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[Wyznoscafo-tappa12] Adele Pardi con Per Dido

A dire la verità, non sapevo a cosa aspettarmi durante questa immersione. Sapevo che eravamo ancora immersi per un bel po’ di settimane, ma non mi aspettavo questo: Jones mi chiama a voce bassa dal sonar per un rilevamento che non sa presentare. Lascio la poltrona del centrale per inchinarmi sullo schermo dell’impiegato modello per eccellenza.
– Non so come spiegarmi questo rilevamento non dovrebbe apparire cosi… viene dal 090, rotta nel 180, distanza 12 miglia, velocita 05 nodi, profondità 023… sembra essere un OPERA, aspetto il trattamento della firma sonar.
Discretamente chiamo il secondo, ci raggiunge sopra lo schermo circolare, che tinge nostri profili di verde.
– Mi sto chiedendo se dobbiamo passare questo compito a l’Ammiraglio Helmut Graf…
– Chi è? interroga il secondo.
– Enorme base sul Garda, livello nazionale, musica classica, teatro, lirica, la totale… Navi di superficie, grosse unita, roba seria… Mi sto chiedendo se dobbiamo passarli l’info o soffiarli la missione sotto il naso?
Adele Pardi! E’ la firma sonar di Adele…. Conferma Jones. C’è anche Noirêve
– Dai su! Ho deciso! Li stiamo de drio! Sicuramente l’Ammiraglio Graf non sa che l’album è uscito…. Prendo il rischio. Secondo, cerchiamo di entrar nella loro scia, Rotta nel 170, avanti un quarto, profondità 050. Li lascio finire la manovra, Capo centrale?
– Aye, aye sir.
– Rimani discreto questo è uno dei pezzi più grossi sul quale portiamo la strumentazione. Vogli tutti dettagli possibili, hai mezz’ora.
– I dati son già qui, Capitan. l’Intel ha partecipato al crowdfunding…
– Beh adesso che tutti sono al corrente… spari, vai!
– Questo album e il frutto di una tesi universitaria 2014-2015 per il conservatorio Francesco Antonio Bonporti di Trento e abbiamo messo la mano su la tesi di Adele…
– Brao, Capo!
– È necessitato un lungo periodo di preparazione per completare l’opera. La tesi era intorno a 5/6 pezzi di trasposizione in chiave jazz, arrangiamenti… Il rilevamento e il lavoro completo: Allora tutta la tecnica prima: Casa discografica Barnum for art, Registrato presso il Teatro San Marco di Trento e allo Screen studio di Trento. Missato da Giacomo Plotegher per iMhO sound lab, Master di Tommy Bianchi per White sound mastering. Grafiche e copertina del CD di Karen Stenico. Allora, mi lascia spiegar perché le un tocchetin tosto… Buon, per farla corta il babbo de Adele li raccontava sempre le storie prima di dormire e raccontava spesso l’Iliade, l’Odissea, l’Eneide questa robe li n’somma: Principi, Dei, soldati, maghi, streghe, regine a tutti piani. Poi de mez c’era la storia de DIDO… riassumo: Lei è regina di Cartagine, il re suo marito muore, normalmente deve star in vedovato, ma si innamora di Aeneas, e secondo la versione originale della storia, si uccide quando lui l’abbandona per seguire i comandi del Dio Giove. Okay?
– Va la, son de quelle storie come Romeo e Giulietta, finisce sempre in una strage per diventare un’opera… Prosegua, Capo… Prosegua.
– Una delle versioni e stata firmata dal compositore inglese Henry Purcell su il libretto di un certo Nahum Tate. Tate, porta un sacco di modifiche, per seguire le mode e soprattutto i gusti del pubblico dell’epoca. Volgarizza il tutto se vuole, lo rende più popolare n’somma. Cito: Dido nel libretto di Tate è pienamente consapevole del suo concedersi a Aeneas non è manovrata dagli Dei come nell’originale di Virgilio. La tempesta che in Virgilio unisce gli amanti, nel libretto di Tate li costringe a separarsi. Se ne l’Eneide Dido si uccide, nell’opera di Purcell muore di dolore. Ecco! E’ quest’opera che Adele riprende per farne una versione Jazz come argomento di tesi per la sua laurea in Canto Jazz.
– Un’opera Jazz? Si può fare? Domani Sick & Simpliciter possono ricomporre la stessa opera su un libretto di Dutch Nazari, per esempio?
– Beh, Non esageriamo pero, legami ci sono fra musica barocca e jazz. C’è una raffica di musicologhi che lo sostengono. Poi sembra che c’è anche elettronica ed altri generi sparsi nelle composizioni.
– Buono… Adesso che siamo lì… Jenkins! metti tutto in moto, cominciamo!
Per chi non conosce ancora Adele Pardi e una violoncellista di formazione classica che ritroviamo a un sacco di incroci con la musica underground Trentina: Prima con il suo EP “Regalami un ora”, poi con Jacopo Candela, Emmanuele Lapiana, Gio.venale, fonda Kitchen Machine con la romana Chiarastella Calconi. La lista degli artisti con quale collabora e lunga. Su quel rilevamento c’è Janet Dappiano; Noirêve… e 16 musicisti di vari orizzonti, e mi sto chiedendo cosa hanno combinato…
“Ouverture” inizia su una voce narratrice e qualche battute strumentale al violoncello. Molte opere si aprono su introduzioni strumentali, spesso temi e frasi musicali son ripresi più lontano nell’opera. Poi a l’improvviso ci si parte nel jazz be-bop e un accompagnamento in canto di tipo Scat che mi ricorda i “Vai vuvai” di Michel Legrand quando passava ancora alla Tivu in bianco e nero. Il jazz prende il sopravento, ci sono dei cori femminili che distillano del “Bada dadudu didai” … e un Jazz quintet “Seven Steps” tirato dal pianoforte di Lorenzo Vitolo, in figura di prua.
Fermo immagine su Il monumentale “Shake the cloud” la traccia che potrebbe essere estratta da l’album e proposta come single. L’atmosfera etere, deve al tocco speciale di Noirêve che trasporta il pezzo verso un reggae lento, che prende spessore con l’andamento. I vocali sono puramente angelici, plananti e vaporosi; dello zucchero filato al gusto nuvole. Notevole transizione verso violoncelli e voci più leggere che l’aria. La posizione di questo pezzo si avvera una scelta strategicamente vincente: Sbam! Due tracce, e siamo fuori di ogni aspettativa, non è un’opera come le altre, la nostra attenzione e trattenuta, perché nel nostro mondo, ci sono poche opere sviluppate in quel modo.
“Ah Belinda” e una traccia spogliata a l’osso: Dido si confessa a sua sorella Belinda del suo colpevole tormento. “I languish till my grief is known” La voce di Adele si appoggia unicamente sul pizzicato del suo cello. Il finale è avvolto di viole e violoncelli.
“Cupid only throws the dart” è un brano strumentale condotto dalla tromba di Pietro Corbascio su un cuscino sonoro morbido, imbottito dal quintet Seven steps, di quale fa parte.
Ancora una sorpresa totale “To the hills and the vales” a piuttosto un gusto Irlandese a credere che Adele ha visto “The Rumpled” dal vivo… Instaura un dialogo fra la voce e il violino che li risponde, nota per nota. Il tema e campestre, forestiere, e respira la natura profonda, magari si va a caccia.
In una caverna delle streghe complottano per rovinare la felicita di Dido. “Prelude for the witches” mi ricorda, dal cambio di tonalità della voce, “Stay” dei Shaekespear sisters talmente il lato malefico ed espresso con forza nel tono dei vocali. Le prime battute di archi del brano lasciano posto a un piano forte, campato su un tempo lento ma inesorabile, che si spappola per lasciare posto a un coro femminile. “The queen of Cartage whom we hate, as we do all in prosperous state, ere sunset shall most wretched prove, Deprived of fame of life and love” e preparano una tempesta per separarli durante la giornata di caccia e mandare un elfo, travestito da Mercurio, il messaggero di Giove, e fare partire la sera stessa Aeneas con la sua flotta verso le coste italiche. Contente dal loro piano la scena si conclude in “hand clapping”
“In our deep vaulted cell” e un’altra scena spogliata a l’osso, nonostante la presenza di un piano forte nelle prime battute, la voce di Adele e lasciata sola a costatare che la relazione sentita dagli due innamorati è troppo incongrua per essere vissuta, alla vista di tutti.
“Ritornelle, thanks to these lonesome vales” descrive l’ultimo momento di pace e di bellezza fra Dido e Aeneas. Violini e violoncelli esprimono questa atmosfera campestre e contemplativa. Come a guardare un paesaggio romantico, una bella vista, con l’essere amato. La voce di Dido (Adele) e posata, calma e felice. Sento che non durerà….
“Aeneas soul” e la traccia la più corta di tutta l’Opera; la tromba di Pietro Corbascio simbolizza la tristezza che Aeneas ha di lasciare Dido.
Il contrasto il più forte di tutto l’opera si trova in “Haste to town” e suoi vocali truccati da un Vocoder o altri effetti concentrati sulla voce. Di Nuovo, Noirêve lascia una traccia profonda nella descrizione del ritorno di Dido alla corte. La tempesta scatenata dalle streghe finisce per raggiungere la regina de Cartagine: “This open field is no shelter from the storm” sono riuscite a separare i due amanti; La tempesta scatenata dalle streghe bagnerà più profondamente Dido, che semplice acqua caduta dal cielo. La traccia studiata da Janet e ritmata. La voce depositata sembra decomporsi con l’andare. Augurando niente di buono.
“Aeneas” non lascia apparire nessuna voce maschile su questo opera. Solo la tromba di Pietro Corbascio e il pianoforte di Lorenzo Vitolo descrive la partenza dell’amante verso le coste Italiche per obbedire a Giove. Calzate le cuffie! su questo pezzo la registrazione e cosi acuta che si sente Pietro respirare durante l’esecuzione. Aeneas ingannato da un elfo prenderà il mare… Dido rimane amareggiata dal fatto che Aeneas sceglie di obbedire agli Dei, piuttosto che rimanere con lei… questa tristezza la uccidera.
“When I am laid in earth” rimane il pezzo che rivela al meglio il crossover fra jazz e classica di tutto l’album. E lo fa in poche battute ed è arrangiato in un modo esemplare. Già dalla tromba con sordina che si immisi di mezzo ad archi (dal primo minuto). Di un “but” (2.20) isolato in una frattura di silenzio. Dall’inclusione di un canto Scat al terzo minuto, poi dall’uso giudizioso e parsimonioso di un eco digitale (3.15) “Remember me… but please forget my fate” e una frase che rimane ormai incisa nella memoria. La narratrice torna per ricordarci il “tuning generale” che ci aspetta fra un po’ di anni. (grazie) I cori vegliano sulla tomba della regina che ha “trovato la pace”. Cupido appare sopra la tomba “with dropping wings” per spargere petali di rosa sopra la tomba di Dido.
– Dopo sto casin mi, me sarei nascosto, se fosse lui.
Dichiara il Capo centrale, mezzo arrabbiato, mezzo triste a costatare tanti danni. Secondo me, è un tipo che preferisce i “happy endings”
C’è un bonus track “Fear no danger” che potrebbe sostituire l’ammarezza del finale. Con un bello sfogo boogie tirato come una locomotiva dal basso di Tancredi Emmi e dal resto del quintet Seven steps.
Questo concept album è puramente sorprendente; un’opera sviluppata in un modo originale. Un lavoro di preparazione monumentale, per mettere in luce, non soltanto Adele, ma tutti questi musicisti e vocalisti molto talentati.
– Usciamo dalla sua scia e pattugliamo in spirale in zona per vedere cosa gira in questi mari… Secondo li lascio il centrale, vado a tastare quello che Seven Seagul ci preparato per cena…
– Aye aye sir!

Capitan Wyzno

Erick Wozny è francese, vive in Inghilterra, ma frequenta il Monte Bondone dal 1988. Nel 2012 scopre casualmente la musica Trentina e decide di esplorarla e di supportarla. Tante recensioni on line sono fatte sullo stesso modello, quindi il Capitan preferisce raccontare le sue avventure rocambolesche, surreale, un po’ lunghe ma precise, a contro corrente e traccia per traccia.

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