TMA-Wyznoscafo

[Wyznoscafo tappa 76] Wildbek EP Wildbek

– Immersione!
Cosa dire? Siamo sull’orlo dell’estate, a poche settimane di un riposo promesso dall’Ammiraglio Giusy Elle in persona, mandati a fare in giro, senza meta precisa, ad “annusare” i fondi dei mari nostrani. Dal rumore oltre lo scafo del sommergibile sento che non siamo neanche immersi del tutto, dovrebbe rimanere una buona parte della torre ancora in superficie, che Jones intona il suo ritornello preferito:
– Segnale nel 089, distanza 16 miglia, velocita 0, profondità 253. Nuova firma sonar in trattamento. Sta risalendo a 3 metri per minuto. Un EP di 7 tracce.
Mi giro verso il Secondo:
– Ma è solo un’impressione mia o stiamo beccando segnali prima della loro uscita ufficiale, in questo momento?
– Beh, Jambow Jane, Maitea, poi questo rilevamento qua… Sembra che siamo su una serie di coincidenze…
– Firma sonar Wildbek registrata in banca dati, tre schedati. Aggiunge Jones.
– E chi sono sti schedati?
– Maurizio Facenda, Federico Zendron, Felix Lalù…
– Fam Facenda e Felix Lalù sulla stessa registrazione? Sento una produzione CantinOneRecords da qui. Capo? Fa parte della nostra scoperta a l’Intel e chiedimi un dossier sulla rete flash prima che siamo troppo profondi… Rotta nel 089! Scanner, doppler, spettrometro, decoder audio…
Pochi minuti passano prima che il telex della rete flash rigurgita la sua dose usuale di carta perforata, il Capo si avvicina, mentre ci tuffiamo nel buio delle profondità:
– Profondità 150, Velocita minima!
– Ben visto Capitan; CantinOneRecords presenta “WildBek”, Un Ep a tendenza rock-blues in uscita il 7 giugno prossimo sulle principali piattaforme streaming. Wildbek è un duo composto da Maurizio Facenda, voce e chitarra che viene da Mamalbao, Orcomondo, Avanzato stato di (de)composizione, BrutaBanda e Federico Zendron, batteria che viene da BrutaBanda.
– Un duo? E stiamo a coprire la missione prima dell’Ammiraglio Giusy Elle? Ah ah, sarà furiosa al momento del nostro resoconto di missione… Prosegui, Capo…
– Non farmela arrabbiare, Capitan. Ho già prenotato alla montagna… Allora… Si ricorda che brutta banda era un gruppo di amici che hanno imparato a suonare da zero con l’obbiettivo di registrare un EP? Beh, Maurizio e Federico hanno fatto un patto tra di loro; Federico insegna a Maurizio ad arrampicare, Maurizio insegna Federico a suonare. Dal dicembre 2022 viene l’idea di registrare qualche pezzo, semplici ed immediati, nati dalle improvvisazioni in sala prove. Invitano Felix Lalù, il secondo più grande cantautore noneso vivente, a fare la seconda voce sul primo pezzo dell’EP “Tutti al Bait”, che racconta la ristrutturazione del Baito della Portela, un bivacco in Lagorai. Il pezzo esce sul tubo come single il 6 giugno scorso per annunciare l’EP. La seconda parte del progetto consiste nel vendere almeno 40 copie dell’album per finanziare la chiodatura di 7 itinerari di arrampicata in Lagorai. L’album viene offerto a 5€. A chi sceglie di supportare questo progetto riceverà il WildBek pack: tracce digitali, booklet dell’album e gadget adesivi. “L’Ep è stato interamente prodotto e registrato nel CantinOneStudio, secondo un’etica punk ed un’estetica grunge, pochi fronzoli e con i mezzi a disposizione. Una produzione autentica e grezza ma piena di energia. L’EP è prodotto dai Wilbek, registrato, missato e masterizzato da Maurizio Facenda al CantinOneStudio tra marzo e maggio 2023. Vuole un descrittivo dal gruppo stesso?
– Spara, Capo, spara.
– Arhmm… “Ad una batteria essenziale si aggiunge una chitarra granitica, fatta di riffoni orecchiabili. Non vediamo l’ora di suonarli dal vivo aprendo qualche concerto: “Sai, quando si arrampica si dice che si cerca il facile nel difficile, qua direi che abbiamo cercato il bello nel semplice, riff e batterie che riusciamo a gestire”, Federico aggiunge “Il blues, il rock incarnano la semplicità e la potenza, ed in questo modo la musica arriva dritto al cuore”
– Grazie, Capo! Siamo a profondità? Cominciamo!
Le sette tracce presente su questo EP sono concepite per andare direttamente al dunque, senza tergiversare più di tanto; parola chiave: istantaneità. Provano di ritrovare l’essenza delle creazioni improvvisate, registrate senza passare il tutto sotto il microscopio, per essere lavorate oltre misura. Il suono è più che corretto, tendendo a rimanere semplice ma con un carico di punch, mettendo avanti i riff della chitarra, che è per forza da sola, sul fronte del palco. Il suo suono è per lo meno pieno e spalmato su tutto lo spettro auditivo. Lo spettrometro rivela l’uso di un doppio ampli per chitarra, su un ampli basso, tecnica utilizzata da i “Cannibali Commestibili” con l’uso di effetti, inclusa una pedaliera che permette di saltare da un ottavo a l’altro: Tecnica utilizzata da Nestor Fasteedio dei Supercanifradiciadespiaredosi, ma in senso inverso questa volta, visto che Nestor lui, cerca di avventurarsi negli alti, con il suo basso.
“Tutti al bait” apre la festa, con un ritmo pesante, impregnato di blues e materializza il passo di chi gestisce il suo sforzo per raggiungere la sua meta in quota. L’atmosfera è montagnosa, il sentiero si concretizza da solo, gli zaini sono pieni di provviste e di produzioni viticole locali. Là su, si può fare un po’ di casino senza disturbare nessuno. La chitarra è invadente, gonfiata oltre misura. La distintiva voce di Felix lascia Maurizio salire di un ottavo nel ritornello: Tutti al bait! Che bella combinazione vocale! Trentino: Territorio di sane attività!
“Reverendo Moment” indica che ritroveremo il suono della chitarra attraverso tutto l’EP. Una voce telefonata appare nell’introduzione. Il testo, per lo meno, descrive la pigrizia di alzarsi e la voglia di rimanere nel letto, sicuramente il giorno dopo la festa al Bait. “Ancora una, non dovrebbe fare male” Notevole ponte musicale verso 2.23 che separa la partitura della chitarra in una fibbia ritmica da una parte, per lasciare spazio ad un assolo da un’altra e che porta la canzone verso una conclusione strumentale.
Un’introduzione pesante, potente e a l’aspetto sbilanciato guida “Capre” verso la regolarità di suoi versi. Una voce raddoppiata descrive un altro giorno di forma olimpica: Ci sono delle capre, o degli Wildbek appunto, che brucano i fogli di quello che rimane di coscienza, ad un povero umano in fase di recupero dopo una festicciola in quota. “Occhi spenti, anche in piedi ti addormenti”. Ecco tre canzoni sul tema della festa fra amici; una per la preparazione, due sulle conseguenze.
Meraviglia di roll e di leggero rock “Baglioni” è una traccia che si srotola da sola come un tappetto su un pendio o come un treno a vapore su un vecchio binario. Il ritmo rotondo è dato quasi più dalla chitarra che dalla batteria e dà al brano un aspetto costante e meccanico. I ritornelli sembrano più affettati e angolari. La traccia si conclude nello stesso modo che la canzone precedente; dopo un assolo di chitarra che si conclude su un interminabile Larsen. Notevole traccia.
“Il male minore” mi ricorda, cosi dall’odore, una canzone dei Bastard sons of Dioniso senza potere un nome sopra… “Sirene” magari, viene sicuramente dallo stile del brano. Notevole ritornello con un accento a meta battuta che dà un aspetto sbilenco al pezzo. Un bel lavoro di Federico su questo esercizio.
“Mr. Brown” potrebbe essere uno dei personaggi di “Reservoir dog”. Ma il testo è particolarmente difficile da capire perché la voce è seppellita dalla strumentazione, che ne sfuoca i contorni. La canzone per lo meno è ritmata, con una buona gestione del charleston, particolarmente messo a contribuzione sulla canzone. L’assolo finale è talmente nella parte bassa dello spettro che sembra fatto da un basso.
“Le Slips” sembra parlare di indumenti intimi: Mutandine, bikini e tanga, che a pensarci bene, non sono più veramente intimi, visto che sono stati apparenti, messi in mostra, da uno dei più strani singhiozzi della moda adolescente. Ci si parla di Johnny Depp, di tanga, di film, di California e della capacita di recitare a memoria, su un riff di chitarra che mi ricorda il Jimmy Page del secolo scorso. La canzone parla di un amore d’estate, abbordo un panda e del parallelo di sognarsi in California. Sembra sempre meglio lontano, ma di mezzo ad armi in vendita libera, sono fiero di dichiarare “Mi resto en Bondon”. L’EP si conclude su questa canzone.
Siamo adesso sazi del suono grasso, basso e distorto della chitarra che ha invaso tutto lo spazio, lasciando un po’ meno di un terzo del volume alla batteria, e un po’ meno di un altro terzo alla voce. Questo muro sonoro rigonfio e saturato è la firma del duo, la carta d’identità dei Wildbek. Non siamo disturbati dal suono invadente dello strumento a corde, ma una variazione nelle scelte sonore poteva portare un po’ di varietà su questa galletta, che ritengo in linea con lo spirito CantinOneStudio.  Quindi vi tocca sfornare un 5 per finanziare col vostro cuore, ma anche con il vostro buon gusto, l’inchiodatura di 7 itinerari di arrampicata nel Lagorai. Pazienza! Mancano ancora pochi giorni prima dell’uscita ufficiale del EP. Noi, lo sentiamo raggiungere piano la superficie, prima di iniziare la sua traiettoria. Siamo poco distante dalla base e diretti pieno Est. Mi va di proseguire sulla nostra rotta, magari un po’ meno profondi, storia di coprire largo con il nostro sonar, chi sa cosa potremo scovare…
– Svuotare i ballast, Profondità 020, avanti 1 quarto…

 

Capitan Wyzno

Erick Wozny è francese, vive in Inghilterra, ma frequenta il Monte Bondone dal 1988. Nel 2012 scopre casualmente la musica Trentina e decide di esplorarla e di supportarla. Tante recensioni on line sono fatte sullo stesso modello, quindi il Capitan preferisce raccontare le sue avventure rocambolesche, surreale, un po’ lunghe ma precise, a contro corrente e traccia per traccia.

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