Rossini Opera Festival – Pesaro, lunedì 12 agosto, Teatro Rossini, ore 16
CONCERTO DI BELCANTO
Eleonora Buratto soprano
Michele D’Elia pianoforte
Gaetano Donizetti
Anna Bolena – Scena “Piangete voi?” e Aria finale di Anna “Al dolce guidami”
Vincenzo Bellini
Norma – Cavatina di Norma “Casta diva, che inargenti”
Francesco Cilea
Adriana Lecouvreur – Intermezzo (pianoforte solo)
Giuseppe Verdi
Un ballo in maschera – Aria di Amelia “Morrò, ma prima in grazia”
Giacomo Puccini
La bohème – Aria di Mimì “Si. Mi chiamano Mimì”
Manon Lescaut – Intermezzo (pianoforte solo)
Suor Angelica – Romanza di Suor Angelica “Senza mamma”
Tosca – Aria di Tosca “Vissi d’arte, vissi d’amore”
ph. ROF 2024
Oggi tra i soprani lirici più acclamati al mondo, Eleonora Buratto ha tenuto fede alla sua fama nel “Concerto di Belcanto” al Teatro Rossini di Pesaro per la 45^ edizione del Rossini Opera Festival; la sua è una vocalità che compendia le qualità necessarie per svolgere con encomio i ruoli cardine dei titoli più rappresentati nel repertorio operistico. Nel suo recital la scelta delle musiche ha privilegiato arie che richiedono capacità di immedesimazione, quella qualità che permette di trasmettere pathos e il pubblico ne ha potuto apprezzare il portato emozionale, oltre al virtuosismo vocale dell’interprete: a partire dalla Scena e Aria donizettiane, tutti i brani sono stati accolti da sonore acclamazioni.
Ammirevoli la complicità e l’affiatamento tra la solista e il pianista Michele D’Elia, che accompagnava in modo inappuntabile valorizzando i rubato e i ritardi, con dinamiche sempre puntualmente consone alla passionalità interpretativa. Spesso poco considerato, soprattutto da chi si affaccia alla carriera pianistica, l’impegnativo ruolo di pianista accompagnatore richiede grande sensibilità e spiccata musicalità, qualità che D’Elia ha esibito anche negli intermezzi da “Adriana Lecouvreur” e da “Manon Lescaut”. Entusiasmo alle stelle per “Casta diva”, la cavatina cui Maria Callas ha dato un’impronta considerata ancora oggi paradigmatica, emozione tangibile per una Suor Angelica commovente, alto gradimento per Mimì. Non sono mancati nemmeno quegli exploit rischiosi, che di consuetudine mandano in visibilio la sala, come gli acuti tenuti con generose corone nell’aria verdiana di Amelia e in “Vissi d’arte”. Eleonora Buratto non è nuova nemmeno a ruoli rossiniani, si rammentano le sue presenze al ROF nel 2021 nel ruolo di Anaï in “Moïse et Pharaon” (oltre che al Gala Rossini) e nel 2022, quale Desdemona in “Otello” e nel concerto “Tra rondò e tournedos”.
Due le arie di Rossini, la Canzone di Desdemona “Assisa a pie’ d’un salice” e la cavatina di Fiorilla “Non si dà follia maggiore” (Il Turco in Italia), concesse fuori programma ed eseguite con la prestanza di un soprano lirico piuttosto che con le caratteristiche di un soprano leggero, anche se alla cavatina di Fiorilla non difettavano gli abbellimenti. Il 2024 per Eleonora Buratto è iniziato con il Concerto di Capodanno alla Fenice, quindi è stata Amelia alla Scala nel “Simon Boccanegra” e Tosca, per la prima volta, alla Bayerische Staatsoper; proseguirà, dal 14 settembre al 6 ottobre, all’Opéra Bastille di Parigi in “Madama Butterfly”. Non ci si può sentire se non entusiasti e appagati dal recital di questa cantante straordinaria, che dimostra di meritare i riconoscimenti conferitile, come la nomina a Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana e, riguardanti invece l’ambito strettamente artistico, i due premi Abbiati, nel 2021 quale miglior cantante e il Premio Abbiati del Disco nel 2023, per la rossiniana “Messa di Gloria” diretta da Antonio Pappano con l’Orchestra e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.