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– Immersione!
Ed eccoci di nuovo abbordo il Wyznoscafo per un’altra missione a fine di sentire con il nostro sonar quale sono i rilevamenti più ovvi della scena musicale trentina del underground. Con Underground dovete capire gruppi o artisti che registrano artigianalmente, o professionalmente, ma che non sono pubblicati su grandi case discografiche e che non fanno parte del giro nazionale, anche se certi di loro lo meritano. Sono il Capitan Wyzno al rapporto per la seconda missione di immersione nella musica Trentina. “L’intel” aveva preparato per noi, una parte della missione e aperto un nuovo spazio da esplorare grazie alla “databasemusicaletrentino.blogspot” storia di darci una mappa del fondo. Puntiamo direttamente verso il nostro obbiettivo:
– Rotta nel 220, avanti un quarto… profondità periscopica.
Già… Una missione che inizia con difficoltà dopo che un wind-surfer o un Kite-surfer è venuto investire in pieno il nostro periscopio, mentre stavamo discretamente raccogliendo informazioni davanti Riva del Garda. “Iguana”, gruppo locale, propone solo un mini album chiamato anche EP: “White sand beach” di surf music strumentale, capitate fra “the Shadows” e “the Beach boys”. Un Combo di quattro musicisti di vari orizzonti: Aziz al basso, Tagmo la tastierista asiatica, Marsuel (??) alla batteria circondano un esotico “Simone” alla chitarra. Revival il suono di questa registrazione, tutto come la copertina bianca e nera dell’album in scarico gratuito.
Mentre siamo nella zona, direzione: Pieve di Bono per trovare “L’Eco del baratro” e il primo album artigianale “Caro estinto” registrato in cantina con mezzi del bordo. La direzione seguita dal trio non è accessibile a tutti e richiede un ascolto accurato e ripetuto per rivelare delle scelte originali e dissonanti. Sembra che le due voci si fanno gara l’una a l’altra, per sapere chi farà il cantante nel gruppo. Cantano su due registri, testi e melodie diverse. “A l’altezza dello sterno” rimane una traccia miracolosa, persa in un album nero di piombo in quale i suicidati del giorno vaneggiano allungo l’ultimo corso del globo, trascinando la loro testa in una borsa di plastica. Poco importa, due titoli del prossimo album “Azione” sono già in ascolto tramite la loro pagina Facebook. Un album di 10 pezzi è uscito in marzo. Lascio un gavitello sul fondo per future prospezioni.
Poi con un periscopio storto, direzione Rovereto per la sorpresa dei “22 Gennaio” che pubblica un EP 4 canzoni che aggancia subito, con la voce particolare della sua cantante bassista. Composizioni originali fatte MOLTO bene e con atipicità, cantate in Inglese a l’eccezione di “Hey Blu” con suo ritmo temperato e il suono brillante e vibrante della sua chitarra. “Bell” invita quasi a ballare, “Pitch” e suoi accordi dissonanti è un pezzo pensato, mentre “Return to sinking” e la sua atmosfera strana, conclude questo EP del 2005. Niente più contati possibili con la band, tramite i dati raccolti su la copertina…
Dove sono questi talenti adesso??? Sembra che al meno Laura Bell, la bassista cantante, suona adesso la batteria in un altro complesso “The Meteopathics” che ha misteriosamente tirato fuori un Single incredibilmente in vendita su vinile “Volcano”, che mi rimanda su Bandcamp… una formazione da seguire.
La maschera a gas di Grandine mi arriva via facebook dal ex-chitarrista di Lunauta. Con il Commento: “sbaaam!” siamo su l’hard core stridente. Rabbia urlata con le trippe, su chitarre aspre e raffiche precise di batteria. Un buon album, e per lo meno sembrano essere una referenza del genere.
Leggero gancio verso Meano per la scoperta del primo album di Tiredboy chiamato “Quadra” che non ho scaricato durante l’ultima missione. Un opus tra electro e ambient spolverati di studi tecnologici sotto il minuto o poco di più. “VaxASS”, “Tireno” e “m.a.d.” sono i pezzi principali di un album generoso di vari colori ed atmosfere.  E cosa otteniamo a mettere dei rumori strani in ordine?
Arriviamo al il punto forte di questa immersione: Guardiamo il sondatore registrare progressivamente la profondità massimale a quale il nostro scafo può strutturalmente resistere. Un nodo in gola l’equipaggio scarica i ballast per piombare nelle profondità. Sulla parete dello strapiombo allungo il quale scendiamo, si aprono caverne, con vestigi immersi per sempre, gallerie lunghe e un labirinto di corridori comunicanti. Al centro dell’antro, La piccola Orchestra Felix Lalù e Matteo Scotton rappresentano la doppia cavità principale e offrono un accesso strategico ad altre grotte e ramificazioni che sembrano senza fine. Parte tutto da lì, arriva tutto lì…

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