– Stacchiamo! Secondo, mi traccia una strada per la base Nibraforbe!
– Aye, aye sir!
Ecco, è deciso, torniamo alla base e fra una mezza giornata sarò a prendere il sole in terrazza con una bevanda di scelta mia. Tranne che la vita di sotto mariniere è piena di sorprese:
– Segnale nel 250, rotta nel 200, distanza 23 miglia, velocita 7 nodi, profondità 040 firma sonar Marco Ziliani.
Il secondo mi guarda, anche lui sa che sono mesi che mi sto chiedendo come mai Ziliani non ha ancora sfornato un album o un EP dopo avere prodotto una bella raffica di single più accattivanti l’uno da l’altro. Ha un movimento di sopracciglia che dice; “Credo che dobbiamo andarci”
– Rotta nel 240, avanti due quarti!
Sclamo, mentre rinuncio al sogno della bevanda al sole sedendomi di peso nella poltrona del centrale. Non posso essere brontolone; è Ziliani, ed è da tempo che aspetto una missione sul suo conto… – Capo? Segnala la nostra scoperta a l’Intel e chieda un dossier per favore…. Ah, mentre ci siamo, mi tira fuori tutto quello che abbiamo nell’archivio…
– Aye, aye sir! Ho la lista dei single già usciti, la vuole adesso?
– Passami la lista, che ci do un’occhiata.
Usual” è un gruppo con quale Marco entra discretamente nel nostro archivio: seduto dietro la batteria, e già per il label Primal box, il gruppo pubblica su You tube due video estratti dal loro primo mini album del 2017 “Just feel alright” in luglio, con un montaggio e una post produzione di Mathias Drescig e “Greengo” in dicembre, video di animazione con il suo gorilla verde che cammina sul ritmo.
Poi, Marco e Mathias lavorano assieme su un nuovo progetto… “Bar franca” arriva nel 2018 e in poco tempo il brano raggiunge i 150.000 ascolti solo su Spotify; questa collaborazione con Mathias Drescig mette Marco Ziliani sulla mappa. “Foro Boario” arriva come single fine 2019. Giugno 2020 “Piazza Vittoria” fa ballare nell’orto di casa. Il divertente video di “Sabbioni Italia disco” propone saggie dosi di Xanax dolce alla liquirizia, verso luglio 2020 “Foro Boario” e “Civico 37” arrivano assieme sul tubo in dicembre.  Cinque tracce che definiscono il biotopo di Ziliani, da Bolognano Vignole al parcheggio Foro Boario, o un negozio di vestiti al 37 di un viale qualsiasi, o la via di Bolognano chiamata piazza Vittoria.  Marco condivide il suo quadro di vita. Il capo centrale torna:
– Allora, Marco Ziliani è tecnico suono di mestiere. Nel 2016 fa la sua prima esperienza di tecnico audio al Circolo Magnolia di Milano, per poi stabilirsi come fonico al Bloom di Mezzago in provincia di Milano, poi diventa “Roadie” per vari gruppi e parte in giro per l’Italia. Polistrumentista, autore e compositore, nel 2018 comincia il suo nuovo progetto “ZILIANI” con il collega Mathias Drescig e pubblica il suo primo single “Bar Franca”. La formazione originale si compone di Mathias Drescig; tastiera, chitarra e voce. Michele Marocchi; tastiere, chitarra e voce, Patrizio Mimiola; batteria e voce, Lorenzo Remondini; basso e voce, Filippo Tonelli; percussioni e voce. Marco Ziliani; chitarra, tastiera e voce. Il nostro rilevamento, un mini album di sette canzoni è preceduto in Marzo 2022 da un video “No, no grazie a te” girato al Cantiere 26. Il mini album lui, esce il 20 maggio 2022 con una produzione di Mathias Drescig e Marco Ziliani. Foto della copertina e di Lorenzo Carmellini l’Artwork di Alberto Redko. I musicisti che suonano sul disco sono Mathias Drescig; Voci, chitarra, tastiere, basso, sintetizzatori Marco Ziliani Canto, batteria, tastiere. Lorenzo Remondi; Voci in libertà criminale. Stefano Eccher; Tromba in libertà criminale e zucchero. Missato da Fabrizio San Pietro presso Crono sound Factory di Vimodrone. Master di Bernie. Ufficio stampa Out Load Presso l’etichetta PrimalBox. Distribuzione Epic records (Sony) Tutto lì…
– Scanner, doppler, spettrometro, decoder audio!
Sto considerando questa uscita in un modo molto intimo, perché mi riporta a miei 20 anni, al più grande periodo del Ital’disco negli anni 80, quando facevo il pagliaccio nelle discoteche del mio paese, ballando sulle canzoni dell’epoca, comprando tutti “super 45 giri” a mia portata, sfogandomi in camera mia, non avendo idea che gli artisti che cantavano in inglese sulle composizioni, erano italiani. A l’epoca non parlavo Italiano e niente mi collegava al paese. Quindi Baltimora con Tarzan boy, Finzi contini; Tcha tcha tcha, Steve Allen; Letter from my heart, My Mine; Hypnotic Tango, Sabrina; Boys, boys, boys e Den Arrow; Catch the fox sono ancora nella mia collezione di dischi di oggi. Senza contare Scoop, Raf, Black box e una raffica di altri. Alla differenza che quello che noto nei dati dello spettrometro e dello scanner, risulta molto meglio che la produzione degli anni 80. E il gran ritorno del Ital’disco, ma meglio che l’Ital’disco e made in Bolognano Vignole, in cima a questo. Finalmente al diavolo il sole, la terrazza e la bevanda fresca, sto perdendo rughe in giro.
– Cominciamo!
Cliché” apre il ballo in un modo clamoroso. Pista! Ci si balla, ci si ama, è l’estate e cosa di meglio invece delle spiagge affollate che uno spumante ghiacciato in quota, al fresco e “en tête à tête”? Il ritmo è invitante, una chitarra punteggia, nella distanza, un corpo melodico fatto di una tastiera campata nei bassi e frase di sintetizzatori lasciano un po’ di posto a dei cori che decorano di “uhuu” la fine dei versi. Vestiamoci leggermente, farà caldo.
Il ritmo di “Indaco” ha un suono più pesante, profondo e serve di base ad una sequenza di tastiere semplice, rapida e meccanica fino ad un ritornello che apre prospettive più larghe con percussioni leggere fate di bottiglie percosse, riverberazione più profonda sui vocali, e brevi frasi di tastiere, che campate nei bassi di un suono aspro, danno un aspetto di potenza. Notiamo l’apparizione tempestiva di due note cristalline più o meno accentuate che appariscono come virgole allungo il brano. L’indaco è un pimento naturale prodotto in India.
Libertà criminale” sembra partire da una stanza lontana, fare qualche passi nel corridoio per finalmente aprire la porta e splendere di chiarezza davanti a noi. Il ritmo è un po’ più rapido, tropicale e racconta una fuga con un malloppo fato di diamanti, in una destinazione da sogno, ma i tropici al giorno di oggi sono trasformati in forno. Stefano Eccher presta sua tromba nel ritornello, ma il suono del suo strumento è assorbito dalla tastiera che suona la stessa partitura di lui, sui “Tur lu tutu pai loi la” … Bisogna concentrarsi per trovarla.
Piccolo miracolo melodico “Come ieri” si avventura verso il genere cool tempo, con il suo ritmo che entra in mezzo al terzo bar. Tutto plana in questo pezzo; il ritornello in particolare dove suoni si appoggiano su una tastiera che fa lunghezze in sotto fondo. La voce di Marco si raddoppia per dare profondità ad un testo romantico. Mia traccia preferita sull’album. Semplicemente magnifica.
Un primo passo è fatto nella mia percezione degli strumenti suonati su “No no, grazie a te” sento meglio la chitarra, mi sembra che c’è più spazio fra gli strumenti. Sulle tracce precedenti l’atmosfera dei suoni è molto più amalgamata, più alla moda, più attuale in somma, con suoni combinati assieme per spingere nella stessa direzione. Su questa traccia gli strumenti sono più distinti, magari più naturali. Ma come Marco lo dice lui stesso: “Può essere sciolta in 10 ml di acqua oppure assunto col miele ed è uno di quei lavori che attualmente non ha ben chiare le norme legislative concerne al dl 81/08, ma comunque paga bene”.
Civico 37” è stata felicemente inclusa a l’album. La canzone già presentata come single nel 2021 testimonia di un periodo dove le canzoni di Ziliani erano composte di lancio, con naturalezza; “di getto” come lo dice Marco nelle sue interviste. Notiamo un suono più aperto e degli strumenti ancora più distinti, che danno al brano un’ampiezza molto più girata verso gli anni 80. Nelle tracce precedenti ci sono state sicuramente delle scelte da fare per incollare al suono attuale, ma a seguire i altri non si arriva mai primo. Stupendo basso che porta tutta l’ossatura della canzone sulle sue spalle, ma che sa ritirarsi prima del secondo minuto, per tornare dopo una trentina di secondi e consolidare il finale.
Zucchero” conclude l’album senza percussioni, ne strumentazione complicata, una voce sola accompagnata da una tastiera sono i protagonisti del brano. Una tromba un po’ più distinta soleva il secondo verso, lo fa planare troppo brevemente verso cime alte, prima di depositare saggiamente il tutto sulla terra ferma. La canzone è la più corta del mini album e c’è come un gusto di “non abbastanza” alla conclusione del EP.  Basta premere “play” di nuovo per farne un altro giro.
Avendo visto tutta una serie di registrazioni dal vivo di Ziliani, in particolare il Maggione 2021 al Cantiere 26 e altre numerose prestazioni, sono sicuro che queste canzoni avranno un impatto molto più forte e un’esecuzione molto più vivace su un palco scenico, che la registrazione presentata qui. La scala è alta ma tutto il gruppo sale, un gradino al giorno. Noi preghiamo che i piccoli maialini non le mangiano prima. Credo sia tempo di tornare alla base Nibraforbe.
– Secondo? Mi traccia una strada per la base.
Mi giro verso l’operatore sonar:
-Jones, non farmi troppo zelo, che ho bisogno di ventilarmi le narici, OK?

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