Modena, Teatro Comunale Pavarotti-Freni, Venerdì 1 dicembre 2023, ore 20.30
Giuseppe Verdi
IL TROVATORE
Dramma lirico in quattro parti su libretto di Salvadore Cammarano, dal dramma El Trovador di Antonio Garcìa Gutiérrez

Il Conte di Luna Dalibor Jenis
Leonora Marta Torbidoni
Azucena Anna Maria Chiuri
Manrico Angelo Villari
Ferrando Giovanni Battista Parodi
Ines Ilaria Alida Quilico
Ruiz Andrea Galli
Un Vecchio Zingaro Domenico Apollonio
Direttore Matteo Beltrami
Regia e costumi Stefano Monti
Scene Stefano Monti, Allegra Bernacchioni
Luci Fiammetta Baldiserri
Ombre Teatro Gioco Vita
Assistente alla regia e movimenti coreografici Francesca Martignetti
Orchestra Filarmonica Italiana
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
Maestro del Coro Corrado Casati

NUOVO ALLESTIMENTO, Coproduzione Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, Azienda Teatro del Giglio di Lucca, Fondazione Teatro Goldoni di Livorno

Con un nuovo Trovatore, coprodotto con i teatri di Piacenza, Livorno, Savona, e Lucca, prosegue la stagione lirica al comunale Pavarotti-Freni di Modena. Un’altra tappa verdiana che – visto il successo del solenne Don Carlo in scena poche settimane fa – si fa attendere con aspettativa. Il titolo, si sa, è un simbolo del romanticismo verdiano, un condensato di eroismo e concitazione in grado di rapire l’ascoltatore ed immergerlo nel vortice degli eventi di una trama tanto surreale quanto trascinante. Una partitura, dunque, a cui non serve aggiungere molto: questa parrebbe essere la lettura che la regia di Stefano Monti fa dell’opera.
Tutto risulta perlopiù minimale, a partire dalle scene, curate dallo stesso Monti con Allegra Bernacchioni. Gli elementi sono infatti pochi, semplici e abbastanza costanti durante l’evolversi della vicenda. Grandi colonne rosse dalle forme rigidamente geometriche dominano gli spazi, muovendosi talvolta per seguire le necessità dell’azione. Sul palco poco altro, semplici elementi scenici di parvenza più simbolica che realistica tra cui spiccano ripetute apparizioni di croci. Ben riuscita la scelta dei pochi colori dominanti: tutto è tendente al rosso, al nero o ad altre tonalità scure e tenebrose, e l’effetto visivo ben si addice al clima della vicenda. Aiutano di certo anche le efficaci luci curate da Fiammetta Baldiserri e le ombre realizzate dal Teatro Gioco Vita. I costumi sono forse l’unico elemento in grado di ricondurre l’azione ad una dimensione più realistica, collocandola nel suo tempo. Sostanzialmente semplici, ma ben curati, appaiono infatti in linea con l’indicazione quattrocentesca del libretto.

Il Trovatore Modena – Foto Rolando Paolo Guerzoni

Uno spettacolo sobrio, con caratteristiche generalmente funzionali allo svolgersi dei fatti e senza eccessi o difetti. Una soluzione che come detto lascia grande spazio alla musica, ma che a tratti appare forse un po’ troppo essenziale, facendo percepire quella lieve sensazione che manchi qualcosa. Meglio questo che le non rare esagerazioni, non c’è dubbio, ma complice forse un cast non al massimo della forma, il Trovatore modenese decolla un po’ a fatica. Ben due sostituzioni sono comunicate a pochi giorni dalla prima, entrambe per indisposizione, e anche Angelo Villari, che pare da subito un po’ affaticato, è annunciato indisposto ma disponibile a proseguire durante l’intervallo, alla fine dell’atto secondo. Il suo Manrico è ogni modo convincente e ben impersonato, e la volontà di portare a termine la rappresentazione nonostante le difficoltà fa di certo onore all’artista. Il risultato finale risente ahimè degli inevitabili effetti d’una voce fuori forma, ma più che con delusione, si lascia il teatro col desiderio di tornare a sentire Villari in una giornata migliore, perché l’intenzione musicale che traspare promette assai bene.  Dalibor Jenis è nei panni del Conte di Luna, in sostituzione di Ernesto Petti, e la sua performance è ottima sia per presenza scenica che sul piano tecnico. Lo strumento vocale è sonoro, il timbro piacevole e la lettura della meravigliosa parte del Conte denota gusto musicale. Peccato per alcuni isolati punti che risultano leggermente forzati.

Il Trovatore Modena – Foto Rolando Paolo Guerzoni

Leonora è Marta Torbidoni, anch’essa accorsa in sostituzione dell’indisposta Chiara Isotton. Con grande dote vocale, ottima capacità tecnica e un’attenta interpretazione, il suo carattere è probabilmente quello più riuscito della produzione. Lo conferma il caloroso sostegno del pubblico, che al soprano riserva l’acclamazione più generosa. Ben calata nel personaggio anche Anna Maria Chiuri, a cui spetta il ruolo della zingara Azucena. La prova vocale è piacevole e si distingue per la musicalità con cui i tratti del ruolo sono interpretati. Bene anche il Ferrando di Giovanni Battista Parodi, profondo e sonoro, ed i restanti ruoli di  Ines, che è Ilaria Alida Quilico, Ruiz, un vivace Andrea Galli, e un vecchio zingaro interpretato da Domenico Apollonio.

Il Trovatore Modena – Foto Rolando Paolo Guerzoni

La bacchetta è quella di Matteo Beltrami, che alla guida dell’Orchestra Filarmonica Italiana ricerca escursione dinamica ed omogeneità di suono. Buono l’insieme, sia in buca che tra l’orchestra e il palcoscenico, e buona anche la scelta dei tempi, sempre appropriati. Il suono è perlopiù bello e coeso, e risulta ben bilanciato tra gli elementi. Pregevole il contributo del Coro del Teatro Municipale di Piacenza, preparato da Corrado Casati, che con energia e precisione completa uno spettacolo che – senza questi interventi – mancherebbe d’uno dei suoi tratti più intensi ed avvincenti.

Il Trovatore Modena – Foto Rolando Paolo Guerzoni

Nella serata di venerdì 1 dicembre il teatro è praticamente sold-out, gremito d’un pubblico che si dimostra generoso ed indulgente nei confronti delle difficoltà incontrate. Applausi al termine delle arie più note e alla fine della rappresentazione, con particolare apprezzamento di Torbidoni e Jenis.

Il Trovatore Modena – Foto Rolando Paolo Guerzoni

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