Pesaro, Auditorium Scavolini, 7 agosto 2024 ore 20.00
(altre date domenica 11, mercoledì 14, lunedì 19 agosto 2024)
Bianca e Falliero
Melodramma in due atti
Musica di Gioachino Rossini su libretto di Felice Romani
Rossini Opera Festival (nuova produzione)
Direttore Roberto Abbado
Regia Jean-Louis Grinda
Scene e costumi Rudy Sabounghi
Luci Laurent Castaingt
Maestro collaboratore responsabile e fortepiano Andrea Severi
Violoncello al continuo Jacopo Muratori
Contrabbasso al continuo Matteo Magigrana
Assistente alla regia Enza D’Auria
Assistente alle scene e ai costumi Eleonora De Leo
Personaggi e interpreti
Priuli Nicolò Donini
Contareno Dmitry Korchak
Capellio Giorgi Manoshvili
Falliero Aya Wakizono
Bianca Jessica Pratt
Costanza Carmen Buendía
Ufficiale/Usciere Claudio Zazzaro
Cancelliere Dangelo Díaz
Coro Ventidio Basso
Maestro del Coro Giovanni Farina
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

ROF 2024. Bianca e Falliero Ph. Amati Bacciardi

“Bianca e Falliero” ha aperto la 45^ edizione del Rossini Opera Festival, nell’anno in cui la città di Pesaro è capitale della cultura. Nonostante il valore indiscusso del librettista, alla trama manca quell’intreccio in grado di catturare l’attenzione e di generare aspettativa, probabilmente anche per l’autocensura preventiva operata dall’autore, visto che l’opera doveva rappresentarsi in una Milano sotto il dominio austriaco e pertanto gli argomenti del dramma originale (“Les Vénetiens ou Blanche et Montcassin” di Antoine-Vincent Arnault) potevano essere considerati sconvenienti. Nonostante ciò, l’opera all’epoca godette di numerose repliche e, forse, anche al giorno d’oggi meriterebbe un’attenzione maggiore.

La caratterizzazione dei personaggi è a tinte forti: Contareno è un vero cattivo, un falco, pericoloso per quelli che lo circondano e per la sua famiglia in particolare; Capellio è onesto e sincero: contrario alla legge che vieta ai patrizi di frequentare diplomatici stranieri, si rifiuterà di ratificare la condanna di Falliero rinviando il verdetto al Senato. Falliero ha il coraggio e l’irruenza della sua giovane età, ma una volta incarcerato entra in contatto con la realtà e, rendendosi conto di avere perso tutto, rinuncia alla lotta e invoca la morte.

ROF 2024. Bianca e Falliero Ph. Amati Bacciardi

Bianca è l’unica che osa andare oltre il limite e si reca in tribunale per testimoniare, mettendosi così in conflitto aperto con il padre. Nel melodramma rossiniano la sostanza dell’originale di Arnault risulta edulcorata: al finale tragico ne viene sostituito uno lieto, con Falliero assolto e perdonato perfino da Contareno, di conseguenza vi manca il colpo di scena horror del processo, quando togliendo il cappuccio al protagonista si scopre che questi era già stato strangolato e che a presenziare c’è solo un cadavere. Oltre all’intreccio praticamente inesistente, il lieto finale posticcio costituisce un ulteriore punto debole dell’opera, che può contare solo sulla bravura degli interpreti per non affondare: troppo repentino è il cambiamento di umore e di atteggiamento di Contareno, che nel giro di qualche secondo da accanito persecutore diventa un padre magnanimo. La messa in scena pesarese è andata a buon fine grazie alle qualità della compagnia di canto e all’indefettibile Orchestra Nazionale della Rai (fortunatamente il direttore Roberto Abbado si è ripreso in tempo dall’indisposizione dei giorni precedenti la “prima”), con Dmitri Korchak che mette in campo una vocalità adamantina, padroneggiando la scena con adeguato carattere, Giorgi Manoshvili che dona a Capellio una voce piena e costante, di timbro gradevole, Jessica Pratt davvero superlativa nel ruolo di Bianca, di presenza scenica dominante, in grado di stupire ancora una volta negli abbellimenti belcantistici esposti con sprezzatura e nell’estensione vocale che non lesina acuti e sovracuti.

ROF 2024. Bianca e Falliero Ph. Amati Bacciardi

Buona la prestazione di Aya Wakizono, nonostante la sua vocalità appaia meno prestante nel confronto con gli altri protagonisti: un Falliero con sufficienti qualità belcantistiche, buona presenza scenica, in ogni caso mai coperto dall’orchestra. Convince Carmen Buendía come Costanza, di livello adeguato la presenza del Doge (Nicolò Donini), di Pisani (Dangelo Díaz) e dell’Ufficiale/Usciere (Claudio Zazzaro). Determinante l’apporto del coro presente in ben otto numeri. La regia, rinunciando a un’impostazione storica come quella di Pier Luigi Pizzi del 1986, dà all’opera un punto di vista differente, più moderno e volutamente non definisce con nettezza il contesto dell’azione: i costumi si rifanno agli anni Cinquanta del Novecento, l’episodico inserto video all’inizio del primo atto allude a un non ben definito contesto bellico, vissuto come tragedia e causa di ansia per i Veneziani.
  
L’impostazione conta sulla caratterizzazione dei personaggi e lascia nel vago tutto il resto: un’epoca non chiaramente riconoscibile ed eventi bellici non contestualizzabili; quella sorta di delirio nel quale è immersa Bianca dopo la sua testimonianza viene materializzata da una cortina di tulle che soffonde la scena, espediente efficace a introdurre la scena finale e ad attenuarne l’incongruenza. Ottimo il successo di pubblico, nell’Auditorium Scavolini da poco completato e inaugurato in questa occasione, con un’affluenza consistente anche se distante dal “tutto esaurito”.

ROF 2024. Bianca e Falliero Ph. Amati Bacciardi

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