Continuiamo a scendere in questo test di immersione, mentre la strumentazione non perde d’occhio i rilevamenti. Mi sembra che i due ingeneri dell’Arsenale sono sempre occupati a controllare le risposte della nostra strumentazione, il capo cantiere viaggia fra vari punti strutturali dello scafo e conferma la tappa di discesa successiva al Secondo. Tutto procede come da manuale e ho la testa libera per sentire che la matita gialla del Capo centrale batte di impazienza sul suo blocco; è pronto a fare il suo rapporto:
– Allora iniziamo con il fresco, Capitan: I Trerose sono stati selezionati per rappresentare Trentino alto Adige a l’Arrezzo Vawe di quest’anno. E sembra che un nuovo album “Sub Liminale” sia in preparazione.
– Ah? Di già? Fa un po’ gioco di parola con Sub luminale, no?
– Beh… il nostro rilevamento e del 2018… ma vado avanti, che se no mi perdo… quindi abbiamo Eleonora Merz al canto, poi Pino Dieni alla chitarra, e aggeggi elettronici, nottiamo che è membro del Robert Fripp’s Guitar Circle, Fabiano Spinelli al basso elettrico. Questo rappresenta il cuore di scrittura e composizione del gruppo. Sono accompagnati dal vivo da due musicisti che sono Samuele Lambertini alla batteria e Davide Borelli al piano forte e sintetizzatori. Il gruppo si forma nel 2015, le canzoni sono state incise nel 2017 presso il Duna Studio di Andrea Scardovi a Russi, Provincia di Ravenna sotto la direzione di Umberto Maria Giardini in qualità di produttore artistico che suonerà le parti di batteria dell’album, altro musicista invitato per le registrazioni; Michele “Mecco” Guidi ai sintetizzatori. Le registrazioni delle voci e il mixaggio sono stati effettuati presso lo studio Bombanella Soundscapes di Davide Cristiani a Maranello provincia di Modena, mentre facevano shopping di macchine. Il mastering viene realizzato da Christian Alati presso Codhouse Studio Milano. L’album Pop Noir esce il 12 ottobre 2018, sotto l’etichetta A Buzz supreme, distribuzione Audioglobe. Tutto li.
– Grazie Capo! Secondo Profondità?
– 300, Capitan. Nen pianin…
– Buono… Scanner, doppler, spettrometro e decoder Audio, cominciamo!
All’osservare superficiale dei primi dati che ci arrivano, questo sembra essere un album di canzoni leggere normale, quasi di serie. Fatte molto bene, si… ma normale. Le chitarre sono ipnotiche e portano la totalità della struttura dei pezzi. Una voce chiara, limpida distilla testi certe volte sconcertanti. La sensazione cambia al terzo ascolto, quello un po’ più accurato. Non so se è la mia percezione delle cose, ma ho sentito l’aspetto scuro di certe canzoni, non sotto l’angolo il più dark, ma quel angolo che in Italia chiamate Giallo, stranamente. Cioè tutto è seducente e tutto ti attira inesorabilmente, ma scopri che sei in pericolo quando è troppo tardi. Poi le cose si mettono progressivamente apposto come in un puzzle e POP NOIR, prende il suo vero senso. “Ciò che viene detto sotto il vincolo della rosa deve restare segreto” … Anche i fatti di cronaca???
“Mantello” apre più che bene L’album e conferma la sensazione di conforto di una planata sopra un tappetto morbido di chitarre, guidate da un eco digitale. Ci sono numerosi strati di chitarre, vari loops gestiti per essere leggeri e nuvolosi. C’è una progressione discreta ma favolosa nella partitura di chitarra che inizia verso 2.37 e che accompagna perfettamente il finale del testo: “Ieri dicevi che mi amavi…” Beh se casomai, non azzeccano la vostra attenzione da adesso, non lo faranno mai. Pezzone.
Ombre di “Sweet child of mine” dei “Guns and roses” percorre la prima ripresa di “Esisti solo nella tua immaginazione” per un breve momento. Ritroviamo chitarre a strati, e un bel basso che rimane un po’ troppo arretrato qui, come in tutto l’album. Certe scelte di suoni vari per questo strumento potrebbe portarlo un pelo più avanti, al mio umile gusto. La canzone sembra descrivere il sogno che ci facciamo, a guardarci noi stessi, ma da l’esterno, nella nostra quotidianità.
“Ignora la morte” e una bella serie di buoni consigli da dare a una giovane anima, in momenti di confidenza, fra genitore e discendenza, sul ritmo calmo di una ninna nanna. Il brano assaggia e tempora l’umore. È riposante, non durerà:
“A te, a me” inizia con una chitarra folk e un canto affamato che mangia le ultime sillabe di ogni verso, eludendole. Non so spiegare l’immagine lampo che mi è apparsa in mente, mentre Eleonora canta: “Scava una buca in giardino, che poi ti spiego a cosa serve” Mi appare la mitica scena del cimitero nel “Il buono, il brutto e il cattivo” in quale ogni uno si scava la propria tomba, prima del duello. Poi non so… Si mette a confermare la mia idea: “Se mi stai più vicino, magari cambio idea” Cioè, scusami se chiedo Eleonora, ma se ti piaccio non mi fai fuori. Giusto??? Eco il pop NUAAAAAAAAAR: Eleonora è una mantide religiosa che ti chiama dolcemente nascondendo un martello dietro la schiena e che ti sussurra “Vieni, vieni qui più vicino, non aver paura.” L’immagine si cristallizza in mente. Adesso è un chiodo fisso. Tranne questo? Bellissime melodie descritte dalla chitarra… Si, si, si…
C’è un po’ di cool tempo in questa marchia a ritmo di passeggiata disinvolta: “Tutto passerà” … La chitarra si fa orologio mentre il basso si fa melodico, le tastiere portano le frasi melodiche che sostengono il ritornello. La metrica del canto invita a fare un passo dietro l’altro con calma…
“L’alieno nel giardino” mi riporta versi miei pensieri strani: Ma cosa succede in questo giardino? “Alieno… alieno nel giardino, ti sei accorto di me, sono da sola, sola e stanca senza un uomo, vieni da me…” Nettuno stridente! Sto delirando di nuovo… Ha fatto fuori tutti uomini del paese, sepolti nel giardino, adesso si gira verso gli extraterrestri… certe frasi di chitarre sanno vestirsi di ritmi e intonazioni Caraibi, che sorvolano la calma generale del brano. Il finale del pezzo, ci prende le sue radici, contrasta con il ritmo trovato fino qui e ci offre una conclusione un po’ più meccanica.
La chitarra e la batteria aprono subito uno spazio piano e largo dove sentirsi liberi. “L’estate arriva” ci dà la voglia di correre e appropriarsi questo largo campo. La metrica del canto nei versi, ha qualcosa di strano e famigliare allo stresso tempo, e ci dirige verso il conforto di una nuotata al sole.
“Un giorno” è uno strumentale che si struttura intorno a versi e ritornelli, o al meno intorno a tema, decollo, ritorno del tema, planata, ponte musicale, tema … la struttura sembra essere fatta per ricevere un testo, senza trovarne uno. Nonostante questa impressione fugace, la traccia sembra al suo posto su l’album.
Non è, a questo punto, che ricomincio ad essere diffidente ad aggiungere “Aspetterò, mentre il sangue scalda la gola” e “L’Apertura” assieme e vederci ancora qualcosa di NUAAAAAAAR o lo fanno veramente apposto??? Mi sento un po’ provocato nel mio sconforto. Ma questo sangue, lo vedi naturalmente dentro, o sacrificale e sulla gola??? Mi sento una falena davanti a una luce, l’attrazione della trappola. The mortal coil. Cosa faccio? L’eco sulla chitarra pizzica la curiosità. Il ponte musicale è piuttosto semplice, ma efficace; una serie di note di chitarra si impongono in uno spazio vaporoso e ci si estendono, mentre una nota di tastiere prova di occupare al suo turno lo stesso spazio prima del ritornello finale cantato ad libitum: “Aspetterò, mentre il sangue scalda la gola. Anche la notte… la notte un giorno tornerà”
La scelta finale sembra di cadere nella ragnatela anche volontariamente. Siamo negli occhi di Sir Biss (il serpente del libro della giungla) sembra che siamo di fronte a tre maestri capaci di descrivere minuziosamente varie atmosfere, su di questo non ci piove. Mi sto chiedendo di colpo, a quale punto della produzione l’album Sub Liminale si trova. E se dovremo incrociare la traiettoria del gruppo di nuovo questo anno.
In Tanto mi giro per vedere il secondo e il Capo cantiere rendere conto sul nostro raggiungimento:
– 350 metri Capitan, test di profondità completato.
– Sembra il momento di passare in propulsione magnetoidrodinamica e concludere il test.
Commenta il capo cantiere, sicuramente fiero del suo lavoro, con la leggera voglia di strappare la superficie per tornar al più presto a casa. È vero che i tre civili presenti eccezionalmente abbordo non sono nel loro ambiente naturale. Adesso conoscono la voglia che mi abita la maggior parte dell’anno:
– Jones distanza del terzo rilevamento???
TREROSE.
“Sub rosa dicta velata est “ .
“Ciò che viene detto sotto il vincolo della rosa deve restare segreto”.
Musiche pop-rock dalle sonorità scure e romantiche, rigorosamente in lingua italiana, prendono forma dall’incontro della voce di Eleonora Merz, le chitarre di Pino Dieni (già compositore e musicista con Mara Redeghieri e membro del Robert Fripp’s Guitar Circle) e il basso di Fabiano Spinelli.
La band inizia il percorso già dal 2015, arrangiando e registrando numerose tracce, tra le quali l’artista Umberto Maria Giardini in qualità di produttore artistico sceglierà 9 brani per la produzione dell’opera prima di Trerose.
Le canzoni sono state incise nel 2017 presso il Duna Studio di Andrea Scardovi a Russi (RA), Umberto suonerà le parti di batteria dell’album, che vedrà anche la preziosa partecipazione di Michele “Mecco” Guidi ai synth. Le registrazioni delle voci e il mixaggio sono stati effettuati presso il Bombanella Soundscapes di Davide Cristiani a Maranello (MO). Il mastering viene realizzato da Christian Alati (Gatto Ciliegia e il Grande Freddo, musiche del film nomination Oscar Nico 1988).
Il 12 ottobre 2018 esce dunque “Pop Noir” con etichetta e ufficio stampa A Buzz Supreme e distribuzione Audioglobe e lanciato sulle principali piattaforme digitali. L’album ha ricevuto e riceve tutt’ora ottime recensioni da parte delle riviste e website di settore (Rockit, Blowup, Lindiependente, Sentireasoltare, Rockerilla, Nightguide, Exitwell, Ondarock, Nonsensemag) ed è stato presentato dal vivo in un mini tour grazie alla proficua collaborazione con Samuele Lambertini alla batteria (Franklin Delano, Emiliano Mazzoni band, Lele Leonardi band) e Davide Borelli alle tastiere, ottenendo ottimi riscontri da parte del pubblico.Attualmente il gruppo sta lavorando a nuove tracce per il nuovo album, dal titolo provvisorio di “Sub Liminale”.
Trerose:
ELEONORA MERZ – voce
PINO DIENI – chitarre, electronics
FABIANO SPINELLI – basso elettrico
Live:
SAMUELE LAMBERTINI – batteria
DAVIDE BORELLI – piano, synth
Dimmi quanto costa la verità
Strappo il suo mantello, non ridere
Fantastici racconti, carezzano la schiena
Sai dov’è mia madre? Dove è prigioniera…
Senza pace, quest’umanità mi sorprende
Un cielo senza dei, per carità
Stavo tanto comoda, tu non piangere
Inaspettati compiti, mi spezzano la schiena
Porgo l’altra guancia e perdo il mio mantello
Senza storia, quest’umanità mi sorprende
Come nasce come nasce il primo uomo… il primo uomo
Dimmi quanto costa la verità
Strappo il suo mantello, non ridere… non ridere
Ieri dicevi che mi amavi
E ora non ci sei
Resto distesa sulle foglie
Dietro di me
Ieri dicevi che mi amavi
E ora non ci sei
Resto distesa sulle foglie
Dietro di me
Ieri dicevi che mi amavi
E ora non ci sei
Ieri dicevi che mi amavi
Ieri dicevi che mi amavi… distesa sulle foglie
Ieri dicevi che mi amavi
Ieri dicevi che mi amavi… dietro di me… cadute nel passato
Esisti solo nella tua immaginazione
E’ mattina, che fai?
Svegliati, muoviti
Tutto assopito
Così buio, vedrai
Rapide anime, sparire nel rosso
E poi…
Un po’ di più ricorderai
Le fedi che hanno senso
E ti ricordi
Stavi in mezzo a tanta gente
Così reale da ieri
Esisti solo nella tua immaginazione
Esisti solo nella tua immaginazione
Ti sei chiesto perché
Lavati e vestiti
Apri il portone
Vai a vedere se c’è
Rapido metodo, sparire nel verde
E dai…
Già che ci sei ascolterai
Cantare l’universo
Esisti solo nella tua immaginazione
Esisti solo nella tua immaginazione
Esisti solo nella tua immaginazione
Esisti solo …
Ignora la morte
Pensa, scrivi, soffri
Chi ti amerà lassù
Vedi quanto spazio
Il buio lo lasci qui
Prendi un respiro
Sei soltanto tu
Ignora la morte
Lasciala quaggiù
Dentro l’armadio
Il nero non c’è più
Sfida la sorte
Ignora la morte
Balla, canta e grida
I cori non smettono mai
Bacio senza fine
La scala è scesa da te
Fai un altro giro
Su quei tacchi dai
Sfianca la morte
Mostrale i suoi guai
Intorno al mondo
Di giorno viaggerai
Frusta la sorte
Di notte dormirai… dormirai
A te, a me
Chiamami sottovoce
Come quando il cielo chiama il mare
Cercami nelle foto
Con il ricordo che fa un po’ male
Baciami sui talloni
Restituiscimi i miei maglioni
Restituiscimi i miei anni
Persi a rincorrerti
E piace pure a me
E piace pure a me
Scava una buca in giardino
Che poi ti spiego a cosa serve
Se mi stai più vicino
Magari cambio idea
Lavora come un padre
Partoriscimi come una madre
Genera pioggia vento grandine e neve
Solo per me
E piace pure a me
E piace pure a me
Si, piace pure a me
E piace pure a me
Scava una buca in giardino
Che poi ti spiego a cosa serve
Scava una buca in giardino
Che poi ti spiego a cosa serve…
Tutto passerà
C’è chi vede
C’è chi crede
Chi ipotizza
Chi disprezza
Chi guadagna
Chi risparmia
Ma tutto passerà
Tutto passerà
Tutto passerà
Mentre preghi il Divino Amore
Chi ti ascolterà?
Mentre cadi nell’errore,
Chi ti aiuterà?
Tutto passerà
Perché tutto passerà
Tutto passerà
La bellezza naturale, non svanisce mai
Resta uguale
Con il tempo, chi vuol capire
Forse capirà
Forse capirà
Forse capirà
Forse capirà
Perché tutto passerà
L’alieno nel giardino
Mi sono accorta di te
Così ingenuo
Luccica la pelle tra le foglie
Che occhi grandi che hai
Lacrime d’acciaio sul viso
Hai paura?
Vieni da lontano fino a qui
Ti hanno cacciato!
I fiori del giardino e ti riposi qui
Resta se puoi… se puoi
L’alieno nel giardino
Cosa cambierà?
Forse il mio destino
A me basterà
Alieno… alieno nel giardino
Ti sei accorto di me
Sono da sola
Sola e stanca senza un uomo
Vieni da me
Dolce voce hai e le labbra
Non si muovono
Cosa aspetti… entra da me
Perché ho bisogno di te
I fiori del giardino e ti riposi qui
Resta se puoi
I fiori del giardino e ti riposi qui
Resta se puoi… se puoi
L’alieno nel giardino
Cosa porterà?
La malinconia
A me basterà
Alieno… alieno nel giardino…
L’estate arriva
Tu senza di me
Non insistere
Capita ogni tanto sai
Di cercare e gustare un momento da soli
Per quest’anno sai che c’è
Resto asciutta
Distesa con gli occhiali blu
Passo l’estate a riva
Senza prendere il largo
Contemplare senza agire
Guardo il mare e il cielo
Questa sera torno a casa
Lascio il sale al mondo
Voglio camminare qua
Respirando lentezza ed immobilità
Com’è calda la sabbia,
Mi potrei addormentare
Sole non mi bruci più
Così freddo il vino che mi hai dato tu
Quando l’estate arriva e non ti bagni mai
… mai (non ti bagni mai)
Un’estate
Silenziosa, ora mi sorride
Così pigra a pensare
Di respingere il mare.
La vacanza tornerà
In un attimo
L’acqua si trasformerà
Un gioia diffusa, mi ritrovo a nuotare
Dagli scogli e le alghe
Io mi lascio sfiorare
Un bellissimo bagno
Vedo il sale asciugare
Sulla pelle arrossata.. acqua tiepida
… Capita ogni tanto sai
Un giorno
L’apertura
Nonostante il maltempo
Sono piene le strade di eretti minori
Circostante il destino
Siamo sempre noi due
Quando mangi contento, avvicino la bocca
E mi nutro con te!
Lasci i pezzi migliori
Migliori per me
Aspetterò, mentre il sangue scalda la gola
Anche la notte
La notte un giorno tornerà
Superato il confine
Sono vuote le vie della vecchia città
Mescolate le carte
Ripeschiamo la matta
Che sorpresa infinita
Spiego le ali e sostengo le tue
Anche il prossimo viaggio
Voglio farlo con te
Aspetterò, mentre il sangue scalda la gola
Tutta la notte… la notte un giorno finirà
—–
Aspetterò, mentre il sangue scalda la gola
Anche la notte… la notte un giorno tornerà
Aspetterò, mentre il sangue scalda la gola
Anche la notte… la notte un giorno finirà
Anche la notte… la notte un giorno finirà
Tutta la notte… anche la notte un giorno finirà
Anche la notte… la notte un giorno finirà… finirà…
“Pop Noir” crediti
Trerose
Eleonora Merz voce
Pino Dieni chitarre, vibrafonoe synth
Fabiano Spinelli basso
con
Umberto Maria Giardini
batteria, chitarra, vibrafono, cori e percussioni
Michele “Mecco” Guidi
piano, rhodes, hammond e synth
Prodotto da Umberto Maria Giardini
Musica e testi di Trerose
Registrato da Andrea Scardovi
presso il Duna Studiodi Russi (RA)
e da Davide Cristiani presso
il Bombanella Soundscapes
di Maranello (MO)
Assistente di studio Ivano Giovedì
presso il Duna Studio
Mixato da Davide Cristiani
presso Bombanella Soundscapes
Masterizzato da Cristian Alati
presso Codhouse Studio Milano
Progetto grafico Emmaboshi
Etichetta discografica A Buzz Supreme
Distribuito da Audioglobe