43° ORIENTE OCCIDENTE DANCE FESTIVAL
It’s time, it’s time, it’s time
Rovereto | 2 – 10 settembre 2023
Quasi 40 eventi in otto giorni di Festival tra spettacoli e conferenze per 211 artisti e artiste coinvolte da 16 diverse nazioni. Oriente Occidente affronta il secondo capitolo di “Mediterranei” chiamando all’azione: il tempo di muoversi è adesso, le arti performative lo affermano con forza
https://www.orienteoccidente.it/festival/programma
Dal 2022 Oriente Occidente propone una lettura plurale dello spazio del Mediterraneo: Mediterranei rappresenta infatti un luogo frammentato, disordinato, di incontri e scontri. In questo spazio, costantemente trasformato da equilibri geostrategici tra est e ovest del mondo, sembra ormai impossibile ignorare la linea del tempo, tra ciò che è stato – dallo sfruttamento estremo delle risorse disponibili al colonialismo fino alla privazione dei diritti delle donne – e le conseguenze su ciò che sarà o potrebbe essere. Ma anche, e forse soprattutto, ciò che è e ciò che si può fare adesso.
Il secondo capitolo di Mediterranei porta il titolo “It’s time, it’s time, it’s time”, che riprende il discorso della giovanissima attivista ugandese Vanessa Nakate all’apertura della conferenza Youth4Climate a Milano nel settembre 2021.
L’aumento delle temperature; le migrazioni come conseguenza del cambiamento del clima, delle guerre, della povertà e dell’assenza di sicurezza e libertà, non più garantiti da numerosi Paesi; il mondo sembra ribellarsi agli esseri umani attraverso terremoti, alluvioni, siccità. Questi temi sono ormai al centro del dibattito pubblico, esperti e scienziati prendono posizioni, i gruppi di attivisti aumentano e fanno rumore. I protagonisti della protesta sono adolescenti o poco più, con leader femminili, appartenenti a comunità minoritarie, afro-discendenti, con disabilità o neuro-divergenze, preoccupati e preoccupate per il loro futuro. Anche artisti e artiste si uniscono allarmati e producono creazioni attente e di denuncia verso le emergenze climatiche e sociali del nostro tempo: arriveranno da 16 paesi dei tre continenti che si affacciano sul Mar Mediterraneo per questa 43esima edizione, con cui Oriente Occidente offre l’invito di proseguire il viaggio in questo spazio allargato e plurale, con uno sguardo che sappia cogliere etica ed estetica, poetica e politica.
Macos Morau, La Veronal Hervé KOUBI, Sol Invictus
GLI SPETTACOLI INTERNAZIONALI
MARCOS MORAU, SHARON FRIDMAN, KAT VÁLASTUR, NADIA BEUGRÉ, MICHÈLE NOIRET, DOROTHÉE MUNYANEZA, HERVÉ KOUBI
Oriente Occidente conferma la sua vocazione internazionale anche in questa 43esima edizione, che seguendo il filo rosso ispirato da Vanessa Nakate, sposta l’attenzione geograficamente verso coreografi e in particolare coreografe, di origine africana che dimostrano attraverso loro creazioni coinvolgimento e riflessione sulle emergenze climatiche e sociali che caratterizzano la contemporaneità.
Ad aprire le porte del Teatro Zandonai per Oriente Occidente ci sarà Marcos Morau, coreografo catalano ormai considerato uno dei punti di riferimento sulla scena internazionale. Torna a Rovereto, con cui ha un rapporto speciale da molti anni, per la prima nazionale di Firmamento, nuovo lavoro rivolto a un pubblico di adolescenti e a tutti quelli che non hanno perso la curiosità dell’adolescenza (2 e 3 settembre, ore 20.30, Teatro Zandonai).
Si tratta di un ritorno anche per Sharon Fridman, che porta a Oriente Occidente il debutto assoluto del suo nuovo duetto Go figure, che vedrà in scena un performer con disabilità e uno senza in un incontro che saprà valorizzare le caratteristiche di ognuno (4 settembre, ore 20.30, Auditorium Melotti). Affermerà l’importanza dell’incontro con chi è diverso da noi anche Sol Invictus, ultimo lavoro del coreografo franco-algerino Hervé Koubi, una festa a ritmo sfrenato con ben 17 performer in scena (9 settembre, ore 20.30, Teatro Zandonai)
Kat Válastur arriva invece dalla Grecia e, a partire dal mito di Ifigenia di Euripide e dal rituale arcaico dei camminatori del fuoco diffuso nella Grecia settentrionale, porta in scena insieme alle sue tre interpreti e alla musicista un rituale femminista contemporaneo che trasforma il sacrificio in un atto di ribellione e autodeterminazione (5 settembre, ore 20.30, Auditorium Melotti). Donne e post-colonialismo sono al centro dell’intenso assolo di Dorothée Munyaneza, artista franco-ruandese che sarà sul palco di Oriente Occidente con Toi, Moi, Tituba… un lavoro dedicato alla storia di Tituba, donna, nera e considerata strega, che pone numerose domande sulla relazione tra violenza, genere e colore della pelle (8 settembre, ore 20.30, Auditorium Melotti).
Temi affini a quelli del lavoro di Nadia Beugré, coreografa belga afrodiscendente, cresciuta tra Costa D’Avorio e Francia che arriva al Festival con L’Homme rare, spettacolo che mette al centro le questioni di genere, questa volta attraverso i pregiudizi sul maschile (6 settembre, ore 20.30, Auditorium Melotti).
Si concentrerà più sull’emergenza climatica, altro grande filone tematico del Festival ’23, il lavoro di Michèle Noiret, coreografa belga che arriva a Rovereto con Le chant des ruines, che lei stessa ha definito “un trattato sulla catastrofe” e che, grazie alla collaborazione di David Drouard, vedrà in scena cinque danzatori interagire con video live di grandi dimensioni (7 settembre, ore 20.30, Teatro Zandonai).
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