È con il titolo EDENDanza per uno spettatore che Bolzano Danza 2020 si reinventa. Cancellato nella sua interezza il programma del 36° Festival pensato pre-pandemia di Coronavirus dal direttore artistico Emanuele Masi, la Fondazione Haydn presenta, in conformità con le vigenti misure sanitarie, un’edizione singolare e unica dal 15 al 31 luglio al Teatro Comunale di Bolzano. Nel corso degli anni il Festival Bolzano Danza si è distinto per la capacità di immergersi nei meandri del contemporaneo, nell’attualità, nel diffuso sentire sociale cittadino e globale. La pandemia ha stravolto il presente e con esso il progetto pensato per la 36° edizione. Impensabile per la direzione artistica adattare o recuperare in parte un cartellone nato su tutt’altri presupposti. Il contesto sociale è cambiato e con esso un festival come Bolzano Danza che voglia vantarsi della sua contemporaneità. L’edizione 2020 non assomiglierà alle 35 che l’hanno preceduta e si configurerà come un atto simbolico e unico, una risposta progettuale del tutto nuova in linea con quanto stiamo vivendo. Un ripensamento del concetto di festival e di un luogo – il teatro – che è innanzitutto condivisione, non distanziamento. “In un’ottica di responsabilità civile – spiega il direttore artistico Emanuele Masi -, e come segno di presenza per il pubblico, gli artisti, i tecnici, i fornitori e per tutta la filiera, anche economica, del Festival, abbiamo elaborato un ambizioso progetto volto a condensare Bolzano Danza 2020 in un dialogo originale tra spettatore e interprete, grazie alla collaborazione con tre coreografi di fama internazionale. Consapevoli che il ritorno alla ‘normalità’, tanto agognata durante il lockdown, non sarebbe stata possibile per i limiti di sicurezza imposti, abbiamo cercato di trasformare questi limiti in propulsore: ripartire dalla relazione, smarrita, tra spettatore e danzatore. Tra un solo spettatore alla volta e un solo danzatore alla volta. E ancor prima tra spettatore e teatro”. Nell’enorme sala del Teatro Comunale uno spettatore in solitudine vedrà aprirsi il sipario su un interprete e una coreografia scelta tra le tre realizzate in esclusiva per Bolzano Danza 2020 dall’americana Carolyn Carlson (EDEN of Carolyn), dal francese Rachid Ouramdane (EDEN selon Rachid) e dall’italiano Michele Di Stefano (EDEN secondo Michele). Istanti di profonda bellezza per 10 incisivi e carismatici interpreti (2 per Carlson, 6 per Di Stefano, 2 per Ouramdane) che si alterneranno sul palco lasciando allo spettatore la libertà di scegliere l’estetica che più gli corrisponde e di assecondare il desiderio di incontrare, nuovamente, la danza e il ‘proprio’ Teatro.

Dal 15 al 31 luglio, EDEN – Danza per uno spettatore sarà dunque un atto simbolico, iperbolico, coraggioso, distintivo. Un’esperienza intima, di riappropriazione della relazione tra spettatore e danzatore, one to one. Trasformato in un giardino di riflessione e decompressione il Teatro Comunale sarà il luogo dell’avvicinamento tra due esseri viventi, sarà il luogo di un’esperienza. Un EDEN – il meraviglioso giardino dove avvenne l’incontro tra i primi due esseri umani – dove ‘assaggiare’ una danza simbolica, luogo dal quale tutto può ricominciare o rompersi, come ricorda Stendhal: “L’Eden null’altro è se non una promessa di felicità o la nostalgia di un’origine perduta. Questa promessa e questa nostalgia danno voce a una mancanza, a un’assenza. Origine assoluta e luogo di frattura”.
Programma_EDEN (scarica il PDF)

Il Festival Bolzano Danza è promosso dalla Fondazione Haydn con il contributo della Provincia Autonoma di Bolzano, della Regione Trentino-Alto Adige e del MIBACT. Il supporto di Stiftung Südtiroler Sparkasse/Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano (ART BONUS) e Alperia.

Ufficio Stampa Nazionale / Testi e Comunicazione
Marilù Buzzi / +39 335 25 7927 / marilu.buzzi@gmail.com
Bolzano Danza / Comunicazione
Fondazione Haydn di Bolzano e Trento
Maria Prast / +39 338 878 1530 / maria.prast@haydn.it

www.bolzanodanza.it

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Laureata in Filosofia all'Università di Bologna e curatrice degli archivi comunali di Riva del Garda, ha seguito un corso di specializzazione in critica musicale a Rovereto con Angelo Foletto, Carla Moreni, Carlo Vitali fra i docenti. Ha collaborato con testate specializzate e alla stesura di programmi di sala per il Maggio Musicale Fiorentino (Macbeth, 2013), Festival della Valle d'Itria (Giovanna d'Arco, 2013), Teatro Regio di Parma (I masnadieri, 2013), Teatro alla Scala (Lucia di Lammermoor, 2014; Masnadieri 2019), Teatri Emilia Romagna (Corsaro, 2016) e con servizi sulle riviste Amadeus e Musica. Attualmente collabora con la rivista teatrale Sipario. Svolge attività di docenza ai master estivi del Conservatorio di Trento sez. Riva del Garda per progetti interdisciplinari tra musica e letteratura. Ospite del BOH Baretti opera house di Torino per presentazioni periodiche di opere in video.

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