Trento, Teatro Sociale, 7 marzo 2023, ore 20.30
LUCINDA CHILDS / ROBERT WILSON
RELATIVE CALM
Ideazione, luci, video, spazio scenico e regia Concept, lights, video, set and direction > ROBERT WILSON
Coreografia / Choreography > LUCINDA CHILDS
Musiche / Music > JON GIBSON, IGOR STRAVINSKY, JOHN ADAMS
MP3 Dance project diretto da / directed by > Michele Pogliani
Performers: Agnese Trippa, Giovanni Marino, Irene Venuta, Sara Mignani, Nicolò Troiano, Asia Fabbri, Mariagrazia Avvenire, Mariantonietta Mango, Giulia Maria De Marzi, Cristian Cianciulli, Gerardo Pastore, Xhoaki Hoxha.
I. Jon Gibson: “Rise” (1981)fiati, tastiere, autoarpa, suono ambientale, sassofono soprano e percussioni / winds, keyboards, autoharp, ambient recording, soprano saxophones and percussion(New World records)
II. Robert Wilson with Aleksander Asparuhov – knee play 1
III. Igor Stravinsky: “Pulcinella suite” (1922)esecuzione e registrazione del / performed and recorded by PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble diretto da / directed by Tonino Battista
IV. Robert Wilson with Aleksander Asparuhov – knee play 2
V. John Adams: “Light over water” / part 3, (1985) sinfonia per ottoni e sintetizzatori / symphony for brass instruments and synthesizers, New Albion Records
Collaboratore allo spazio scenico Flavio Pezzotti
Collaboratore al disegno luci Cristian Simon
Collaboratore al progetto video Tomek Jeziorski
Costumi Tiziana Barbaranelli
Suono Dario Felli / Emanuele Pontecorvo
Trucco Claudia Bastia
Direttore tecnico Enrico Maso
Direttore di scena Petra Deidda / Giovanni Firpo
Assistente alle luci Fabio Bozzetta
Assistente al progetto video Michele Innocente
Assistente ai costumi Flavia Ruggeri
Foto Lucie Jansch
Direttore di progetto Marta Dellabona
Produzione e comunicazione Martina Galbiati
Assistente personale di Robert Wilson Aleksandar Asparuhov RW-Work, New York
La danza contemporanea è forse uno delle poche forme d’arte che è in grado di raccogliere e unificare pubblici variamente assortiti per genere ed età. Lo si è visto ampiamente a Trento con lo spettacolo Relative Calm prodotto da Robert Wilson e Lucinda Childs che ha fatto registrare un tutto esaurito. Un evento del Circuito regionale Danza/Tanz che ha portato in regione. Questa produzione fa parte di un lungo tour iniziato nell’estate scorsa a Roma, passsato da Bologna e giunto A Trento. Merito anche di tutto il lavoro di ricerca sulla danza contemporanea svolto da 40 anni dalla rassegna internazionale di danza Oriente Occidente di Rovereto, dove fu presente la compagnia della Child nel 1991, come da Bolzano Danza, dal progetto In Danza del Centro Servizi Santa Chiara stesso di Trento, per aver perseguito con costanza, una linea di offerta di eventi dedicati alla danza contemporanea. Assistervi è stato come percepire un’atmosfera di storia, di essere dentro a qualcosa del secolo scorso, un salto indietro nel tempo della contemporneità di 40 anni. Del resto il teatro contemporaneo è in grado di documentare la propria storia quando a ripoporsi sulle scene sono maestri fondativi del rinnovamento della scena mondiale. Infatti, dopo 40 anni i due maestri americani della scenta internazionale sono tornati a lavorare insieme dopo la loro storica collaborazione per lo spettacolo-monumento Einstein on the Beach creato nel 1976 da Wilson sulla musica di Philip Glass. E’ il risultato della volontà di riprendere insieme un lavoro iniziato nel 1981, quando Lucinda Childs, che al tempo preparava uno spettacolo con Jon Gibson a New York, chiese a Robert Wilson di realizzare le luci e lo spazio. A questo, si è aggiunta la proposta di lavorare su Pulcinella di Igor Stravinskij.
Robert Wilson è tra i più importanti artisti teatrali e visivi del mondo. Le sue opere integrano in modo non convenzionale un’ampia varietà di media artistici, tra cui danza, movimento, luci, scultura, musica e testo.Il suo teatro si caratterizza per una meticolosa ripetività dei gesti e per un uso della voce attoriale esasperata e alterata dall’uso della amplificazione. Notevoli, anche per le discussioni che ha saputo suscitare le sue incursioni nell’opera lirica come, ultima, il Le Trouvère, versione francesce del Trovatore di Giuseppe Verdi, al festival Verdi di Parma 2018.
Di Lucinda Childs occorre ricordare il suo stile di danza in forma libera, che però conserva il rigore e la qualità dei movimenti, partendo dalla lettura attenta delle partiture musicali: di esecuzione in coreografie minimaliste, basate sulla precisione e sul calcolo matematico dei passi e degli incastri, nelle quali i danzatori imparano brevi frasi coreografiche che ripetono uguali o con lievi modifiche, spostandosi sulla scena in traiettorie meticolose.
Due mondi che ritroviamo perfettamente sintetizzato nell astrazione del gesto artistico, in questo progetto di Relative Calm. Il progetto iniziale della Childs si è evoluto in un trittico che Wilson ha deciso di far incorniciare da due pezzi contemporanei, Rise di Jon Gibson del 1981 e Light over water di John Adams del 1985, e da due monologhi che nell’idea originale dovevano essere portati in scena da Lucinda Childs. Costituito da 5 scene 3 di danza e due interventi a voce offre una finestra di storia della danza e del teatro tra i gesti calibrati e metodici della coreografia della Childs con l’inserimento dei brevi monologhi con la presenza e la voce di Wilson.
Relative Calm foto Lucie JanschCoadiuvato da Aleksander Asparuhov, Wilson fa un uso sapientementa alterato della propria voce con un declamato parossistico, mondati con video, flash sulla lotta della natura per la sopravvivenza, la corsa solitaria al rallentatore del Ghepardo e quella di branco degli Gnu. In questa occasione è stato lo stesso Robert Wilson ad agire sulla scena dando voce a spunti dal diario del danzatore e coreografo Vaslav Nijinsky. Erano sufficienti questi due inserti per meritare di essere stati partecipi di un’opportunità irripetibile.
Il primo momento è affidato alla danza che vede tutti i danzatori muoversi sulle note di “Rise” di Jon Gibson, curato dalla Childs. I gesti sono lenti, ripetuti, inesorabili. Una sfera fluttua nel vuoto da una quinta all’altra, mentre fiati, tastiere, sassofoni e percussioni scandiscono una sonorità a celle melodice ripetute e l’enorme schermo che occupa tutto il fondale ripete forme geometriche che incidono i corpi di chi è in scena.
“Light over water” di John Adams, vede tutto il corpo di ballo muoversi rigidamentein forme accademiche sulle note riprodotte da ottoni e sintetizzatori, mentre il fondale composizioni geometriche definiscono alcune ritmiche delle azioni corografiche. Restituisce un’ idea di progetto unico l’inserimento di Stravinskij, la Suite da Pulcinella sintesi dell’idea di teatro del regista americano, che mediando da una stile coreografico contollato nei minimi particolari fa proprio l’uso della luce e del controluce, con il contrasto del rosso e nero e di una gestualità meticolosa e puntigliosa amplificata dalla lentezza del gesto coreografico.
Un dialogo tra musiche e tempi crologici diversi collegati dall’unico gesto che sa offrire l’azione coreografica.
Tanta riconoscenza del pubblico nei confronti di Robert Wilson, acclamato al suo apparire in proscenio, a dimostrazione di un successo di uno spettacolo che ha saputo essere specchio un’epoca in cui ricerca e innovazione dove si perseguiva la ricerca delle commistrioni delle arti oltre la modernità del contingente.