di Francesca Bernardi
Il MUST e il dialogo con il territorio: un omaggio a Marco Carnà
Nel cuore della Brianza, a Vimercate, c’è un museo che parla del suo territorio e ne custodisce la memoria già dal 2010, quando nell’ala sud della settecentesca Villa Sottocasa vengono istituite le sue 14 sale. È il MUST, Museo del Territorio. Gestito dal Comune lombardo in provincia di Monza Brianza, ha ottenuto la nomination all’EMYA (European Museum of the Year Award) nel 2012 ed è pronto a raccontarvi i suoi oltre 2000 anni di storia. Porta avanti la sua missione di valorizzazione della storia locale ospitando anche mostre dedicate a personalità e temi che si sono distinti per il loro alto valore culturale. Fino al 15 dicembre 2024 renderà dunque omaggio a Marco Carnà, protagonista solitario e visionario del Novecento, con la mostra Uova di gallo – 1961-1968. L’esposizione non solo celebra l’opera dell’artista, ma si inserisce nel progetto di restauro e riqualificazione del giardino di Villa Sottocasa, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Next Generation EU. La corte d’onore, infatti, davanti all’ingresso del museo accoglie anche una scultura di Carnà, stabilendo un dialogo tra arte, architettura e territorio.
Curata da Marina Pizziolo e Romano Ravasio, la mostra propone un viaggio tra oltre cinquanta opere pittoriche, appunti e documenti dell’artista, che permettono di immergersi nel suo universo di segni, forme, colori e storie. Il titolo fa riferimento ad un ciclo di dipinti realizzati nel 1964 che rappresenta un’indagine profonda sul ritmo del segno e sull’avventura delle geometrie. Come le definiscono i curatori le “uova impossibili” di Carnà sono metafore di potenzialità irrealizzabili, ma preziose e cariche di significato. Proseguono, “considerate nel loro insieme, queste opere rappresentano una sorta di preludio, un inesausto solfeggio formale che accompagna la messa a punto dell’alfabeto visivo dell’artista: Neumi, Strutture primarie e Tubi, il potente sistema espressivo che caratterizzerà la sua arte negli anni successivi”.
Nato a Carnate nel 1929, ha fatto della Brianza il punto di partenza e di ritorno della sua vita e della sua arte. Il suo stesso pseudonimo deriva dall’antica dizione del paese natale, Carnà, per distinguersi e sfuggire all’anonimato del suo comune cognome: Colombo. Fin da giovane decise di vivere di pittura e per la pittura, abbandonando gli studi accademici per immergersi in una ricerca artistica libera da convenzioni. Negli anni ’50 e ’60 visse una stagione creativa straordinaria, confrontandosi con figure di spicco come Piero Manzoni, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi e Turi Simeti, e partecipando a esperimenti artistici e sociali come il Quartiere delle Botteghe a Sesto San Giovanni in provincia di Milano. Questo ambiente, carico di fermento culturale, lo portò a esporre in importanti città, anche estere, fino a realizzare opere pubbliche come le vetrate per il Duomo di Monza. Tuttavia, Carnà non si accontentava. Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, nel 1963 compì una svolta radicale: ispirandosi al paesaggio industriale delle raffinerie e delle fabbriche, creò i celebri tubi, che divennero il simbolo della sua ricerca.
Marco Carnà, Il volo (Un ritmo è la ripetizione di una cosa amata), 1968, tempera vinilica su tela, 39,5×29,5 cm
Questi elementi geometrici, a metà strada tra pittura e scultura, diedero vita alle sue scultopitture, definite dallo stesso artista come Ironie, un linguaggio pop e rivoluzionario. Dopo la chiusura del Quartiere delle Botteghe nel 1967, Carnà tornò a Passirano, abbandonando la vita comunitaria per una ricerca artistica più solitaria. La mostra si sviluppa sui due piani del percorso espositivo permanente che resta fruibile nella sua quasi totalità. Le note colorate di Carnà risultano come accentuate e valorizzate dal contesto, in un naturale dialogo con i bruni, gli ocra e i verdi in cui sono state inserite. Questo museo infatti utilizza un linguaggio divulgativo attuale e moderno, in cui anche il colore utilizzato per pareti ed espositori o l’uso della pietra del pavimento concorrono alla narrazione del territorio. L’apparato didattico, come da sempre ci ha abituati questo museo, è ben formulato e accompagna nella scoperta dell’autore così come i documenti in teca e i video presentati. Marco Carnà è stato un pioniere dell’avanguardia e un uomo libero. Ha creato un suo alfabeto formale capace di lasciare un segno indelebile nell’arte contemporanea. Oggi, questa esposizione rappresenta non solo un omaggio a un grande artista del territorio, ma anche un’occasione per riconsiderare il suo posto nella storia dell’arte italiana.
Info e Credits:
MARCO CARNÀ | UOVA DI GALLO 1961-1968
MUST Museo del territorio – Vimercate (MB)
21 settembre – 15 dicembre 2024
una mostra a cura di Marina Pizziolo e Romano Ravasio
Comune di Vimercate
Sindaco Francesco Cereda | Assessora alla promozione della città Elena Lah
Dirigente Area Cultura Maria Grazia Verderio | Settore Cultura e Museo Gianenrico Salvoldi e Anna Lisa Cavenaghi
Direzione del MUST | Paola Striuli
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