Abbiamo avuto una settimana di riposo, il tempo di esporsi al sole al più possibile e già un ufficiale in divisa suona alla porta, con la busta sigillata di un ordine di missione. Ancora una volta sembra essere un giretto di routine, una passeggiata della domenica, un obbiettivo solo, ma l’Intel, leggermente meschino, ha piacere di vederci tornare con 4 rapporti, invece di uno. Comunque domani si parte.
– Immersione! Rotta nel 230, avanti un quarto, profondità 050. Jones? Cerchiamo Silvano Leonelli già schedato e nominato al Trentin Music award 2020, categoria video.
-Aye aye, sir!
– Capo? Ho già il rapporto da l’Intel ma guarda di trovarmi un po’ più dettagli…
– Certo, capitan.
Comunque penso che siamo sulla strada buona e ci rimane solo ad aspettare che Jones trova il segnale, in tanto, il capo centrale torna con un po’ più dati:
– Allora, Silvano Leonelli suona ogni tanto e su richiesta in una band che fa cover dei 883 chiamata “Le strade di Max” ed ha partecipato alla registrazione di “Buon Mattino” sul mini album “Posso passare?” di Matteo Armellini. Utilizza pianoforte e vere tastiere prodotte su un largo arco di tempo: Oberheim matrix 6 (1986), Roland D50 (1987), Korg Wavestation (1990), Prophet Rev 2 (2007), Roland Jupiter 80 (2011), Yamaha MODX6 (2018), che li dà una grande scelta di suono digitali e analogici. Programma molto poco tranne il ritmo. Visibilmente, prima di rilasciare il nostro obbiettivo ha ritirato tutti i suoi precedenti contributi su You tube: “The wave” in particolare e “Stolen lands” che ritroviamo su l’album. Missaggio e master sono a cura dello schedato Raoul Terzi. Credo non ho gnent altro…
– Segnale! nel 210, rotta nel 230, distanza 25 miglia, velocita 7 nodi profondità 055. E il nostro rilevamento capitan. “Unfolding Universe” di Silvano Leonelli, firma sonar registrata in banca dati.
– Bravo Jones! Rotta nel 220! Scanner, doppler, spettrometro, decoder audio, cominciamo!
Silvano non corrisponde agli stereotipi della musica elettronica strumentale. Quella in quale l’artista affaccia un laptop e trita bottoni. Questo modo di creare non mi disturba per niente, dal momento che quello che esce dalle casse è piacevole a l’ascolto. Silvano viene musicalmente dagli anni 80, l’era dei primi sintetizzatori polifonici. Intendete da questo termine un sintetizzatore in quale si può suonare un accordo completo con 5 dita e anche di più, paragonato a sintetizzatori monofonici in quali si poteva suonare una nota sola. L’arrivo sul mercato di strumenti a ragionevole costo ha creato l’ondata degli anni 80. Le prime scatole a ritmo programmabile hanno aperto un campo creativo ancora più grande. Prima c’era Kraftwerk, da allora ci sarà Dépêche Mode. La musica di Silvano è suonata a mano come si deve e lui suona tutti strumenti presenti su questa registrazione: Chitarra, basso, flauto traverso.
“Solstizio” è un brano lungo di oltre sette minuti, che inizia con un bel suono ampio e aerato, poi si aggrega ad una sequenza basica che ritma meccanicamente un dialogo fra due tastiere. Sono un po’ disturbato dall’entrata verso 2.36 di un suono di trombe, che trovo enfatico, con una melodia basica, ma sarà l’unico passaggio che trovo un po’ spiacevole su l’intero album. Il finale è spazioso e portato da percussioni messe avanti e si sfuma con un assolo di chitarra.
Ritroviamo “The wave” e il suo ritmo sollevato, nella sua versione invariata del 2020. Tutta la melodia principale viene da un dialogo fra due tastiere al suono quasi simile. Da lontano può sembrare un monologo, ma la conversazione fra due strumenti esiste veramente. lo stacco verso 2.48 è gonfiato da un suono di coro cerimonioso ma giustamente arretrato. Ripiangiamo la sparizione del video e del brano su you tube…
“Who knows where I am” calla di giri e propone un ritmo più calmo in quale la melodia è esecutata da una chitarra elettrica, presente come protagonista di tutto il brano. Un dialogo prende posto in questo brano fra la chitarra e tastiere, che cantano anche di concerto. Silvano ci appare come un polistrumentista.
“Daydream” e il suo piano forte ci invita verso un’altra atmosfera ancora, più calma e più romantica. Nappe sfuse e leggere sono la trama del pezzo, un ritmo discreto è rappresentato da suoni cristallini e fragili. Un suono di oboe si distacca da altri suoni di strumenti a vento. Il piano forte torna per concludere la traccia.
Continuiamo sul piano forte mentre l’abbiamo a disposizione per il pezzo il più classico dell’album: “Spring up” un po’ al gusto di Richard Clayderman direi, al meno è la prima associazione di idea che viene in mente. C’è la bella partitura di un basso che rimane discreto. Il brano si conclude con l’aiuto di una chitarra elettrica, che viene sostenere la melodia della tastiera principale, mentre il piano forte conclude il brano di gamme che descrivono un ritmo.
“Stolen lands” propone suoni con una profondità di campo più accentuata e ritmi più complessi durante i vari movimenti che scorrono allungo suoi 6 minuti. Siamo davanti al brano il più composto, arrangiato e lavorato dell’album. Il pezzo prende intensità fino a culminare intorno a 2.20, si attenua per ripartire più ritmato e si conclude con una tromba e una rullante al tono militare.
“Passing” arriva con una sequenza portante che incorpora gradualmente elementi discreti fino a l’arrivo di un coro sintetizzato imponente e una batteria. Dagli primi ascolti la traccia sembra corta; le prime melodie prendono veramente posto nel brano, un po’ prima la meta del pezzo, superando dal loro volume tutti elementi di costruzione della struttura, aggiunti uno per uno in questo lungo crescendo. Il brano si conclude con suoni di flauto e pianoforte, oltre 5 minuti.
“Silver lining” si svolge senza un ritmo, senza una percussione nei due primi terzi della sua evoluzione. Sorprendentemente Silvano suona anche il flauto traverso su questo pezzo. Ritorno della chitarra elettrica per piangere suoni lunghi in sotto fondo, prima di annunciare la seconda parte con un suono muscoloso. Una sequenza un po’ simile a quella di “Passing” scorre fra lunghe spiagge di suoni vaporosi. Percussioni appariscono con un assolo melodico di chitarra nella terza e ultima parte. Questo album è uno strumentale che ha il merito di essere suonato da cima a fondo a mano. Propone atmosfere varie e mette in valore le capacita di musicista di Silvano che dimostra un ottimo livello sia alla chitarra che al flauto traverso. Il risultato finale non è di stile moderno e ancora meno alla moda, ma rimane come una roccia di mezzo alla corrente, c’è un’udienza per questo.
– Secondo? lì lascio il centrale, sarò al mess degli ufficiali, vado vedere cosa Seven Seagul ci ha preparato a cena, può calcolare la rotta del nostro ritorno alla base. Casomai si muove qualcosa saprà dove trovarmi.
– Aye aye, sir!