Rossini Opera Festival – Pesaro, mercoledì 14 agosto, Teatro Rossini, ore 16
CONCERTO DI BELCANTO
Ramón Vargas tenore
Mzia Bakhtouridze pianoforte
Gaetano Donizetti
Preghiera “Una lagrima”
Cavatina “Ah! Rammenta o bella Irene”
Gioachino Rossini
Soirées musicales – 1. “La promessa”; 8. “La danza”
Giuseppe Verdi
Sei romanze “Deh! Pietoso, oh Addolorata”
Romanza “Il poveretto”
Album di sei romanze – “Ad una stella”
Gioachino Rossini
Péchés de vieillesse Vol. X Miscellanée pour piano
5.“Une bagatelle”
Francesco Paolo Tosti
Romanza“Ideale”
Romanza “’A vucchella”,
Quattro canzoni d’Amaranta – “L’alba separa dalla luce l’ombra”
Manuel Maria Ponce
Intermezzo n. 1 per pianoforte
Agustín Lara
“Amor de mis amores”
“Oración Caribe”
María Grever
“Cuando vuelva a tu lado”
Armando Manzanero
“Somos novios – Esta tarde vi llover” (Medley)
Si basava su romanze, canzoni e sul Rossini meno noto (quello delle “Soirées musicales”) piuttosto che su celebri arie d’opera, la compilazione che il tenore messicano Ramón Vargas ha scelto per il suo recital nell’ambito del Rossini Opera Festival 2024. Sostenuto da un pubblico generoso fin dall’inizio, quando, nei primi due brani donizettiani, la voce doveva ancora scaldarsi a dovere, Vargas proseguiva acquistando progressivamente maggiori verve ed espressività, in romantici e sentimentali brani che non falliscono mai il successo, quali sono le romanze verdiane e quelle di Francesco Paolo Tosti.
Apprezzabile e valido l’accompagnamento della pianista georgiana Mzia Bakhtouridze, che con discrezione e puntualità manifestava un suono limpido e un’articolazione fluida quanto precisa, facendosi acclamare nella “Bagatelle” per piano solo tratta dai rossiniani “Péchés de vieillesse” e nell’Intermezzo di Manuel Maria Ponce. Dichiaratamente felice e commosso per il suo ritorno a Pesaro, dove ha cantato nel 1993 col ruolo di Paolo Erisso nel “Maometto Secondo”, Vargas riservava la parte conclusiva del recital a tre compositori messicani, aprendo le porte a un genere che dalla musica leggera riesce a varcare il confine del canto lirico per mezzo delle interpretazioni di tenori quali Plácido Domingo, José Carreras, Luciano Pavarotti. Autore e interprete di musica popolare, musica leggera e bolero, Agustín Lara (1900-1970) negli anni Venti del Novecento è attivo nel mondo del cabaret; nel 1930 inizia una carriera di grandi successi alla radio, componendo anche musica per film. In Spagna era molto conosciuto per le canzoni dedicate ad alcune città spagnole (Toledo, Granada, Siviglia, Madrid); ricevette onorificenze in varie parti del mondo e alcuni suoi brani, cantati da tenori della lirica, sono entrati anche nel repertorio di cantanti quali Frank Sinatra, Frankie Laine e Caterina Valente. È avvolto nel mistero il luogo di nascita di María Joaquina de la Portilla Torres (sposata Grever, 1894-1951): a seconda delle varie fonti risulta nata, da madre messicana e padre spagnolo, in diverse città del Messico oppure su di un’imbarcazione, durante un viaggio di sua madre in Spagna. Cresciuta in Europa, dove studiò anche con Claude Debussy, dopo il matrimonio visse fino alla morte a New York e, a partire dal dal 1920, lavorò alla produzione di musica per film per la Paramount e per la 20th Century Fox. Autrice di canzoni di vasto successo, nel 1952 fu nominata “Donna delle Americhe” (dalla UWA – United Women of America) e due anni dopo uscì un film biografico su di lei, diretto dal regista cileno Tito Davison e intitolato “Cuando me vaya”, come una canzone di Grever. Maestro della canzone d’amore, Armando Manzanero Canché (1935-2020) è considerato il più grande compositore messicano del periodo post-bellico. Le sue canzoni sono state interpretate da artisti internazionali quali Roberto Carlos, Andrea Bocelli, Elvis Presley, Frank Sinatra, Josè Feliciano, Perry Como, Bill Evans, Christina Aguilera, Shirley Bassey, Plácido Domingo. Di Manzanero Mina ha inciso “Adoro” e “Somos novios”, in spagnolo e nella versione inglese “It’s Impossible”.
Anche al Teatro Rossini di Pesaro le melodie dei tre autori messicani non hanno mancato il successo, cantate con raddoppiata passionalità da Vargas e acclamate dalla sala. In conclusione, a fronte delle richieste del pubblico, si potevano ascoltare fuori programma “Te quiero, dijiste” di María Grever e “Parlami d’amore, Mariù”, il celebre motivo scritto da Ennio Neri e Cesare Andrea Bixio per la voce di Vittorio De Sica.