Pesaro, Teatro Sperimentale 17 agosto
ROSA FEOLA
Direttore SESTO QUATRINI
ORCHESTRA SINFONICA G. ROSSINI
Il soprano Rosa Feola ha debuttato quest’anno al Rossini Opera Festival, il 17 agosto, in un concerto lirico-sinfonico con programma interamente rossiniano. Nata e cresciuta a San Nicola la Strada (Caserta) in una famiglia amante della musica, ha debuttato nel ruolo di Corinna (Il viaggio a Reims) all’Accademia di Santa Cecilia di Roma sotto la bacchetta di Kent Nagano; si è perfezionata all’Opera Studio dell’Accademia di Santa Cecilia con Renata Scotto e si è imposta all’attenzione internazionale vincendo il secondo premio assoluto, il premio speciale Zarzuela e il premio Rolex del pubblico al Concorso Operalia nel 2010 (al Teatro alla Scala). Ai suoi esordi ha debuttato negli Stati Uniti (Millenium Park di Chicago, Carnegie Hall di New York) diretta da Riccardo Muti; oggi è attiva sui palcoscenici dei più importanti teatri del mondo. La cantante e l’Orchestra Sinfonica “Gioachino Rossini” diretta da Sesto Quatrini hanno letteralmente conquistato il pubblico del Teatro Sperimentale in un’interpretazione eccellente, generosa di bellezza e di emozioni. Erano in locandina la Sinfonia e la cavatina di Ninetta “Di piacer mi balza il cor” da “La gazza ladra”, la Sinfonia e cavatina di Fiorilla “Non si dà follia maggiore” da “Il Turco in Italia”), la Sinfonia e la cavatina di Semiramide “Bel raggio lusinghier” da “Semiramide”, Sinfonia, scena “Di mia vita felice” e cavatina di Amenaide “No, che il morir non è” da “Tancredi”. Un programma godibile al massimo grado, con pezzi orchestrali entusiasmanti in alternanza con perle di Belcanto, che ha avuto un esito particolarmente felice grazie alla conduzione essenziale, onnipresente e di precisione assoluta di Quatrini, in perfetta armonia con gli artifici espressivi del canto e attentissima alla tessitura orchestrale e alle singole sezioni nelle sinfonie. “La gazza ladra” offre una partitura di qualità musicale altissima e uno degli intrecci di più intensa drammaticità di tutta la produzione rossiniana; la celebre Ouverture è stata inserita nella colonna sonora di “Arancia meccanica” di Stanley Kubrick e di “C’era una volta in America” di Sergio Leone; la prima aria di Ninetta è solo un esempio dell’impegnativa scrittura, nello stile belcantistico più spinto, che distingue quest’opera.
La cavatina di Fiorilla, di respiro più breve rispetto agli altri brani in programma, nella storia delle rappresentazioni del “Turco in Italia” ha avuto una funzione intercambiabile, sostituita già nel 1815 da Rossini stesso con “Presto amiche, a spasso, a spasso”; tuttora viene inserita oppure omessa a seconda delle scelte della regia. Un vero pezzo di bravura orchestrale è la sinfonia di “Semiramide”, l’ultima opera italiana di Rossini, costantemente in auge presso le orchestre in tutto il mondo, che in questa occasione veniva seguita con il fiato sospeso e salutata con un boato di acclamazioni alla conclusione. “Bel raggio lusinghier” è uno dei brani più famosi dell’opera, cantato nei giardini pensili di Babilonia mentre la regina attende l’arrivo dell’amato Arsace.
Per quanto non estesa come quella di “Semiramide”, è un capolavoro di orchestrazione anche l’Ouverture di “Tancredi”, dell’opera che Stendhal considerava la migliore della produzione rossiniana; la scena e l’aria scelte per questo programma vi conferivano ulteriore pregio, aumentandone la densità del pathos. Indescrivibile l’entusiasmo, espresso con grande fragore alla conclusione del concerto, che Rosa Feola ha dedicato all’immensa Renata Scotto, scomparsa nei giorni scorsi. L’ovazione e le chiamate in scena venivano corrisposte dalla scena “Ils s’éloignent enfin” e aria “Sombre forêt” di Mathilde (da “Guillaume Tell”), in cui la dotata cantante e la bravura degli orchestrali si facevano apprezzare ancora una volta, quale degna conclusione di un debutto davvero ottimale, coronato da un meritato, travolgente successo.