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[Wyznoscafo-tappa 34] Savage cougars Self-titled debut

Fu il penoso rumore dell’interfono nella mia cabina a tirarmi fuori del sonno. Mentre mi giro in questo stretto letto, stavo pensando che a l’era digitale avrei potuto avere, al meno nella mia cabina, un suono più feerico, più campestre, più aeroportuale, più piacevole in somma. Il problema è che per ottenere qualcosa del genere e farne la domanda, devi passare per un super delicato. E fa poco maschile… Premo il bottone:
– Avanti!
– Jones ha beccato un segnale fra noi e la base con tanti schedati dentro, fanno rotta pieno nord, mi son già attaccato de drio, il Capo centrale ha fatto la sua richiesta di dossier.
Vorrei quasi lasciare il secondo occuparsi del rilevamento, ma non so chi questi schedati sono.
– Arrivo. Fatemi trovare una piscina di caffè in centrale.
– La sta già aspettando qua, Capitan.
Entro nel centrale con il telex che imbratta carta perforata e ho un ciuffo ribelle che tradisce la mia scarsa capacita a mettermi gli occhi davanti agli buchi. Esco gradualmente dal mio torpore.
– Mi dica secondo. Chiedo, mentre assorbo la mia prima boccata di caffeina.
– Il segnale è nel 353, rotta nel 00, distanza 23 miglia, velocita 11 nodi, profondità 035 siamo in rotta nel 00 risaliti a profondità 055 velocita 15 nodi.
– Chi sono gli schedati?
– I due fratelli Omezzolli e Marcello Orlandi.
– Ula! Dossier rovente quindi, cosa mi racconta il capo centrale?
Il trio dei Goofy and the Goofers si completa di Samuele Benini che cantava con Orlandi nel gruppo the Optical Seeds per sfornare questa registrazione il 17 marzo del 2021. Ritroviamo ovviamente Marcello Orlandi alle chitarre, Edoardo Omezzolli al Basso, Sebastiano Omezzolli alla batteria e Samuele Benini al canto. Visto le restrizioni di movimenti, il disco è stato registrato a pezzi, in vari posti: Quindi in gennaio 2021 batteria e basso sono state messe in scatola da Lorenzo Piffer al Frizzer studio, con aggiunzione di basso registrato da Edoardo in dicembre 2020. La voce viene registrata in marzo 2021 le chitarre e la voce sono state registrate da Marcello Orlandi sotto il nome di Casalingam. Tutte le canzoni sono scritte da tutti membri del gruppo. La copertina è di Davide Maniscalco. Ringraziamenti sentiti a Denny Messelodi & Lorenzo Remondini che sembra suonare il Basso con Ziliani. Sono due musicisti che sono passati nel gruppo fra 2018 e oggi ma che non sono sul disco. Tutto li.
– Ziliani? Ancora novità? Credo che è la terza volta che ne sento parlare… Buono, continuammo ad avvicinarsi da loro per avere un segnale chiaro. Scanner, doppler, spettrometro, decoder audio, cominciamo!
Avevo annusato la buona manovra per ravvicinarsi al meglio della base Nibraforbe, una volta la raccolta dei dati fata, saremo a poche miglia della cascata di Sardagna, l’entrata segreta della base per sottomarini. Per lo meno i dati sembrano essere gli stessi o quasi gli stessi che Goofy and the goofers, l’effetto permanente messo sulla voce ricorda certe registrazioni dei Goofy (Ice tea per citare solo quello) l’effetto si sente un tantino meno che su Hallelujah, e ricorda le voci registrate saturate volontariamente (Flash on the pan, the Strokes) Un altro elemento: lo stile di composizione è comune a tre membri della band. I Savage cougars, miracolosamente non propongono lo stesso piatto ogni volta ed ecco perché:
No Money No Honey determina lo stile del EP clamorosamente: le chitarre rappresentano strati multipli, ci si sente un bel basso che si impone con la presenza di una partitura lavorata e lontano di essere monotona. La rullante si prende colpi a raffiche ravvicinate e la voce segue il ritmo rapido senza sbandare. La canzone si svolge con l’ago nei sovra giri, la temperatura dell’olio si avvicina al rosso c’è un odore di gomma bruciata nell’abitacolo, ma un largo sorriso sul volto dell’autista. Il freno di parcheggio non sarà utilizzato per un tot o magari solo per negoziare una curva stretta.
Riconosco la voce di Marcello Orlandi che risponde al “pulapalupu” dell’inizio canzone con la descrizione vocale del riff di chitarra principale di “The Message”. ​Si certo, siamo sul “Bla blam Bla blam” martellato sulla chitarra ritmica, in tutte le riprese del pezzo. A chi piace ritmi nervosi e chitarre febbrili siamo partiti di nuovo per un altro giro di giostra. Due chitarre sono campate su ogni canale destra e sinistra mente una chitarra solista fa maglia negli spazi liberi. A 1.18 ci sono due battute con cambio di ritmo che crea una breccia di mezzo a questa traccia corta ma intensa. Che buona IDEA!
Il ritmo si calma un po’ su “Ash” al meno l’introduzione è più dettagliata. L’energia sprigionata rimane bella presente nonostante un tempo più calmo. Ci sono stratti di chitarre attraverso tutto l’album e sempre questa voce ad arringare, ad arruffare e campare tutte le tracce in questo stile punk garage. Attualmente sarebbe registrata liscia non troverebbe facilmente posto nelle composizioni.
Black Cat è da lontano il brano il più fornito, il più compatto, il più scompigliato. Sembra partire in tutte le direzioni. Sembra istericamente scritto, sembra composto di elementi eterocliti assemblati sullo stesso beat e che trova ordine e rettitudine nel callo di tempo del ritornello, unico momento rassereno del brano.
Il solo riff di chitarra presente nelle prime misure di Unconfortable Questions dà la grinta a questo rock carico di forza e di potenza. C’è un odore di Stooges nel modo di scrivere e comporre questa sberla. Siamo nell’efficienza rock pura, il tutto impacchettato in un minuto e 48 secondi. La mia traccia preferita su l’album.
Un dialogo di chitarre conduce a Checkmate un brano articolato intorno a due corpi di ritmi diversi. L’introduzione e il finale sono su un ritmo calmo. Il corpo della canzone è ovviamente scatenato e elettrico. Il ritornello sembra essere scandito dal vincitore di una partita di scacchi verso il suo depresso opponente, dopo lo scacco matto: “It’s just a game, it’s just a game”
Kick Me Out può essere considerato come un lento condito di “Ulalalaaaa…”  la voce oltre saturata non lascia l’opportunità di decriptare il senso del testo. Ho identificato “she kizz me” si deve parlare di ragazze. Il titolo “Cacciami fuori” dà l’impressione di un No femminile. Siamo li.
No! Rimane il brano il più evoluto del album, il più lungo, il meno spettinato. La batteria sa rimanere precisa e costante, le chitarre semplici si moltiplicano su vari strati, al meno quattro, se ho contato bene. Il basso si fonde con le chitarre, rimane arretrato, ma sopporta il peso della struttura. Il brano brilla di determinazione sembra da lontano, il più pensato, il più riflettuto del album. Può volare da sé per planare contemplativamente, sopra la sua lunghezza, inebriato dal suo stesso suono…
I “cougars” convincono su questo pezzo prima di tirare la reverenza. L’ultimo brano e puramente stupendo ma l’album sa saltare da canzone lente, a pezzi energetici ed altri più lavorati. La Copertina le fa saltare fuori dell’anonimato e le distingue dalla massa. Penso che ritroveremo il gruppo nelle nostre classifiche di fine anno, in una categoria o l’altra.
– Secondo a quale distanza siamo della base Nibraforbe?
– Tre miglia, Capitan!
– Ci riporta a casa, Secondo. Il centrale è tutto suo…

Capitan Wyzno

Erick Wozny è francese, vive in Inghilterra, ma frequenta il Monte Bondone dal 1988. Nel 2012 scopre casualmente la musica Trentina e decide di esplorarla e di supportarla. Tante recensioni on line sono fatte sullo stesso modello, quindi il Capitan preferisce raccontare le sue avventure rocambolesche, surreale, un po’ lunghe ma precise, a contro corrente e traccia per traccia.

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