Attualità-Approfondimenti

A Rovereto per il Festival Settenovecento 2021 il soprano statunitense Laura Claycomb

Sarà protagonista in concerto sabato 19 giugno a Rovereto alla Chiesa del Suffragio  in occasione del Festival Settenovecento In Itinere dal 17 al 21 giugno a Rovereto con Stabat Mater. Tutto cominciò con un pellegrinaggio.
Musiche di M. Duruflé, G. Fauré, C. Debussy, F. Poulenc e O. Messiaen
Laura Claycomb soprano, Antonio Valentino pianoforte, torino vocalensemble, Davide Benetti direttore, un progetto condiviso con il festival MITO di Milano Torino.
Laura Claycomb soprano statunitense, di origini texane, è considerata una delle voci più interessanti della sua generazione grazie alla sua impeccabile musicalità e versatilità vocale di soprano di coloratura. Ospite regolare nei più importanti palcoscenici statunitensi (Houston Grand Opera, Opera di Los Angeles, Opera e Orchestra Sinfonica di San Francisco, Orchestra di Cleveland) come in importanti sedi teatrali europei come il festival di Bregenz, Festival di Salisburgo in Austria e al Festival di Lucerna in Svizzera, ai BBC Proms di Londra ed al Teatro alla Scala di Milano, come attiva al teatro d’opera d’Israele di Tel Aviv. Stabile anche in Italia, ha casa a Torino. Ha in repertorio le parti più caratterizzanti per la sua vocalità, come Amina/LA SONNAMBULA (al Teatro Bolshoi di Mosca), Lucia/LUCIA DI LAMMERMOOR (a Pittsburgh, Houston e Tel Aviv), Gilda/RIGOLETTO (a Toronto, Parigi, Dallas, Losanna, Bilbao, Salerno e Santiago del Chile), Zerbinetta/ARIADNE AUF NAXOS (alla Houston Grand Opera, Festival Glyndebourne e Los Angeles), Marie/FILLE DU REGIMENT (al Teatro Regio Torino, il Teatro dell´Opera di Roma e l’Opera di San Francisco), Linda/LINDA DI CHAMOUNIX (al Teatro alla Scala di Milano).  A tutti queste prestigiose sedi teatrali ha aggiunto anche la sua presenza a al festival Settecentonovecento in corso a Rovereto dall’17 al 21 giugno 2021.
Programma generale del festival   
Ringrazio signora Laura Claycomb per la disponibilità ad una breve intervista.

In Trentino pur avendo una buona attività musicale, specie sinfonica di livello nazionale, non esiste l’abitudine a confrontarsi con concerti con protagonisti personalità della lirica internazionale.
Sono contenta di contribuire a rendere più consueta l’internazionalità del Festival. Il nostro mondo d’altronde è ormai troppo piccolo per racchiuderlo tra frontiere nazionali che, peraltro, non hanno mai avuto gran valore nel mondo dell’arte.
Quali sono state le motivazioni che l’hanno portata ad accettare la proposta del festival di Rovereto, una realtà geograficamente periferica dell’Italia musicale?
Io non vedo nessun luogo come “periferico”!! Volevo cogliere l’opportunità di lavorare con il Torino Vocal Ensemble, questo gruppo talentuoso che ho scoperto essere della città dove ho scelto di vivere da circa dieci anni. Questo concerto faceva parte di una tournée che abbiamo programmato prima che tutto venisse cancellato a causa del Covid. Per fortuna adesso si è capito (finalmente..) che il canto non è così pericoloso se si prendono le giuste precauzioni. Noi facciamo tamponi rapidi prima di ogni prova e garantiamo le distanze di sicurezza. Sono quindi molto felice di portare questo bel programma a Rovereto dove, appunto, farò il mio “esordio” post-Covid!
Ha avuto la tentazione di guardare la carta geografica per sapere dove sarebbe andata a finire?
Certamente, ma solo per vedere quanto ci vuole per arrivare in macchina da Torino! Sono passata di lì tante volte per differenti motivi: accompagnando mio marito durante suoi viaggi di lavoro ad esempio; siamo anche passati in zona per andare a Cembra e Cortina, dove mio marito ha fatto qualche torneo con la sua squadra di Curling. Abbiamo degli amici cari che abitano sul Lago di Garda, e siamo andati tante volte in Austria percorrendo l’autostrada del Brennero, e quindi siamo già passati da Rovereto approfittando però solo in un paio di occasioni per visitare il MART che adoriamo.
Certamente Rovereto nel suo passato culturale ha avuto una personalità, tappa dei viaggi di Mozart in Italia, patria del compositore Riccardo Zandonai, luogo delle sperimentazioni Futuriste con Depero e i suoi Balli plastici di Casella e Stravinsky. La città riesce a far trasparire questa sua peculiarità culturale?
Ormai non mi stupisco più da tempo delle ricchezze culturali italiane anche legate a piccoli centri come Rovereto. Ho vinto 3 Grammy Awards cantando Mahler e ho scoperto solo in vacanza a Dobbiaco che molto di quello che ha scritto è stato composto proprio li! L’Italia tutta dovrebbe mettere in mostra molto più questa sua ricchezza e, invece, sembra spesso preferire mostrarsi per i suoi difetti…
Lei è specializzata nel teatro lirico con incursioni nel contemporaneo, e nel teatro barocco (inizi di carriera): esiste una differenza di approccio all’interpretazione in ambito di musica sacra?
In effetti io ho fatto tanto barocco per tutta la carriera; ho fatto anche molto recentemente concerti di Handel e Pergolesi! Da qualche anno in effetti faccio meno opere barocche in teatro ma, più in generale, devo dire che ho ridotto il numero di opere già da alcuni anni, quando abbiamo deciso di avere dei bimbi. Fare l’Opera richiede tantissimo tempo e quando hai dei bimbi capisci subito quanto il tempo sia prezioso! Ho sempre alternato i concerti e l’opera nella mia carriera, e non vedo tanta differenza tra le due cose; solo che i concerti richiedono meno tempo e non hanno ne costumi ne scena 😊. Tante volte, dimentichiamo che i pezzi sacri venivano creati per il periodo della Quaresima, quando non si potevano fare spettacoli. Quindi, ci sono tanti pezzi per concerti MOLTO teatrali da compositori di opere, dove il compositore riusciva a sfogare la sua creatività giustificandolo con il soggetto religioso. Lo Stabat Mater di Pergolesi è solo uno dei tanti esempi, e anche Poulenc si fa vedere parecchio teatralità nella sua versione! Era molto religioso a questo punto nella sua vita. La sua teatralità viene fuori tanto in questo pezzo, e vedo tanti “occhialini” allo Stabat Mater di Pergolesi qui. Poulenc era una persona sgargiante, a dire poco, ma anche di una spiritualità molto sentita. Questo pezzo era scritto in memoria di un suo caro amico, Christian Bérard, un noto artista e scenografo. Dietro c’è l’idea di un Requiem, ma parte dal dolore della madre per esprimere a pieno la sua tristezza per la mancanza dell’amico.

torino ensemble

Perchè un cantante lirico professionalmente rivolto alla musica lirica si interessa al repertorio concertistico tra l’altro assieme a torino vocalensemble fatto di giovani interpreti?
Partirei in generale col dire che credo nei giovani artisti e cerco in tutti i modi di trasmettere loro la mia esperienza e, quando posso, lavoro con loro per aiutarli a sviluppare al meglio la loro tecnica. Nel caso particolare devo dire che ho conosciuto questo ensemble tramite un amico che ne fa parte (Cristiano Marchisella, presidente del gruppo!). Lui mi parlava sempre del suo progetto, e quando ho potuto, sono andata a vedere un loro concerto a Torino, e sono rimasta stupefatta. Ho sentito tanti cori in Italia, e ritengo che loro rappresentino davvero un’eccellenza che neanche nei cori professionali si trova tanto facilmente qui in Italia. Cristiano mi ha quindi chiesto se mi sarebbe piaciuto fare qualcosa con loro, ed io ho accettato senza dubitare di fare questo Stabat Mater di Poulenc con loro. È la prima volta che canto questo pezzo: nel passato ho cantato solo la Gloria di Poulenc. Amo questo compositore!
Nel periodo di pandemia è diventata mamma per la seconda volta. Artista e mamma: cosa comporta conciliare l’organizzazione famigliare con la carriera lavorativa?
Questa è una buona domanda, così come al giorno d’oggi è anche interessante pensare se mai mi avresti chiesto la stessa cosa se io fossi stata un uomo 😊 Ci sarebbe stato ugualmente il pensiero di cosa comporta la vita famigliare sulla carriera di un padre? Forse, almeno me lo auguro. Per le donne purtroppo c’è sempre l’aspettativa che non si può fare entrambe le cose. In effetti avevo già diminuito molto i miei impegni prima della pandemia. Mia figlia è nata nel luglio di 2019, e quindi stavo ancora allattando (e di conseguenza non lavorando) quando ci è piovuto addosso questo dramma del Covid 19. Con il primo bambino, due anni prima, sono riuscita a fare tre importanti concerti (Parigi, Londra e Los Angeles) e un’opera (Don Giovanni a Dallas dove i miei genitori abitavano) con lui che aveva solo pochi mesi e con tanto supporto da mio marito. Quando poi al primo bimbo si è aggiunta anche la figlia, e dopo l’allattamento ho ricominciato a lavorare con un bel concerto di Mahler in Texas è subito arrivata la pandemia a cancellare tutti gli appuntamenti del nostro mondo. Ho già una lunga carriera alle spalle e, per fortuna ho già fatto tantissime opere negli anni e quindi con due bimbi piccoli ritengo che quello che la pandemia ha tolto a me non è così grave come a tanti giovani che cominciavano proprio in questi anni a mettere a frutto i tanti sacrifici che servono per far bene questo lavoro. Visto che le reciproche carriere han portato me e mio marito ad avere una famiglia molto tardi, vorrei approfittare per godermela, e godere il mio canto, facendo cose che mi piacciono e cose che non mi portano lontanissimo dalla mia casa ed i miei affetti. Ho in mente quindi adesso di fare più concerti quando posso, e di fare più cose vicino a casa. Intanto, sono molto presa con i piccoli adesso e sto anche insegnando, quindi non mi manca da fare!
Dal Suo punto di osservazione internazionale, come vede le prospettive di ripresa delle attività musicali internazionali dopo la pandemia?
Di solito sono molto ottimista – vedo sempre il bicchiere mezzo pieno. In questo caso però devo dire che questa pandemia ha esacerbato i problemi già esistenti nel mondo lirico/concertistico e non credo ahimè che potremo mai tornare a com’era prima. Tante organizzazioni hanno chiuso le porte per sempre. Tanti grandi teatri approfitteranno della pandemia per schiacciare i sindacati (che esistono!) e giustificare anche alcune loro cattive gestioni pre Covid, o per chiedere concessioni anche maggiori delle perdite che hanno subito. Vedremo se mai riprenderanno come prima. Noi cantanti siamo un po’ scettici riguardo ai “grandi poteri” ma, allo stesso tempo, siamo obbligati a frequentare queste organizzazioni per andare avanti. C’è meno lavoro per tutti, e il riconoscimento per i nostri sforzi è ai minimi termini, spesso si rientra dei propri costi a malapena. Ti fa valutare davvero perché vuoi fare questa carriera! E ti fa anche rivalutare che tipi di sacrifici sei disposta a fare per fare carriera. Come ho detto, non devo dimostrare niente a nessuno – ho “già dato” – e adesso è tempo di fare quello che mi piace. L’ottimista in me dice che questa prova ci farà più forti perché solo i più forti sono sopravvissuti: spero che nel futuro coglieremo quest’opportunità di trovare nuovi (migliori) modi di fare l’opera e concerti. Cerchiamo innovazioni e nuove vie per accedere al publico, e facciamo tesoro di questa esperienza. Dobbiamo.

Grazie. 

Federica Fanizza

Laureata in Filosofia all'Università di Bologna e curatrice degli archivi comunali di Riva del Garda, ha seguito un corso di specializzazione in critica musicale a Rovereto con Angelo Foletto, Carla Moreni, Carlo Vitali fra i docenti. Ha collaborato con testate specializzate e alla stesura di programmi di sala per il Maggio Musicale Fiorentino (Macbeth, 2013), Festival della Valle d'Itria (Giovanna d'Arco, 2013), Teatro Regio di Parma (I masnadieri, 2013), Teatro alla Scala (Lucia di Lammermoor, 2014; Masnadieri 2019), Teatri Emilia Romagna (Corsaro, 2016) e con servizi sulle riviste Amadeus e Musica. Attualmente collabora con la rivista teatrale Sipario. Svolge attività di docenza ai master estivi del Conservatorio di Trento sez. Riva del Garda per progetti interdisciplinari tra musica e letteratura. Ospite del BOH Baretti opera house di Torino per presentazioni periodiche di opere in video.

Recent Posts

Verona. Musei in Musica. dal 12 gennaio al 7 dicembre domeniche in musica con gli strumentisti della Fondazione Arena

Una scommessa vinta. La rassegna da camera di Fondazione Arena di Verona torna con un…

23 ore ago

Trento. Orchestra Haydn di Bz e Tn. L’orchestra che canta diretta da Donato Renzetti

di Martina Bortoloti von Haderburg * Bolzano, Auditorium Haydn, 10 dicembre 2024, ore 20 Silvia…

1 giorno ago

Riva del Garda (Tn). Amici della Musica. il Sogno di Brahms sul Lago di Garda

24 novembre 2024 ore 17.30 Auditorium del Conservatorio Il sogno di Johannes Brahms racconto di…

2 giorni ago

Riva del Garda-Arco (Tn). Musica per le festività 2024

Con le celebrazioni per la festa di Santa Cecilia, protettrice della musica, iniziano ufficialmente le…

2 giorni ago

Trento. Società Filarmonica . La Stagione concertistica 2025

Stagione dei Concerti 2025 Il Salotto della Buona Musica  dal 15 gennaio al 15 dicembre…

1 settimana ago

Vicenza in Lirica 2025. “Le nozze di Figaro” di Mozart opera protagonista del Concorso lirico Tullio Serafin

Svelato il titolo dell’opera della tredicesima edizione del Festival “Vicenza in Lirica” previsto per settembre…

1 settimana ago