Nel periodo di chiusura al pubblico il Mag Museo di Riva del Garda non ha mai smesso la sua attività di riordino e di riorganizzazine delle proprie collezioni, creando degli appuntamenti periodici con il suo pubblico in rete per raccontare particolari momenti significativi della storia di Riva del Garda attraverso propri oggetti non esposti al pubblico.
Un vestito, dipinto con i simboli della città, i suoi monumenti, lo stemma civico, il trenino M.A.R. che collegava il lago con la linea ferroviaria del Brennero a Mori, e il battello che solcava il lago. Risale al 1908 un ricordo fragile di un periodo storico che precedette lo scoppio della prima guerra mondiale, un ricordo di quella che era l’azione politica della Lega Nazionale, anni intensi di discussioni politiche, proclami e di tutto quel fermento ideologico e ideale fondativi dei movimenti dell’irredentismo trentino.
Manufatto emerso dai depositi del museo MAG di Riva del Garda, sopravvissuto ai vari traslochi e ricollocazioni delle collezioni museali. Per iniziativa del suo direttore Matteo Rapanà ch l’ha voluto mostrare almeno in remoto. Maria Luisa Crosina e Ludovico Tavernini appassionati ricercatori di storia locale e addentro alle vicende rivane di inizio secolo scorso, hanno raccontato venerdì 26 marzo, questo abito simbolo inserendolo nella storia complessiva di quegli anni che precedettero lo scoppio della Grande Guerra del 1914. I due storici hanno ricostruito la vicenda dell’associazione Lega Nazionale, costituitasi a Trieste nel 1891 che da lì si diffonde nei territori italofoni dell’impero austroungarico, trovando appoggi tra la borghesia urbana e aristocrazia illuminata. Ha un proprio inno, anzi due: il primo di Virginio e Erminio Menegotti, suonato per questa occasione dalla pianista Monica Maranelli, e uno successivo a cura di Ruggero Leoncavallo. Se nei territori triestini l’adesione al sodalizio seguiva un andamento costante, in Trentino le adesioni alla Lega Nazionale subiva delle impennate nei momenti in cui si percepivano minacce all’identità italiana. Momento particolarmente avvertito fu certamente la rivendicazione della facoltà italiana a Innsbruck, il cui rifiuto da parte delle autorità austriache causò scontri con la componente pangermanica che si opponeva a tale istituto. Tra gli arrestati di quei giorni del maggio 1903 considerati gli animatori della rivendicazione Cesare Battisti, Alcide De Gasperi, Mario Magnago, Mario Scotoni e Antonio Pranzelores, assieme numerosi gli arrestati di origine giuliano-dalmata. I sopravvissutisi si ritrovarono a Trento nel 1923 lasciando per ricordo un fazzoletto con le loro firme. Riva è attiva a questo clima politico irredentista che accoglie le idee politiche dall’Italia, partecipa ai moti del 1848, partecipa alle celebrazioni per la morte di Cavour e di Umberto I. Personalità cittadine si aggregano alle truppe garibaldine con la spedizione dei Mille e soprattutto con gli eventi del 1866.
Qui, componenti della famiglie del patriziato urbano sono parte attive dell’avanzata di Garibaldi in Val di Ledro. Sono anni in cui sorgono associazioni di ispirazione politica ma camuffate da associazioni sportive e di intrattenimento. Nel 1870 viene fondato il Circolo Concordia e Ginnastica, il gruppo degli escursionisti Ciclisti, la Società alpinistica Tridentina, nel 1905 la società Sportiva Benacense che impegnavano buona parte dei cittadini di Riva, con una buona rappresentanza di donne come socie attive, e rappresentativi di diversi schieramenti politici, repubblicani, monarchici, liberali e socialisti. Del resto Riva fin dalle sue origini di Comune, con propri statuti, ha sempre affermato la sua forte identità civica richiamandosi alle proprie Libertà.
Il primo congresso della Lega si tenne proprio a Riva del 1893, insistendo sulla questione linguistica (nei manifesti pubblici doveva essere riportato l’italiano come prima lingua) al quale ne seguì l’11o, il 24 maggio 1908, occasione in cui fu indossato quest’abito, così fragile, ma carico di storia.
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