Non so cosa mi è passato per la testa di scegliere una rotta a Sud. Decidere di andare a Sud… E perché no? E la mia direzione porta fortuna, tanto se becchiamo qualcosa, il resto del centrale si sta chiedendo: “Ma il Capitan ha naso? Un sesto senso? è informazione segreta? Come ha fatto per sapere?”
– Segnale!
Mi rimane solo a rimanere studioso, con le sopracciglia espressiva e un leggero rialzo di labbra superiore un po’ di lato, molto meno di Billy Idol, tanto meno di Rocky e Bam! la mia reputazione è fatta!
– Spari Jones, chiedo sicuro e gonfiato di una pseudo professionalità, molto espressiva.
– Nel 140, rotta nel 220, velocita 15 nodi, distanza 21 miglia, profondità 060, firma sonar in trattamento. Eeeeeeh… doppia firma sonar in trattamento.
– Hmmm…. Ci fanno un Est-ovest, sono piuttosto rapidi, distanza minima?
– 19 miglia nel 180, due gruppi su lo stesso rilevamento Capitan. De due duo e Patrick.
– Ivan il Pazzo! Jones, verificami che non abbiamo il vascello ammiraglio del Electric Duo Project in Zona l’ammiraglio Giusy Elle deve essere al corrente di questa uscita. Uno split! Sembra il primo che trattiamo. Capo centrale mi faccia una richiesta a l’Intel sulla rete flash. Ridurre a tre nodi, profondità 055.
Concludiamo la manovra Ivan il pazzo, confermando che siamo da soli in zona. Il telex sta srotolando la sua fisarmonica di carta perforata e il Capo centrale ci fa il suo usuale concerto di blocchetto e matita gialla. Raggiungiamo la profondità da me richiesta.
– L’Intel e poco loquace su quel caso Capitan eco quel che ho: Dedueduo sono Luca Zadra (Gonzo) alla batteria, che proviene da “Gli amici di Mitch” e Dario Cappelletti (kapetah), già schedato, alla chitarra e voce, in realtà sono due bassisti che si avventurano ad esplorare le loro capacita su altri strumenti. Condividono la stessa sala prove che il trio Patrick e hanno deciso di registrare assieme. Per l’occasione Dario Capelletti si incarica del suono, della registrazione, del missaggio e del auto produzione. Patrick è un trio con Alberto Capuzzo alla voce e chitarra, già schedato, Lorenzo Tonolli dietro I fusti della batteria, Samuele Angheben al basso e voce. Patrick si è fatto notare l’inizio 2020 con un video “New car” filmato nel Bagno dello Smart lab, estratto dal loro EP “…and the turkish orgasm” e hanno rilasciato un EP di quattro tracce chiamato “Violent Cake” in maggio 2020 Altro punto comune Alberto Capuzzo e Dario Cappelletti erano nelle mosche di Miyagi su di quale abbiamo un rapporto di missione completo sul loro album DDT. L’idea dello Split è venuta molto naturalmente visto che hanno tanto in comune. L’album intitolato Ü contiene tre tracce di ogni gruppo. Si sussurra che il titolo viene da l’esclamazione che una persona potrebbe avere guardando la coperta del disco, fatta di bottiglie in equilibrio l’una su l’altra.
– Credo che potrà bastare cosi, grazie Capo! Scanner, doppler, spettrometro, decoder audio, cominciamo.
Questo split a molto più di una ragione di esistere, oltre alla semplice vicinanza dei membri del gruppo e le facilita che mettono in comune per registrare. L’uno sembra volere condividere l’udienza del altro. Sul punto di vista dello stile, le due formazioni; sono due piante diverse che crescono nello stesso vaso, le foglie sono diverse, ma le radici sono intrecciate.
De due duo apre le ostilità con “California” descritta come una destinazione di sogno ma anche un posto dove lasciare la mente “the sun burned my brain cells, I have no chance to get them back” La batteria è metodica su questo tempo medi,o leggermente accelerato nei ritornelli. Ultimi dettagli rivelato dallo spettrometro: un selettore di ottavo dirige verso un amplificatore di basso le corde Mi, La e Re. L’illusione è tale che a l’ascolto sembra che un basso esiste in sotto fondo. Il testo è declamato con convinzione e segue la cadenza tranciante della chitarra.
Il tempo si accelera su “Just a pipe” la batteria si fa grintosa, per raccontare gli incontri irrazionali che succedono certe volte nella vita. Insulti gratuiti o incomprensioni iperrealistiche che sboccano su atteggiamenti aggressivi senza ragioni apparente. La chitarra sembra registrata su due canali diversi. La canzone riceve l’adesivo del “parental advisory” per un testo esplicito.
“Scream” è una canzone che si appoggia su due tipi di ritmi; l’introduzione sembra partire a cento a l’ora, ma il primo verso si campa su un ritmo dimezzato, fino al secondo ritornello dove riparte come ha iniziato, per urlare la non adeguazione al mondo circondante, lo sforzo cronico da fornire per rimanere, in fine, incollato alla stessa condizione, lo stesso orizzonte, lo stesso fallimento.
Patrick invade la seconda parte del EP e la cosa sorprendente è la differenza di suono fra le due registrazioni. Sembra che nonostante un solo tecnico, con un materiale uguale, e locale di registrazione identico, le due entità hanno avuto la libertà di definire il loro suono come intendevano. “Flowers” è una perla power pop a forma di lampo su una storia che può solo fare sorridere talmente e ingenua a trattata con tale disinvoltura e potenza rock: Un tizio non ha soldi per comprare un mazzo di fiori alla sua ragazza, la nonna della signorina suggerisce; rubale sulla mia tomba, se lei è quella giusta, andrà bene” Oltre a l’iperrealismo della situazione, notiamo la presenza di corri precisi e di una chitarra limpida. A paragonare con i due EP precedenti di Patrick, un’attenzione particolare è stata portata al dosaggio e l’onnipresenza di cori su queste tre registrazioni.
Un basso messo francamente avanti tira tutta la stupenda traccia chiamata “Radio”, la chitarra che arpeggia sui versi rimane arretrata e la batteria rimane campata sul timpano per sostenere il ritmo. Parole rassicurante al passeggero spiaccicato sul sedile di dietro della macchina: “I’ll be safe, you’ll be fine” Ancora un sostegno vocale accurato di Samuele Angheben, che soleva veramente bene la canzone. Mia traccia preferita sullo split EP.
Disavventura moderna fatta di servizi di consegna a casa di junk food a note fonda. “Tacos” è un bel power pop con gli stessi accenti garage che il resto della tripletta di Patrick. Dopo avere visitato l’orbita bassa, l’astronauta del sabato sera è preso di una crisi di ghiottoneria. Confermo: l’assenza di gravita provoca richiami stomacali importanti che bisogna colmare al più presto, in quantità che portano ogni volta a uno sconforto peggiore della fame. “No More tacos” promette a sé stesso, ma sabato prossimo si ritorna in orbita.
La tripletta di Patrick è un insieme di canzoni corte, poco raccomandate come guida esistenziale, considerando lo stato di forma olimpica per guidare, e il consumo di sigarette che fanno ridere, ma registrate con freschezza e con cori che si distinguano anche negli urli. Ogni volta presenti e posizionati bene al missaggio la loro presenza soleva bene l’insieme.
Il rilevamento continua il suo percorso verso Ovest il nostro rapporto è mandato a l’Intel via la rete Flash. Mi sto chiedendo cosa si potrebbe scovare in zona….
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