TMA-Wyznoscafo

[Wyznoscafo tappa56] Radio Palinka album Bretzel Party

– Segnale! Nel 090, rotta nel 359, distanza 21 miglia, velocita 11 nodi, profondità 060, firma sonar in trattamento… Quattro schedati nella formazione!
– Quattro schedati in una formazione??? Hmm…. E chi potrebbe essere?
– Radio Palinka, Capitan! Firma sonar in banca dati…
– Ahmmm… ‘spetta…  Tendo il braccio nella sua direzione, agito la mia mano, storia di non farli dire qualcosa, gli occhi chiusi, ho il pollice e l’indice che premono la cima del naso, in modo concentrazione estrema, andando a cercare informazioni sul disco duro, in fondo alla memoria, nei cassetti del fondo.
-Aerhmmm… Giulio Bazzanella voce e basso; era in Due di bastoni con Alessandro Gobbi, poi era in “Ho I vermi”, Alessio Andreolli alla batteria che era nei Zeroids, poi Ardan Dal Ri’ alla chitarra ha suonato nei Joy Holler e ha prodotto l’album Sine di Luciano Forlese. Poi Mattia Marazzi al sassofono suonava nei Braska Ska Band, Radio Fontani e Maraz e Franz… e poi sono conosciuti per lasciare l’adesivo del loro gruppo nei posti più inaspettati. Ho giusto?
– Brao Capitan, bella memoria… chiedo un file a l’Intel sul nostro rilevamento.

– Rotta nel 045, velocita 12 nodi, profondità 060. Risalgono Nord-Ovest sono piuttosto rapidi non le perdiamo… Secondo? Ci hanno sentiti?
– Non penso, Capitan! poi c’è un baccano dei mille diavoli abbordo la loro unita. Fanno festa o qualcosa.
– Capo centrale? Al rapporto!
– Subito, Capitan, l’album è stato rilasciato il 27 Maggio 2022, ed è stato registrato piuttosto leggermente a casa del chitarrista Ardan Dal Ri’, d’altronde questo concetto “fatto male” … “poco curato” … “in fretta” anche se non è vero, appare attraverso tutto l’album e nella sua promozione, per dare un senso di controcorrente, di non pretenzioso, in somma. Per esempio la copertina di Luca Porcelluzzi non è stata ritoccata e lasciata volontariamente grezza. Anche la lista dei musicisti invitati è trattata con disinvoltura: tranne Francesca Zanghellini che suona il violino, abbiamo; Clio: clacson, Lucille: miao, Alcune Persone: alcuni cori… Dà un’idea della scioltezza ambiente. Prodotto da Radio Palinka, Ardan Dal Ri’ e Nicola Demozzi, che era il loro chitarrista originale, che sta viaggiando il mondo mentre parliamo. Missato e masterizzato “male” da Ardan Dal Ri’. Credo sia tutto.
– Jenkins? Scanner, doppler, spettrometro, decoder audio, cominciamo!
L’album si presenta come un eccesso di bollicine che sbocca da una bottiglia di spumante aperta a temperatura ambiente, una volta il tappo sul soffitto; trabocca abbondantemente, senza controllo. Ne metti dappertutto ma sorridi lo stesso, è festa! C’è una chitarra nervosa e precisa, definitivamente campata negli alti, che affetta rapidamente le partiture in tronchetti regolari, lasciando l’altra estremità dello spettro auditivo ad un basso che fa bollicine. La batteria è lasciata ad una roccia monumentale, con chilometri accumulati dietro suoi fusti. Rimane il sassofono in figura di prua, che si taglia la parte del leone. I Radio Palinka fanno uno ska sotto amfetamine, sudato voglia e festivo come pochi. Tuffiamoci, ci sono 9 tracce sul disco. L’album contiene un’introduzione strumentale che inizia con qualche battute a velocita raddoppiata. Il ritmo è dato, se vuoi ballare, sarai sudato. Il sassofono apre la strada, è lì in piedi sul fronte del palco e prende tutto il posto. “Il Leone da tastiera” mette avanti il ruolo di Giulio Bazzanella al basso e canto, che sa negoziare testi lunghi, con una cadenza sostenuta, accompagnati da un basso a partitura elaborata e suonato in modo preciso. Ardan affetta le battute con regolarità, Mattia non manca di fiato; saltando da cori a sassofono. C’è un metronomo alla batteria, una fondazione su di quale costruire in duro. Notare l’uso molto più corrente di anglicismi tecnologici come “Spammare” che ci arriva direttamente da l’uso di Internet. Mettiamo nella stessa sacca “Googlare” o “Linkare” prendendo cura di non includere “Scrollare” che descrive l’uso della ruotina del “Mouse” per fare scorrere il contenuto dello schermo e che potrebbe essere confuso con il fatto di agitare freneticamente un oggetto o una persona. “Canzoni dell’estate” è una composizione, che prima di essere pubblicata su questo album, è stata ripresa da Casalingam nel 2020 essendo la sua prima pubblicazione, anche inclusa sul suo album “Tha Urlo”, mentre Radio Palinka non aveva ancora registrato il brano. Notevole ritornello con il coro in molteplici stratti di Giulio che solleva i vocali, di rilievi alla settima. “After in Kiev” è uno strumentale rapido completamente intonato con il resto dell’album. Svelto e sempre affettato da una chitarra tagliente. In secondo piano, uno theremin suonato da Ardan crea un’atmosfera fantasmagorica durante il tratto che possiamo identificare come un ritornello. “Andate piano” sullo stesso ritmo sostenuto, oppone due personaggi, due classi sociali, due destini molto diversi. L’uno, spinto dalla disoccupazione, a prendere un lavoro rischioso, poco remunerato e che non permette a l’auto-imprenditore che è diventato di finanziare una protezione sociale, o di sovvenzionare una pensione, come tutti altri impiegati. Perché mangia tutto chi li fa suonare il telefonino, sicuramente perché un azionario da l’altra parte del mondo vuole suoi 20%… e in crescita se possibile… Quindi, in caso di incidente sarà da solo contro suoi creditori. L’altro personaggio è un po’ messo meglio nella sua macchina, ma deve correre lo stesso per fatturare, pagare la sua vita a rate, per evitare di ritrovarsi nel caso del primo.  Il 21imo secolo scorre come previsto: quando i poveri si malmenano fra di loro, i ricchissimi incassano indisturbati. “Pszab Calling” è un altro strumentale montato su molle; una chitarra melodica si incarica dell’introduzione per lasciare il posto ad un sassofono che tira tutto il brano. Mi viene in mente un altro gruppo trentino chiamato “The rumpled”, anche loro specializzati in brani musicali con 110 o 120 battute al minuto, se non di più, e che devono lasciare udienze intere sulle ginocchia. Secondo me un concerto comune sarebbe molto meglio per il fiato, che tutti polisportivi della regione.
Diretta concorrente del Mago da Nago, del Pesta-pian da Torcio, del Potachin da Caden e de El se entartaja de Vanez de sora, la maga “Baba Jaga”, fattucchiera malvagia, abita in un bosco malefico e losco. Vassilisa, una ragazza orfana è stata mandata, dalla matrigna che l’ha raccolta, in una missione pericolosa, magari verso la sua perdizione, visto che si deve avventurare dove “nessuno, si diceva, facesse mai ritorno, da quel posto fatto d’ombra con ossa tutt’attorno”. Ma ascoltate il pezzo per sapere come va finire “da per dal bon” e come Vassilisa si tira d’affare. O ancora meglio: Comprate il disco!
A dire la verità, non so chi è “SuperPetalo” ma sembra che ripiange il Trento di trenta anni fa. Dalla descrizione del testo categorizza sia gente, che categorie sociali, in grandi sacchi con quale è capace di imporre soluzioni generali a fine di ritrovare la pace e la tranquillità di un tempo. Su certi capitoli una gestione un po’ leggera provoca sempre disagi, brontoloni e creazione di personaggi che vogliono reagire. Le nostre società hanno regole. Ci sono già testi. Sono applicati?
Quarto e ultimo strumentale dell’album “Odessa Bulgarish” tende verso due generi musicali alla volta. Tra musica yiddish e musica balcanica, di quelle che si suonano a chiodo dall’inizio alla fine. A sostenere il sassofono, nella sua folle corsa, il violino di Francesca Zanghelini, recentemente laureata al conservatorio Monteverdi di Bolzano, segue nota per nota e senza sbandare nelle curve, la partitura propulsata in sovra regime da Alessio Andreolli alla batteria. Questo pezzo è qua per farvi crollare tutti a terra. La festa si conclude li.
Questo album è evidentemente festivo, invita allo sfogo e la gioia di essere assieme saltellare per ore su un ritmo frenetico. La registrazione, finalmente arrivata, rappresenta qualche anno di composizioni, già suonate su tutto il territorio e non tiene conto di nuove composizioni, che sono nel repertorio del gruppo e che potrete unicamente sentire dal vivo. Basta spostarsi per passare una serata che descriverei come… agitata.
Guardo il quadrante di rotta che punta ancora nel 045. Prima di cambiare strada, credo sia tempo di guardarci alle spalle:
– Ivan il pazzo!

 

 

Capitan Wyzno

Erick Wozny è francese, vive in Inghilterra, ma frequenta il Monte Bondone dal 1988. Nel 2012 scopre casualmente la musica Trentina e decide di esplorarla e di supportarla. Tante recensioni on line sono fatte sullo stesso modello, quindi il Capitan preferisce raccontare le sue avventure rocambolesche, surreale, un po’ lunghe ma precise, a contro corrente e traccia per traccia.

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