35° Anniversario IN MEMORIA delle vittime di Halabja
Continua il percorso del soprano di origine curda Pervin Chakar, formatasi in Italia e attiva per diversi anno nel mondo teatrale della lirica, alla riscoperta delle storia e della cultura del popolo Curdo, andando sia alla riscoperta delle antiche tradizioni musicali come affidare alla contemporaneità memoria e e ricordi delle tragedie recenti che hanno colpito il proprio popolo.
Così Pervin Chakar presenta al suo amato pubblico un nuovo album con alcune poesie composte dal poeta curdo Şêrko Bêkes di Sulaymaniyah (Iraq), in occasione del 35° anniversario del massacro di Halabja.
Il 16 marzo 1988 più di 5.000 persone furono uccise dalle armi chimiche con cui la città di Halabja venne bombardata con aerei da guerra su ordine dell’allora dittatore dell’Iraq, Saddam Hussein. Nell’album di Pervin Chakar, il compositore italiano Tommaso Saturnia ha musicato la poesia Halabja (Çwardey Mang Bû) – Quattordici del mese di Şêrko Bêkes con la traduzione italiana di Ghiath Rammo ed intitolata Una Poesia per Halabja. Attraverso il suo lavoro Vocalise per Halabja, la giovane e talentuosa compositrice Ezgi Tekin ha trasformato il massacro di Halabja in un osservatore silenzioso accompagnato dalla voce di Pervin Chakar. Le composizioni Bejn, Halabja (Çwardey Mang Bû) e Şar (Bajar) nell’album appartengono invece a Pervin Chakar, mentre la traduzione in Zazakî della composizione Şar è stata realizzata con il contributo di Roşan Lezgîn. Nell’album, le poesie di Şêrko Bêkes sono state messe in musica non solo in italiano, ma anche in due dialetti curdi, Zazakî e Sorani. La pianista tedesca Irene Cordelia-Huberti ha inoltre accompagnato le musiche di Pervin Chakar con il suo pianoforte. Le registrazioni di Bejn e Halabja (Çwardey Mang Bû) sono state effettuate nella città di Colonia, in Germania, con l’accompagnamento del musicista Memo Gül con il suo Oud e Lavta e di Mazlum Rewşen con la sua chitarra, insieme al soprano Pervin Chakar.
Oltre alle composizioni, l’album include anche le poesie di Şêrko Bêkes Yekem Deng û Diwa Deng e Sikala – Una lettera a Dio, ringiovanite dalla voce di Sîrwan Rehîm. La grafica e la copertina dell’album sono stati realizzati da Aslı Filiz.
Basato sulla poesia Halabja (Çwardey Mang Bû) di Şêrko Bêkes, l’album sarà prodotto da Pervin Chakar su tutte le piattaforme digitali dal 14 marzo 2023.
A proposito di Şêrko Bêkes [1940-2013]
È stato un poeta curdo contemporaneo della città di Sulaymaniyah, nel Kurdistan iracheno, figlio del poeta curdo Faik Bêkes. Saddam Hussein è stato influenzato dalle sue poesie e gli ha chiesto, lodandolo, di scrivere un poema epico, ma fu esiliato solo perché rifiutò l’offerta. A causa del governo oppressivo di Baghdad, Bêkes dovette fuggire in Svezia. Le opere di Bêkes sono state tradotte in arabo, svedese, danese, olandese, italiano, francese e inglese. Nel 1987 è stato premiato con la “Borsa di studio Tucholsky” del Pen Club di Stoccolma e nello stesso anno ricevette il Premio per la Libertà dalla città di Firenze. Mentre era ancora vivo, la sua vita è stata filmata e trasformata in un documentario dal regista curdo Sîrwan Rehîm. Sebbene il cognome di Şêrko, Bêkes, significhi “orfano”, ci sono in realtà milioni di persone che rivendicano le sue poesie. Bêkes ha scritto poesie dedicate alle montagne, alle pietre, alle donne, alla patria, alle pianure, alla natura, alla libertà, agli invasori, al mondo e alla città di Halabja sia per chiedere alle autorità la propria responsabilità sia per esprimere i suoi sentimenti su tutti loro.
Nel suo testamento, Şêrko Bêkes ha chiesto che il suo corpo venisse sepolto nel Freedom Park di Sulaymaniyah, sua città natale, annotando: “Seppelliscimi lì in modo che anche nella mia morte possa sentire la mia gente, la musica, le danze tradizionali e le recite dei bambini”.