La rassegna PAN Festival 2024 promossa da Seesaw Project si pone come progetto lo scambio come processo creativo e l’etica della convivenza. Per tre giorni dal 28 al 30 giugno 2024 a Riva del Garda si sono susseguiti, nei vari spazi urbani, attività performative e laboratori d’arte per grandi e piccoli, nonchè proposte di spettacoli che si inserivano nella problematica delle difficoltà di comunicazione interpersonale.
La proposta dello spettacolo Laundrette, presentato in anteprima nel novembre scorso nella rassegna teatrale di Villazzano (Tn), e replicato nella sede di Seesaw a Riva del Garda si inseriva in questa tematica sulle difficoltà interpersonali.
Così la locandina
Regia e drammaturgia: Jennifer Erika Miller
Coreografia: Veronica Boniotti
Musiche originali: Antonio Maria Fracchetti
Attori/ballerini: Andrea Bonfanti, Elisa Salvini, Alessio Dallacosta, Valentina Pennacchio, Gabriele Ang;
Consulenza scientifica: Veronica Boniotti, Riccardo Codevilla, Stefano Parisi, Tanja Umari;
Produzione: Alla Ribalta
“Laundrette” è uno spettacolo indagine sulle dipendenze in tutte le sue forme. Una sequenza di tableaux vivants ruota, come una centrifuga impazzita, attorno ad un uomo che aspetta la fine del ciclo della lavatrice in una lavanderia a gettoni. Tormentato da ciclo continuo di pensieri ossessivi, cerca di non concedersi più quella famosa ultima sigaretta. La vita scorre impazzita nella sua quotidianità, davanti a lui e nella lavanderia entrano ed escono uomini e donne, madri e ragazzini in festa, uomini dalla dubbia spiritualità e musicisti frettolosi. “Laundrette” è la storia di un ciclo: di un amore, di una dipendenza e di una lavatrice.
Ma quello che interessa dello spettacolo è la stretta correlazione tra narrazione drammaturgica e azione coreografica che fa da anello di congiunzione con le varie sequenze delle storie umane che si presentano davanti o dentro alle fantomatiche lavatrici. Metafora di oggetto in cui vengono riposte le proprie aspirazioni, (la mamma che la lava le magliette della squadra di calcio) e le proprie inquietudini, (i vestiti, lasciando una casa e una relazione): tutto si lava in un fantomatico ciclo ma che non elimina e non sciacqua totalmente il legame tra le persone.
Se il testo rassicura con la sua doppia narrazione, e di inserimenti di figure caratterizzanti anche comiche, l’azione coreografica di Veronica Boniotti inquieta con i movimenti che si rifanno ai gesti di una dipendenza che si fa astinenza, qui solo dall’ultima sigaretta, ma che si fa spasmodica ricerca di una scusa per evitare discorsi. Del resto tutte e due le autrici lavorano a contatto con il disagio, di minori o di adulti incapaci a crescere, nel dar forma ad un lavoro che nasce dal confronto di specialisti della comunicazione emotiva. Il tutto con l’estro degli attori Andrea Bonfanti, Elisa Salvini, Alessio Dallacosta, nei personaggi narranti ad incastro, e Valentina Pennacchio, Gabriele Ang che hanno dato corpo alla immaginazione della danza.
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