TMA-Wyznoscafo

[Wyznoscafo tappa 59] Sadsam Sadsun Singles you tube e EP Agrodolce

Lascio il coltello e la forchetta in riga sul mio piatto vuoto che rispingo leggermente verso il centro della tavola. Dal pass che separa il Mess degli ufficiali dalla cucina, vedo il sorriso sodisfatto di Seven Seagull, il nostro cuoco, felice di congratularsi del risultato della sua ricetta.
– Caffettino? chiede, storia di finalizzare il suo capo lavoro odierno, ricompensato dalla soddisfazione dell’equipaggio e degli ufficiali del bordo.
– Naaaa dai, mi preparo al un po’ di sonno prima di dare il cambio al Secondo, verso le 4 del mattino.
Il suono dell’interfono interrompe la conversazione. Premo il bottone, è il Secondo:
– Abbiamo un segnale nel 160, 13 miglia, profondità 040, due schedati.
– Dove fano rotta?
– 220 come noi… stiamo risalendo piano, stessa profondità, me metto nella sua scia…
– Arrivo…
Mi giro verso il pass della cucina:
– Dai Seven… Fammi un ristretto.
Arrivo in centrale con il telex della rete flash che riempie la cesta di carta perforata, il Capo centrale sta preparando il suo rapporto, sopra la tavola delle carte. Il secondo mi lascia il centrale:
– Capo? cosa diset?
– Sadsam sadsun è Samuele Angheben, che è passato in un gruppo punk chiamato The Froggers, poi diventa bassista dei Patrick. Ci presenta una serie di canzoni unicamente pubblicate sul tubo.  Tutte le canzoni sono state registrate casa e Samuele suona tutti strumenti.  Quindi, nell’ordine abbiamo aprile 2021; apparizione al Sal8 del musiceesta per presentare la canzone Dejà vu. Giugno 2021; un due tracce che contiene Dejà vu missato e masterizzato da Pinksebi il batterista dei gruppi musicali Karakaz e Melancholia poi abbiamo Indaco, missato e masterizzato dal nostro secondo schedato; Luca Vianini che ha pubblicato due album di musica esperimentale: SuM nel 2009 e Fake nel 2011, partecipando anche l’album dei Supercanifradiciadespiaredosi “Geni compresi” cofirmando la traccia “Poltron”. Tutti missaggi e master sono di lui, tranne quando indicato diversamente. In settembre 2021 arriva “Sole triste”, e segue in dicembre 2021; “Satellite” con la sua immagine bianco e nero, con una specie di grafica alla “Death metal” missato e masterizzato da disa_rnk, che il un nome di social media. Marzo 2022 esce il primo single estratto dal nostro rilevamento “Ferisci le persone e guardale andare via” su un video di diretto da photo sociati. Poi, in giugno 2022 una registrazione grezza “Bruciamo qualcosa di bello” riprese, montaggio e sottofondo con un vecchio sintetizzatore degli anni 80 un casio sk-1 suonato da Tom Blue BYND, missaggio e master di Moleskine. In fine il nostro rilevamento; luglio 2022 esce un mini album di 4 tracce “Agrodolce” con delle riprese di Francesco Frizzera e di Riccardo Pisetti su un montaggio in cerchio chiuso di Tom blue BYND. Del resto sembra che i Patrick si sono sciolti di recente.
– Ah? Magari si riformeranno una notte di luna piena?
– Non posso garantire niente…
– Scanner, doppler, spettrometro, decoder audio, cominciamo.
C’è qualcosa di costante che perspira dei testi di tutte le canzoni; un malessere continuo, un universo in quale la felicita e il conforto sono anormali. Ci sono bottiglie rotte, mozziconi nella sabbia, ferite grattate che non possono cicatrizzare, male d’amore. Belle storie obbligatoriamente destinate a finire in ripianti. Come una macchina nella vetrina di un concessionario con i fari spaccati, un quadro di Monet lacerato da un angolo a l’altro, una torta alle fragole con un mattone spiaccicato di mezzo, un fiore che cresce di mezzo alla discarica municipale…
Dejà vu e Indaco, sul primo EP, sono canzoni strutturate, un po’ più orchestrate e costruite che il rilevamento “Agrodolce” verso quale siamo diretti. Samuele utilizza la malinconia come un motore. Dejà vu è una delle rare tracce suonate alla chitarra elettrica, il ritmo è meccanico, vari strati vocali sformati di effetti passano dal sotto fondo al fronte scena.  Su Indaco la linea principale rimane una chitarra folk su di quale una chitarra elettrica disegna una melodia. La voce di Samuele si raddoppia, e fa cori sul retro.
Sole triste si presenta in una versione più nuda, con un suono molto più limpido. C’è solo una chitarra folk, una voce, ma con dei cori più costruiti e che giocano su variazioni più sottili.  C’è anche una chitarra elettrica che rimane molto più discreta, passeggiando sul retro solo nel ritornello. La canzone definisce l’importanza o il peso di due membri di una coppia: Tu sei una stella, io sono un topo.
Satellite, il single rilasciato in dicembre 2021 riprende una presentazione più strutturata, con percussioni programmate e chitarre ritmiche grintose. La grafica della foto del video ricorda le lettere difformate utilizzate nei gruppi di metal. La traccia è la più grintosa di tutte quelle presentate qui. Verso la fine del brano la voce principale si intensifica fino ad essere urlata con intensità.
Bruciamo qualcosa di bello accoglie un sintetizzatore che fa lunghezze in secondo piano. Il suono è molto più grezzo, sicuramente dalla presa di suono artigianale, la melodia del canto pero è molto più invitante. Questo brano sembra una presa istantanea, fatta con mezzi del bordo.
L’EP Agro dolce finalmente ci presenta 4 canzoni totalmente acustiche. Ci sono qualche parolaccia senza rendere il mini album volgare. Il tutto è grigio, grezzo, martirizzato, disperato, ma cantato o urlato con trippe e cuore. Samuele cammina dritto, ma la sua anima ha bisogno di stampelle. Passa cercare vostra figlia con un mazzo di fiori, ma ha il volto tumefatto di un pugile. Fuori c’è sole, ma dentro c’è un temporale. Il mini album Agro dolce descrive un’adeguazione impossibile al rapporto di copia. Samuele si sente nella pelle di un Attila sentimentale, come la prima canzone “Senza colori” lo descrive: dove passo Io, muoiono i fiori. C’è una nuova proporzione dei vocali nel brano e nel EP, che offre un approccio diverso dei cori, su ogni canzone. Qui, la voce principale è alta, i cori dei versi sono allontanati in secondo piano dalla riverberazione, quelli dei ritornelli sono più nei bassi, quasi parlati e più vicini all’uditore.
“Quando perdi qualcuno” bagna nella stessa atmosfera, c’è la stessa malinconia cantata con una doppia voce. I cori sono urlati a squarciagola nel primo verso per simbolizzare un dolore vicino a l’automutilazione: “Vorrei togliermi il cuore dal petto, per capire cosa c’è dentro”. C’è una chitarra elettrica che arpeggia discretamente in secondo piano, con un basso discreto in fondale.
“Ferisci le persone e guardale andare via” è costruito musicalmente con la stessa chitarra folk e suoi accordi di primo piano e di un’altra chitarra folk, che si incarica di sostenere la melodia del canto. Ci vuole un’accurata attenzione per sentire il basso su queste 4 tracce, ma è al suo posto. Il coro questa volta è bagnato di distorsione e di saturazione.
“Blue sky” conclude l’EP e richiude il caso prima archiviazione definitiva. Questa è l’ultima canzone che scrivo per te. La ricetta di costruzione rimane la solita; Una chitarra folk in primo piano crea ritmo con i suoi accordi, un’altra li arpeggia affianco, un basso emerge un po’ più chiaramente, con una chitarra elettrica per decorare i ritornelli. Il finale rimane in memoria con i suoi cori disposti a vari livelli, che finiscono per superare una musica che crolla a blocchi, prima del silenzio finale.
Mi viene subito la voglia di vedere spazi aperti e non rimanere rinchiuso in questa scatola di ferro e penso che l’equipaggio ha bisogno anche lui di vedere il sole.
– Ferma propulsione, riempire i Ballast, facciamo superficie… Secondo una volta in superficie autorizza a turno il bagno dell’equipaggio: Prima propulsione, elettricisti, armamento, poi centrale…

Capitan Wyzno

Erick Wozny è francese, vive in Inghilterra, ma frequenta il Monte Bondone dal 1988. Nel 2012 scopre casualmente la musica Trentina e decide di esplorarla e di supportarla. Tante recensioni on line sono fatte sullo stesso modello, quindi il Capitan preferisce raccontare le sue avventure rocambolesche, surreale, un po’ lunghe ma precise, a contro corrente e traccia per traccia.

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