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Fango” bussa direttamente al boccaporto del sommergibile per manifestare la sua presenza. In sé stessa e una prima assoluta. Di solito andiamo noi a caccia di musica nei mari nostrani, ma non mi disturba niente affatto, che artisti si manifestano davanti a noi… Anzi! Eco che il gruppo presenta il suo ultimo EP Icarus del 2012 in scarico gratuito. L’Intel mi segnala subito un’altra pubblicazione: “Nel buio” del 2010 a scarico gratuito anche lui. Stranamente “Nel buio”, un mini album di tre tracce, ritiene MOLTO più la mia attenzione che “Icarus“. Penso che la maggior parte dei gruppi di rock non sanno quantificare l’originalità generata della loro ingenuità nelle registrazioni. Troppo rapidamente l’ingenuità, e l’originalità portata da essa, si sfuma con l’esperienza, addio lo svitato, la pazzia leggera, le cose entrano in riga. Cioè, Il rock non serve ad assomigliare a “Muse” o gli “Deftones” per esempio, ma è un’entità da buttare in pasto a giovani irriverenti per vedere con curiosità cosa ne fanno. E “Nel buio” è un esempio puro di questo fatto.
Per esempio Fango riesce a scrivere un “Boom boom” rabbioso e punk, con una determinazione tale da fare dimenticare qualche imperfezione sparse qua e là, tanto l’energia generata è il motore dell’apprezzamento dell’uditore. Ci sono trippe, fegato ed energia, denti e artigli fuori, in questo brano.
“Mud on me” calla leggermente di ritmo, dall’inizio fino al 13imo secondo, poi si stabilizza. Pero la rabbia di questa sberla di poco più di due minuti è portata dalla potenza generata dal grezzo dei vocali: Te pettina a l’indrio. Le chitarre ruggenti fanno corpo con il basso in modo di spingere assieme un po’ più forte; Si sente lo sforzo comune…
C’è quasi un minuto di psichedelico che rimbalza nell’eco sull’introduzione di “Johnny Christ”. Il brano è guidato da un basso ossessivo sottolineato di chitarre sullo stesso tema, per creare un muro sonoro leggermente ripetitivo. Il pezzo si avventura verso altre destinazioni e sembra accettare più facilmente una sosta di mezzo alla canzone, per svagare nel eco, prima di ripartire verso il finale.
Su questo EP ci sono solo tre tracce rock ruvide e grintose, che danno voglia di suonare questo mini album di nuovo.
Icarus” arriva nel 2012 sotto l’etichetta di Go down records, registrato al NoEgo studio di Laives da Carmelo Giacchino e si distingue dal resto delle composizioni dalla voce raddoppiata, che da rilievo al canto, su quasi tutto l’album. Occhiolino agli collezionisti di vinile: è un 10 pollici di solo 300 copie numerate …. Sembra che Fango ha messo il piede sulla bilancia, e calibrato la scrittura dei brani, solo a guardare i tempi delle canzoni, tutte intorno a 3:40 a l’eccezione di “Drown” che apre con un rock metodico, questo 4 tracce. La voce e grezza, magnifica, potente ed incolla al pezzo. La canzone riprende questo aspetto compatto, fatto di chitarre e basso che suonano partiture simili. Solo la chitarra solista si estirpa dal rumoroso blocco, per fare giravolte sopra la massa compatta. “Icarus” è il pezzo principale portato dal suo doppio coro vocale, sopra un ritmo martellato su i timpani. Notiamo una cura particolare portata agli vocali su questo brano, su due o anche tre stratti la loro combinazione solleva bene il pezzo. “Frantumi” è un titolo molto più lento e pesante, sempre basato su un muro sonoro fatto di basso e chitarre compatte, con sopra, una voce più torturata. L’entità aspra e monolitica degli strumenti prende qui una dimensione ancora più accentuata.  Il canto urlato con potenza aggiunge all’aspetto ruvido del pezzo. E per concludere l’EP “What I think” sembra accogliere una tastiera… Io, SO chi la suona dopo un’inchiesta di terreno, ma non voglio che l’Intel faccia il ficcanaso nei dossier del Capitan, vi posso solo dire che viene da una band di Vigolo Vattaro e che il suo nome comincia con la “J” e che poi è abbastanza famoso in regione ma rimango nel vago e lo sfuocato per il vostro più grande piacere. C’è un imponente ponte musicale nella seconda metà del pezzo che porta alla conclusione dell’album nella sfumatura del vento. L’impressione generale di Icarus ed un EP registrato bene, pensato meglio, lavorato di più, ma meno istintivo e svitato che il precedente. Non sono un grande specialista del genere grunge/stoner e il mio punto di vista rimane sicuramente profano paragonato a l’opinione dei conoscitori del settore. Ma dal mio solo giudizio posso solo consigliare di scaricare i due EP… Visto il prezzo, penso sia stupido lasciarli passare, no?

 

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