua vocazione educativa e storica monumentale.