Musica

A Trento conclusione simbolica della stagione 2020-21 dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento con il pianoforte di Roberto Cominati

Trento, Auditorium Centro Santa Chiara 12.05.2021 ALLE 20.00
Camille Saint -Saëns, Concerto per pianoforte n. 2 il sol min., op. 22
Andante sostenuto – Allegro scherzando – Presto
Franz Schubert, Sinfonia n. 4 in do min, D 417 “Tragica”
Adagio molto (do minore). Allegro vivace (do minore)
Andante (la bemolle maggiore)
Menuetto: Allegro vivace (mi bemolle maggiore). Trio (mi bemolle maggiore)
Allegro (do minore)

Direttore d’orchestra Arvo Volmer
Pianoforte Roberto Cominati
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento

Roberto Cominati, copyr. Fondazione Haydn

Contestualmente alla presentazione del calendario della stagione estiva 2021 la fondazione dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento ha voluto concludere simbolicamente quella che avrebbe dovuto essere la stagione concertistica 2020-2021, ferma dall’ottobre scorso. In questo modo nelle prime settimane di questo maggio 2021 il pubblico è potuto rientrare nelle sale concertistiche e teatrali assistendo quasi ad una rincorsa tra chi avrebbe portato per la prima volta, dopo tanto tempo il pubblico in un evento dal vivo. Nel doppio appuntamento a Bolzano l’11 maggio e il 12 a Trento i complessi dell’orchestra regionale hanno si sono presentati al pubblico affidandosi alla direzione del direttore stabile Arvo Volmer e al pianoforte di Roberto Cominati, premio Busoni 1993. In programma il concerto per pianforte n.2 in sol Minore, op. 22 diCamille Saint Saën e di Franz Schubert la Sinfonia n, 4 D. 417 “Tragica”: due epoche e due stili musicali differenti che segnano le tappe di una evoluzione nella scrittura musicale tra Classicismo e tardoromanticismo. La ricerca dei modelli può accumunare il programma, che se per il francese questa composizone risiedeva in una prova poco più che accademica, una committenza come un gioco tra di lui e il direttore d’orchestra Anton Rubinstein che glielo propose nel 1868, per Schubert rientrava nella sua personale ricerca di liberarsi dai modelli che lo precedevano. Accademico nel senso migliore del termine, il Concerto in sol minore di Saint Saëns fu scritto nel 1868 ispirato più dal Barocco per i cromatismi della parte del pianoforte e al Classicismo di Haydn e Mozart sino al più ispirato spirito Romantico, se d’altronde qualcuno scrisse che «il Concerto inizia con Bach e finisce con Offenbach», per l’eterogeneità dello stile. Sostanzialmente nel solco della scrittura sinfonica che assume, come modello, le analoghe composizioni di Beethoven, il brano di Franz Schubert composta nel 1816 ma con la prima esecuzione a Lipsia nel 1849, prova di una continua sua ricerca nel campo sinfonico e dell’ insoddisfazione di non esser riuscito a raggiungere risultati pienamente originali.


Certamente il pezzo forte del programma risiedeva nella presenza del pianoforte di Roberto Cominati con il concerto del composiore francese, aspettativa non andata delusa. Cominati ha infatti imposto la sua lettura incentrata in quello spirito leggerezza nel rendere la parte del solista abile nel gioco combinatorio nei vari stilemi della composizione senza eccedere al compiacimento del virtuosismo fine a se stesso, ma piuttosto nella resa di una scrittura da cui emerge la sapiente arte compositoria di Saint Saëns fatta di contrappunti, di ricerca di vari stili e modelli con la sapiente conduzione nell mani del solista, con Volmer e l’orchestra a fare da sottofondo alle parti del pianoforte. Il bis concesso da Cominati rende il clima dell’entusiasmo del pubblico con cui ha accolto la sua esibizione. Nel caso dell’esecuzione di Schubert la comprensione della problematica compositiva si è un persa sotto il segno di una gestione molto ritmica e cadenzata delle parti in cui è strutturata la sinfonia da parte della direzione orchestrale facendo perdere l’armoniosa struttura specie del terzo movimento Minutetto con la sua alternanza di ritmi e di gioco tra le sezioni di archi e dei fiati.
Comunque il calore del pubblico, un pò scarso rispetto alla capienza contingentata della sala, ha salutato  e incoraggiato la ripresa di questa parte di attività in attesa di tutto il ciclo estivo.

Federica Fanizza

Laureata in Filosofia all'Università di Bologna e curatrice degli archivi comunali di Riva del Garda, ha seguito un corso di specializzazione in critica musicale a Rovereto con Angelo Foletto, Carla Moreni, Carlo Vitali fra i docenti. Ha collaborato con testate specializzate e alla stesura di programmi di sala per il Maggio Musicale Fiorentino (Macbeth, 2013), Festival della Valle d'Itria (Giovanna d'Arco, 2013), Teatro Regio di Parma (I masnadieri, 2013), Teatro alla Scala (Lucia di Lammermoor, 2014; Masnadieri 2019), Teatri Emilia Romagna (Corsaro, 2016) e con servizi sulle riviste Amadeus e Musica. Attualmente collabora con la rivista teatrale Sipario. Svolge attività di docenza ai master estivi del Conservatorio di Trento sez. Riva del Garda per progetti interdisciplinari tra musica e letteratura. Ospite del BOH Baretti opera house di Torino per presentazioni periodiche di opere in video.

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