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[ Wyznoscafo-tappa 17] Damiana Dellantonio EP Plastica

… Andremo a caccia o ci verrà qualcosa di nuovo addosso? Tirerei quasi a testa o croce….- Jenkins hai uno spicciolo?
– 500 lire vintage, capitan, Mio porta fortuna…
– Daiiiiiii! Strafigo. Passa qua…
Afferro lo spicciolo in volo e mi penso; testa: immobili, croce: nen a caccia. Lo butto per aria e Jones taglia lo suspens di mezzo al suo volo.
– Segnale… Nuovo segnale! nel 355, rotta nel 230, velocita 07 nodi, distanza 18 miglia, profondità 035. Firma sonar in trattamento.
Acchiappo la 500 lire e la schiaffo sul dosso della mia mano, rimanendo immobile a pensare che questo bip, viaggia da Nord verso Ovest e che anche se rimaniamo alla deriva fra due acque, come lo facciamo da tre settimane ormai, sarà comunque a portata della nostra strumentazione. Non vorrei guardare il risultato della sorte adesso. Ma chiedo:
– Distanza minima?
– 4 miglia nel 285. Risponde Jones. Firma sonar registrata; Damiana Dellantonio
– Chi??
– Eeeh… Damiana Dellantonio, Capitan.
– Novella… hmmm… Capo centrale?
– La richiesta di file e stata mandata a l’Intel proprio adesso. Trattamento in corso.
C’è una pausa di qualche minuto avvenire. N’e approfitto per guardare lo spicciolo: Croce. Non avrei voglia di muovermi visto che lo scop di profondità ci indica un fondo a 380 metri e che siamo a larga distanza di coste e di qualsiasi rilievo, pero se li seguiamo in scia ci ravviciniamo della base Nibraforbe.
– Secondo, quando le avremo nel 250 ci faccia strada nel 260 fino ad entrare nella loro scia, velocita 06 nodi, profondità 035, li lascio la manovra.
– Aye, aye sir!
C’è un solo e unico foglio di telex nel rapporto del Capo Centrale, ha lasciato la sua matita sulla sua orecchia, sembra un salumiere un giorno di mercato.
– Damiana Dellantonio primo EP “Plastica” Band composta di Riccardo Dellantonio e Damiana la sorellina. Son giovani…. Sotto 30 tutti due. Album registrato alla metro Rec da Marco Sirio Pivetti durante maggio 2019, uscito marzo 2020. Marco ha fatto registrazione e missaggio, il master è del buon Mauro Andreolli a Das ende der dinge hanno registrato: Riccardo Dellantonio – piano, syntetizzatori, elettronica, arrangiamenti, autore delle tracce “Manuale Teorico 2 e 4” Damiana autore e compositrice di tutte le tracce e canto, in fine Andrea Polato alla batteria. Christian Stanchina presta il suo flicorno Christian, del resto, è già schedato nel nostro archivio per un intervento su “Bionda e disperata” di N.A.N.O. Poi c’è Serena Marchi al flauto traverso su “dico a te”, copertina straordinaria di Sabrina Rungaldier, una ragazza della val di Fiemme che si Laurea in design automobilistico. Loro due sono di Panchià, Val di Fiemme ma trasferiti a Sopramonte del Bondone.
– Ovéno ‘n somma! Fantastico! Son Bondoneri di adozione, allora… Strumentazione! Su! Cominciamo!
“Plastica” rimane d’aspetto classico, un po’ Jazz, un po’ canzone italiana, e fatto seriamente. Sembra anche un po’ troppo maturo e professionalmente profondo, per l’età dei protagonisti. Sembra che lo “svitato-fantasioso-egocentrico-fricchettone” non ha mai fatto parte della loro giovane vita: Meno male, se viene severamente razionato, ne farà un po’ di più per me. A sorvolare i primi dati viene a gala la voce e una certa capacita musicale, poi la scelta di farsi inquadrare da gente di esperienza, per dare una lisciata finale alle composizioni e vedere il lucido del EP risplendere sotto il sole del Bondone.
“Dico a te” comincia in un modo molto classico; piano forte e voce sola. Verso 1.16 il primo rumorino rovesciato appare e il tappo si apre progressivamente per lasciare il brano prendere spessore, rimbalzare fra stacchi, spiagge di tastiere, batteria, cori e contrattempi, tempi sospesi. C’è l’apparizione del flauto traverso di Serena Marchi nel finale del pezzo. Non saprei quantificare gli interventi di Marco dentro tutto questo, ma sento che idee sono state proposte, discusse e incorporate. Nel senso in quale ne Malaga Flo, ne Electric Circus non atterrano lì per caso, una sintonia esiste… e viene utilizzata qui.
Manuale Teorico, parte 2” si veste di un velo moderno e progressista. Il ritmo è più consistente, la voce raddoppiata crea un rilievo benvenuto, giusto, e piacevole.  La canzone è moderna nonostante affondasse le sue radici nel jazz classico. La mia traccia preferita, solo dalla sua costruzione.
Sembra quasi primavera” zoppica su un gioco di campana, accogliendo battute in 7/8 su questa canzone lenta e calma. Il flicorno di Christian Stanchina ci accompagna allungo tutta la passeggiata. I due Dellantonio sanno circondarsi da referenze locali.
Il Secondo sta prendendo in caccia il rilevamento e entra discretamente nella loro scia. Noi siamo su “Poy” che non è soltanto scritto in un modo strano, ma la sua introduzione, composta di suoni rovesciati e suoi ritornelli dissonanti, finisce di incuriosire e francamente attrarre l’uditore, verso la spirale che lo porta giù fino in fondo al brano…  Bel ritornello con una voce spezzata in due canali; uno normale e l’altro saturato. Al di fuori del piano forte registrato sul pezzo tutto il resto sembra venire da programmi e sintetizzatori.  Notevole pezzo, alieno e costruito bene.
Atmosfera Diana Krall su “Abbastanza” un pezzo tirato da un basso acustico suonato da Riccardo, coperto alternativamente da accordi di tastiera durante i versi. Dei Hand claps rinforzati di “Eeeeh” e di “Ooooh” portano i ritornelli al piano di sopra in un groove che si conclude sullo strapiombo di “Era meglio stare senza”. Ciack! Buio.
I versi di “Manuale Teorico, parte 4” scivolano leggermente su una cadenza di canto quasi rap. I ritornelli hanno un gusto di Mark Cohn o Bruce Hornsby, nei loro primi album. Verso 2.15 ci arriva uno stupendo Break elaborato sopra vari spessori di cori e battute irregolare. Ritorno del ritornello per la conclusione del pezzo e dell’album che finisce su un accordo di piano forte.
Allora cosa ci mettiamo su questo? Made in Panchia? Made in Riva o Made in Bondon??? Fem Trentino, dai! In ogni modo questo primo EP di 6 tracce e stato composto bene e registrato ancora meglio. È destinato a un largo pubblico, non specialmente a ricerca di avant guardia musicale ma piuttosto confortevolmente campato nelle cose classiche, lavorate, lucide e fate bene.
Siamo un po’ più vicino alla Base Nibraforbe adesso… Pero qualcosa mi dice che non siamo di ritorno così presto a casa….

Capitan Wyzno

Erick Wozny è francese, vive in Inghilterra, ma frequenta il Monte Bondone dal 1988. Nel 2012 scopre casualmente la musica Trentina e decide di esplorarla e di supportarla. Tante recensioni on line sono fatte sullo stesso modello, quindi il Capitan preferisce raccontare le sue avventure rocambolesche, surreale, un po’ lunghe ma precise, a contro corrente e traccia per traccia.

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