Siamo omaggiati alla piattaforma della base segreta, dietro la cascata di Sardagna, l’entrata nascosta della base Nibraforbe. L’equipaggio è quasi del tutto sbarcato, rimane abbordo solo una decina di membri che sono di servizio e che assicurano una permanenza nel sommergibile. Il servizio è certo leggero e rilassato, ma 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 c’è sempre qualcuno nel Wyznoscafo. Sto per sbarcare anch’io, sono sulla passarella, il Secondo e Jones sono sulla piattaforma, il Capo Centrale sta compilando formulari con agenti del Intel, quando l’allarme invade la base.
– E che cavolo succede adesso? Mi sto chiedendo mentre vedo il secondo sganciare dal muro, dell’altra parte della piattaforma, uno dei telefoni di servizio. Vedo membri dell’equipaggio tornare di corsa verso di me… Non dirmi, dai, non dirmi. Il Secondo torna, il Capo Centrale torna anche lui. Non dirmi, dai, non dirmi. Due Trolley elettrici stanno arrivando velocemente nella nostra direzione con riserva di fresco per la cucina.
– Dobbiamo rituffarci di corsa, annuncia il Secondo, un’uscita importante…
– Ma non c’è nessuno altro? chiedo sconcertato.
– Stefano Eccher. Il suo primo EP sta per uscire dovrebbe trovarsi a 10 miglia pieno Est della base, uno spuntino… Scherza il Capo Centrale.
Sono quasi confortato dal nome del rilevamento da cercare, poteva essere qualcun’altro che sarei anche brontolone, senza pensarci troppo giro i tacchi e risalgo la passarella. “Sigma” del 2021, “A me piace art attack” e “Perché” del 2022, mi risalgono immediatamente in mente… Sparisco nel boccaporto posteriore, seguito da membri dell’equipaggio che si aiutano, passandosi gli effetti personali, alcuni brontoloni, alcuni con un senso del dovere più accentuato del mio. Il tempo di fare l’appello, il fresco e la posta sono spariti nel ventre del Wyznoscafo, gli ormeggi sono snodati, i boccaporti chiusi, i ballast riempiti, e usciamo a velocita ridotta della base Nibraforbe, ripassando sotto la cascata. Il rapporto dell’Intel ci arriva già sul telex, Il Capo Centrale ha già il naso dentro, quasi immobile osservo sbalordito il personale del bordo darsi da fare, mentre son ancora lì in piede nel centrale con la mia borsa in mano.
– Segnale nel 090, rotta nel 090, distanza 10 miglia, velocita 00, profondità 192, firma sonar Stefano Eccher.
Non potevo dimenticare Jones… velocita 00… non si muove… normale, la nostra preda non è ancora uscita. Siamo i primi sul colpo. Butto giù la mia borsa agli piedi della poltrona del centrale e mi siedo.
– Sta risalendo, Jones?
– Un metro al minuto circa.
– Rotta nel 090, profondità 100, velocita minima, Secondo? a 5 miglia del rilevamento, giriamo attorno, velocita minima, distanza minima 5 miglia. Capo Centrale, cosa diset?
– Allora, “Alla ricerca” è il Primo EP di Stefano Eccher che si laurea alla tromba al conservatorio Francesco Antonio Bonporti proprio l’11 Ottobre mentre l’album deve uscire il 7 ottobre 2022. L’EP di 6 canzoni è uno concept mini album ed è stato prodotto da Stefano Eccher, nel suo studio, “Tufix’s Home”, mixato e masterizzato da Samuele Cristel. Stefano Eccher si incarica della produzione, musica, testi, voci, chitarre, tastiere, batteria e tromba. I musicisti partecipando alla registrazione sono: Thomas Volcan: Narratore nell’introduzione, chitarre, Giulio Molteni al basso, Fiorenzo Zeni al sassofono alto e sassofono tenore, Amos Corradi: basso, Alessandro Biasi: chitarra elettrica, Mattia Vanzetta: trombone, Mattia Gobbo: batteria, Daniel Scarian: percussioni, Lara Eccher corno. La copertina del disco è realizzata da Tommaso Conte e rappresenta uno Stefano Eccher stilizzato, la testa in giù, i piedi in una nuvola. Ho fatto una richiesta a l‘Intel per avere più dati su questo. Credo sia tutto.
– Grazie Capo, Scanner, doppler, spettrometro, decoder audio, cominciamo!
Penso che 2022 è stato un anno piuttosto intenso per Stefano Eccher, già prima perché ha registrato due single pubblicati su vari canali tra quali Spotify e Youtube poi ovviamente la pianificazione del EP, senza contare l’esame che lo porterà a la graduazione del conservatorio Bonporti di Trento. Il suo Canale sul Tubo e pieno di registrazioni o di riprese di canzoni già esistente in collaborazione con altri membri del conservatorio, ma anche gente a l’estero incontrati su internet. Comunque le prove prima di registrare si devono fare e prende tempo. Sembra avere meno di 25 anni e visibilmente non sa ancora che ci sono solo 24 ore in un giorno, per il momento e in modo iperattivo e sforna pezzi pensati e rifiniti, perché il mediocre al conservatorio non esiste. Il capo centrale interrompe lo studio dei dati:
– Ho del nuovo, Capitan. Allora la copertina rappresenta una raffigurazione di Stefano in stile fumetto e con il suo giubbotto di colore viola per renderlo il più reale e riconoscibile possibile. Il blu rappresenta il cielo con lui che va alla ricerca “a cavallo” di una nuvola. La polverina che cade infine, rappresenta le idee, sogni e speranze che egli stesso ha riposto nel disco. I colori sono uniti e senza rilievi per fare che il tutto rimanesse il più semplice e meno dispersivo possibile.
– Ah OK. Ma io che guardo la copertina sotto sopra posso anche pensare che si ferma pensieroso, camminando nella neve e che idee li cadono dal cielo direttamente nel collo! Dai! Dati stanno arrivando vediamo di cosa si tratta:
“Notizie” inizia con una tastiera cristallina e la voce di Thomas Volcan annuncia in un modo sciolto e rilassato “la scomparsa di un uomo” e ci invita ad ascoltare l’album per fare in modo di rintracciare l’individuo perché indizi sulla vita e i pensieri dello scomparso sono sparsi fra le canzoni. Una tromba discreta scorre sotto l’annuncio. Il sassofono di Fiorenzo Zeni prende i comandi del brano in un bel assolo, sostenuto dalla tromba. Dai, partecipiamo anche noi alla ricerca.
Una chitarra elettrica introduce da sola “Alla Ricerca”. Il ritmo è piuttosto calmo e temperato, un po’ soft jazz sui bordi. Presto altri strumenti si aggregano attorno alla voce dopo un rombo di piatti, la voce di Stefano si raddoppia sul ritornello e sugli fine versi. Una tromba si incarica del ponte musicale, considerando la lista degli strumenti suonati da Stefano nel rapporto del Capo centrale penso che “alla ricerca” è il brano in quale Stefano è a quasi tutti livelli. Notiamo che Stefano canta tutti cori, su tutto l’album. Magari Stefano sta ancora ricercando cosa deve ricercare nella sua vita. Il problema è che, alla sua età, le scelte sono tante.
“Desideri” ci riporta in un periodo anteriore su ritmo leggermente più sollevato, da “cosa vorresti fare da grande” all’importanza di una vacanza come ne vorremo vivere tutti. I bivi appariscono già sul percorso; vero che dal liceo alberghiero al liceo musicale ci sono pochi passi, magari lo stesso numero che il percorso da ingegnere a banchiere. Comunque l’assolo di chitarra prima del finale spinge le possibilità dello strumento per aggiungere un tocco maschile e grintoso alla partitura e rimane un memorabile passaggio nel brano.
“Mistero” è un intermezzo strumentale appoggiato su un ritmo volontariamente sbilenco, tutto come il ritmo del primo brano, sembra che c’è una ruota quadrata alla carrozza. Questi tipi di ritmi, con un colpo sulla rullante anticipato di una sedicesima, viene de R&B e della musica soul. Rimane abbastanza difficile incorporare questi stacchi volontari nel ritmo, per la tendenza naturale che il cervello ha ad incollare a qualcosa di più regolare e quadrato, l’effetto può essere accentuato modificando le partiture del basso e di altri strumenti. Un modo volontario di imboccare “il sinter dei Zoppei” …
“Tutto sembra bello” galleggia immediatamente alla superficie, domina dalla testa e dalle spalle, la totalità del EP. Dentro ci sono solo ingredienti di qualità; dal ritmo sostenuto, alla chitarra elettrica che affetta l’introduzione preparando un tappetto ritmico al basso per depositarci delle bollicine, mentre una tastiera al suono di vetro fa una partita di “gioco del mondo” in un angolo dello studio. La voce si raddoppia nei punti strategici, prima che tutta la sessione rami sale sul tetto, trombone incluso. C’è un grande passaggio calmo un po’ romantico seguito da un ritmo modern-Jazz zoppicante di quale abbiamo parlato prima e un finale con i fiocchi. Lode, lode e lode.
Ritorno della chitarra folk per l’ultima canzone del EP “Proprio così”. La canzone inizia quasi con la stessa struttura che “Desiderio”; la strumentazione completa invade tutti spazi disponibili molto più presto, pero. Grande ritorno della sessione rami per preparare il lancio dell’assolo di sassofono, seguito di un buon assolo di chitarra. Il tutto è strutturato bene, esce chiaro, limpido e pulito. La canzone è anche morale sottolineando che dire la verità è la strada più onesta per andare avanti, l’integrità mette molto tempo per essere riconosciuta da chi ti circonda, ma va coltivata lo stesso.
L’EP è uno sforzo di creazione di scrittura musicale, di trascrizione per tutta una sessione rami, di scrittura di testi, di organizzazione di idee, di dibattiti magari con altri membri della formazione messa in piedi per la registrazione, l’organizzazione degli strati di registrazione, poi le scelte di missaggio. Una conferma alla laurea. L’album è tirato su da una sessione rami che propulsa i brani in quale è inclusa. Normale, da sempre questo punch particolare alla musica popolare. Stefano conferma anche, dopo tre single, di potere trattare imprese più importante. Adesso dovrà andare sulla sua strada, imponendosi di lavorare su innovazioni partendo dalla scrittura, distillando idee prese qua e là sul suo cammino.
Credo che l’Intel sarà contento del reso conto di missione. Noi, torniamo alla base sperando di non beccare niente nel fascio del nostro sonar. Abbiamo tutti la voglia di staccare un po’.