Giovanni Bonat. Il paesaggio e la bella Riva degli anni Sessanta
MAG Riva del Garda, Museo
Dal 8 maggio al 20 giugno 2021
A cura di Roberta Bonazza
Riaperto al pubblico, con prenotazioni contingentate, presenti i rappresentati delle amministrazioni di Arco, l’assessore alla cultura Guido Trebo, e di Riva del Garda, con Silvia Betta, il Museo MAG in Rocca venerdì 7 maggio 2021 dopo le forzate chiusure da fine ottobre per disposizione sanitarie causa COVID 19. E si è aperta simbolicamente partendo dall’origine fondativa del Museo stesso, con un’esposizione che racconta il pittore Giovanni Bonat e un periodo storico, particolarmente effervescente e culturalmente vivace per la città di Riva del Garda, segnato da un forte impulso di ripartenza collettivamente sentito legato al Gruppo degli Amici dell’arte.Roberta Bonazza, curatrice della mostra, racconta nella breve presentazione gli intenti dalla rassegna che ha visto anche il contributo di prestatori privati. Si tratta del secondo Dopoguerra, che rappresentò al contempo sia un momento di grande raccolta e sintesi del passato, che uno scorcio sugli scenari futuri. In questo clima culturale il percorso artistico del pittore Giovanni Bonat, nato a Bludenz nel 1901 e morto ad Arco nel 1983, si intreccia con le vicende dei suoi concittadini e in particolare con la vita artistica comunitaria del periodo.
Sono gli anni ben rappresentati dal Gruppo degli Amici dell’Arte, collettivo di pittori e scultori che nel 1946 diede vita alla prima mostra collettiva e di cui lo stesso Giovanni Bonat fu cofondatore. E proprio la Rocca, oggi sede del Museo di Riva del Garda, fu teatro di quella prima esposizione e delle tantissime vicende artistiche del periodo, fungendo da luogo di incontro e scambio per tutti coloro che condividevano la stessa passione e il desiderio di ricostruzione. In Rocca ebbero sede gli studi di questi artisti. Fu un periodo di vita culturale molto intensa che vide in quegli anni, tra fine anni ’40 e inizi anni’70, il sorgere dell’associazionismo in diversi campi della vita culturale rivana, dagli Amici della Musica di Riva del Garda Silvio Pozzini, con una propria orchestra e coro, la Scuola Musicale Civica, il Conservatorio, i circoli del Jazz e dei Cineamatori, che spesso trovarono spazio negli spazi della Rocca, luogo di ritrovo sociale oltre che istituzionale con il Museo e la Biblioteca e l’Auditorium. Di questo felice periodo rimangono a testimonianza fotografie, qualche locandina sfuggita al macero, la memoria dei protagonisti di allora. Quadri, disegni, che narrano i paesaggi dell’Alto Garda con i suo colori e le sue linee geografiche che riportano i nomi di Umberto Maganzini, Mario Matteotti, Carlo e Luigi Pizzini, Hans Lietzmann, Mario Bettinazzi, Alberto Susat, Aroldo Pignatari. Su tutti Giacomo Vittone, riorganizzatore della Rocca, nell’immediato dopoguerra, come luogo aperto all’arte e animatore di questa cerchia di artisti che accoglieva chi di pittura si dilettava, chi invece l’aveva scelta per mestiere.
Le foto dell’archivio del Museo inserite nel percorso mostra raccontano di quegli anni caratterizzati da forte rilievo culturale, sociale e comunitario, bruscamente ridimensionati con lo sconquasso del terremoto del 1976 che rese inagibile una parte della Rocca.
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