Roma, Sala Santa Cecilia – Auditorium Parco della Musica | 4 novembre 2023, ore 18
Stagione Sinfonica 2023/2024
Cherubini | Anacréon, ouverture
L. Van Beethoven | Concerto n. 3 in do minore per pianoforte e orchestra op. 37
J. Sibelius | En Saga, poema sinfonico op. 9
R. Strauss | Till Eulenspiegels lustige Streiche, poema sinfonico
da un’antica melodia in forma di Rondò op. 28
Igor Levit pianoforte
Orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia
Antonio Pappano direttore
Antonio Pappano torna a Roma per il suo primo concerto da direttore emerito di Santa Cecilia. Il maestro italo-inglese, Direttore Musicale designato della London Symphony Orchestra e alla sua ultima stagione da Direttore del Covent Garden di Londra, sale nuovamente sul podio dell’ orchestra dell’Accademia Nazionale, di cui è stato Direttore Musicale per 18 anni e che ha diretto in più di 650 concerti a Roma e in tournée nelle sale più prestigiose del mondo.
Pappano apre la serata con l’Ouverture dell’Anacréon di Cherubini, una rarità musicale che guida con piglio risoluto fin dai perentori accordi iniziali. Più temi vengono proposti dagli ottimi soli dell’orchestra romana per poi dissolversi nel suono unitario. Pappano riesce a far emergere l’essenza sinfonica di questa breve ouverture senza nessun effetto speciale: pulizia e rigore al servizio delle note.
A seguire il momento, forse, più atteso della serata: il Terzo Concerto per pianoforte di Beethoven, interpretato sui tasti bianco neri dal russo-tedesco Igor Levit. Considerato uno degli artisti più interessanti della sua generazione, nominato Artist of the Year ai Gramophone Classical Music Awards, fa sentire la sua voce anche in campo sociale e si impegna a favore della tutela dell’ambiente. L’inconfutabile bravura di Levit appare evidente fin dal primo movimento del concerto di Beethoven, realizzato in modo impeccabile. Il tocco del pianista è leggero, elegante ma ben definito, capace di offrire alla platea un’accattivante lettura. Levit cattura il pubblico con inaspettati e bruschi cambi di umore, trascinando nella sua emozione l’intera orchestra. Dimostra un grande controllo tecnico, spiccata musicalità e sorprendenti agilità nella totale connessione con il linguaggio della partitura. Il Largo è intimo, quasi una preghiera di Levit, chinato anima e corpo sul pianoforte. I tempi sono dilatati, languidi e Pappano riesce a indicare all’orchestra raffinati colori dal pianissimo in giù, che ben rispondono al tocco del pianista in netto contrasto con il Rondò conclusivo, ricco di brio e traboccante di fortissimi. Applausi meritati per il solista, che concede un toccante bis.
Dopo l’intervallo risuona En Saga di Sibelius, poema sinfonico del 1892 che impose il suo autore all’attenzione del mondo musicale ed è, come affermò lo stesso «l’espressione di uno stato mentale». Pappano, conscio della sua “presa” e confidenza con il pubblico romano, lo invita a canticchiare i due principali temi esposti dalle viole e dei corni (con tanto di simpatica valutazione finale della performance canora!) e incoraggia gli ascoltatori a immaginare un viaggio personale attraverso questo poema, partendo dal freddo nordico suggerito dall’attacco “gelato” degli archi per poi lasciarsi sconvolgere dai diversi stati d’animo della partitura. La passione di Pappano per questo dipinto sonoro sognante e introspettivo è palpabile e travolgente e di conseguenza il suono dell’orchestra risulta rigorosamente preciso e incredibilmente fedele e sensibile alle diverse sfumature emotive.
Gran finale con il travolgente Till Eulenspiegel di Strauss, tra le composizioni più note del compositore bavarese e ispirata alla figura di Till, personaggio del folklore tedesco. L’energia è nell’aria, i ritmi e gli equilibri sonori sono perfettamente “a piombo”. Manca, forse, un briciolo di spavalderia, tutto è al posto giusto ma potrebbe essere leggermente più spettinato.
La serata culmina, più che giustamente, in un applauso travolgente e caloroso che richiama Sir Pappano sul palco a più riprese. Una grande serata!
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